Da Milano a Roma passando per Modena la protesta degli operai rischia di correre di tetto in tetto. Sulla scia della Innse di via Rubattino, ormai caso nazionale, si moltiplicano gli episodi di “resistenza di fabbrica” degli operai contro i piani di smantellamento di stabilimenti in crisi o decotti.
Dentro e fuori dalla Lombardia.
Non a caso ieri, nel giorno più atteso dopo 14 mesi di trattativa Innse, sette operai romani sono saliti per protesta su una torre di lavorazione alta 50 metri a Marcellina (foto centrale). I lavoratori appartengono alla «Calci idrate Marcellina» (Cim), una ditta che da circa 40 anni produce e distribuisce intonaci, collanti, vernici e calce idrata.
I manifestanti hanno comunicato di non avere intenzione di abbandonare la protesta fino a quando non sarà fissato un appuntamento con i rappresentanti del comune di Marcellina che, stando ai lavoratori, non avrebbe rinnovato alla Cim il permesso per l'estrazione del calcare e il contratto d'affitto.
Gli operai rischiano così di rimanere senza lavoro: il 24 agosto è prevista la chiusura della società. Da qui la decisione di protestare salendo sulla torre.
Un film già visto.
Con anteprima a Milano, dove la vicenda Innse rischia di diventare un copione per occupazioni di fabbrica a catena, tra forme di resistenza eclatanti che producano allarme per l’incolumità dei lavoratori con effetti mediatici garantiti. A partire dalla provincia milanese, dove a dispetto di quanto si creda, la crisi sta mordendo diverse industrie storiche esangui.PRONTI A CHIUDERE Tra le migliaia di messaggi di solidarietà agli operai della Innse spiccano quelli di chi solidarizza di chi si vede personalmente coinvolto da un comune destino. Messaggi sono arrivati dalla Lares di Paderno Dugnano, la Fonderia Colombo di San Giorgio sul Legnano, la Iveco di Pregnana Milanese e l'Ikea di Milano. Sostegno anche dagli operai delle officine di Bellinzona, in Svizzera, di Zurigo e Basilea, dove è stata piantata una bandiera della Innse
«A settembre, se ne vedranno delle belle - anticipa Maria Sciancati, il segretario della Fiom Milano che sta dietro e davanti alla vertenza della Innse - Alcune aziende del milanese hanno già gettato la spugna, dichiarando il fallimento, come l’Alluminio Europa di Rozzano, ora in attesa di trovare un accordo sindacale per i dipendenti rimasti a spasso. Anche l’Eutelia di Pregnana ha da poco chiuso i battenti, e in questo caso: «Siamo riusciti a far ricollocare i 50 licenziati» sottolinea la Sciancati. Ma a versare in pessime acque, anche la Lares e la Metalli di Paderno Dugnano, e nel settore della ricerca la Siemens di Cinisello e la Nokia di Cassina de Pecchi. E nelle stesse condizioni della Innse, anche la Fiat New Holland di Modena che hanno mandato messaggi solidali.E lo scenario di micro occupazioni non è poi tanto peregrino se ieri, proprio davanti ai cancelli della Innse, Marco Ferrando (Partito Comunista dei lavoratori) invocava la «valenza politica di carattere generale» della vicenda e incitava «tutti gli operai ad azioni di resistenza che superino i limiti della legalità formale».
Tratto da Cronaca QUI
E' importante riflettere su alcuni fatti.
Il governo è completamente assente da queste vertenze.
Berlusconi nella conferenza stampa dell'altro giorno non ha fatto un minimo cenno a questi problemi.
Gli interessava sproloquiare sui provvedimenti, a suo dire, positivi del governo. Mi piacerebbe sapere queste positività dove sono, dove si stanno manifestando.
Il governo è stato capace solo di mandare la polizia. Ormai è così che vogliono risolvere i problemi, di qualsiasi tipo, repressione,repressione ed ancora repressione... Insomma come i fascisti
La gente perde il lavoro ed il nostro premier si interessa di attaccare la stampa e il servizio televisivo pubblico.
Un'altra considerazione . Stavolta sulla lega.
La Lega si dice "partito vicino alla gente" Si dovrebbe specificare il significato di questa vicinanza. Dov'è la Lega in questi di giorni di lotta degli operai della INNSE? Con quegli operai che difendono il loro posto di lavoro ci sono i sindacalisti, li appoggiano i partiti di CSX .
Il Governo è stato capace soltanto di mandare i poliziotti a presidiare e la Lega non ha fiatato.
E' così che si sta dalla parte della gente?
Se Bossi, invece di star lì a strologare idiozie a getto continuo come il dialetto, la bandiera regionale e tante altre cazzate , si fosse degnato di fare una passeggiata tra quegli operai, avrebbe fatto qualcosa di utile. Se invece di aizzare il nord contro il sud si impegnassero seriamente a cercare di riportare la ragione in queste vertenze, allora si che sarebbero vicini alla gente. Non dimentichiamo che la chiusura di queste fabbriche, il più delle volte, non è per mancanza di domanda ma per puro calcolo economico dei padroni che , per risparmiare sui costi del lavoro e delle materie, preferiscono delocalizzare le imprese e aprirsi a mercati più interessanti per i loro introiti.
I sindacati, specie la Fiom-cgil è vicino ai lavoratori, anche i partiti di sinistra lo sono, il Governo è latitante.
Ma di questo le Tv pubbliche, compresi i Tg non ne parlano.
E questo è il grande dilemma italiano. Vorrei una opposizione, una sinistra che comunicasse al meglio i problemi del paese. Come? I canali si possono trovare, non escludendo le grandi manifestazioni di piazza.
Yes We Can
Miriam
L'unica rete televisiva che ne parla è la comunista RAI TRE anche il tg della notte a effettuato il collegamento con la INNSE.
RispondiEliminaI poliziotti ieri hanno emesso un comunicato di solidarietà con gli operai.
Non solo il Governo ma neanche il governatore Formigoni si è mosso in proposito
Capirai, ma chi ci sperava!
RispondiEliminaAggiungo che iniziano ad avere paura di questi moti spontanei di protesta.
RispondiEliminaQualcosa di analogo accadeva nelle carceri prima della riforma del '75 e dell''86: quando in un grosso carcere (tipo Regina Coeli a Roma) inziavano le proteste, si diffondevano a macchia d'olio e si incendiava tutta l'Italia carceraria: speriamo che la coscienza degli operai si risvegli a capiscano che avere votato per la Lega è stato come 'cadere dalla padella nella brace'!