"Lasciate che chi non ha voglia di combattere se ne vada. Dategli dei soldi perche' acceleri la sua partenza, dato che non intendiamo morire in compagnia di quell'uomo. Non vogliamo morire con nessuno ch'abbia paura di morir con NOi!"
Enrico V-William Shakespeare

sabato 8 agosto 2009

"In autunno tenteranno di buttarmi giù"- il premier chiama alle armi i media di casa


di CLAUDIO TITO


"Prepariamoci ad una fase difficile. In autunno ci sarà l'ultimo tentativo di buttarmi giù con le solite armi della sinistra". Solo pochi giorni fa, durante una cena con un gruppo di fedelissimi ad Arcore, Silvio Berlusconi ha iniziato a organizzare la "campagna d'autunno". Dopo gli ultimi passaggi parlamentari - in primo luogo l'approvazione faticosa del decreto anticrisi - il Cavaliere non ha nascosto i timori su quella che ha definito "una fase difficile". La paura del "complotto", i sospetti su eventuali "ribaltoni" e semplicemente i rischi di una dinamica economica ingarbugliata stanno agitando i sonni del premier. I quattro mesi di qui a fine anno sono infatti considerati "decisivi". Il vero banco di prova per l'esecutivo.

"Se lo supereremo - è la convinzione di tutto lo staff del presidente del Consiglio - tutto il resto sarà più facile". I timori, infatti, riguardano il possibile picco della crisi economica. L'ultimo dato sul pil ha segnato un'ulteriore flessione. Il meno 6% di ieri è un indice ancora peggiore rispetto alle previsioni, già fosche, di Palazzo Chigi. Le stime sul calo dell'occupazione indicano un profondo rosso. Un contesto che, coniugato alle vicende personali e al pressing di buona parte della stampa estera, sta allarmando il capo del governo. Il quale ha messo subito in cantiere le sue contromosse.

A suo giudizio, infatti, se davvero la recessione dovesse rilasciare i suoi effetti più negativi proprio in autunno, "qualcuno potrebbe approfittarne". Il sospetto della "campagna" di aggressione nei suoi confronti non riesce a dissolversi. Una manovra che, a suo giudizio, potrebbe essere giocata sulla paralisi economica, sugli scandali che negli ultimi tre mesi hanno condizionato l'attività dell'esecutivo e sulla sentenza della Corte costituzionale che si esprimerà sul Lodo Alfano, ossia sullo scudo che protegge le più alte cariche istituzionali dalle indagini della magistratura. Il tutto - ripete sempre più spesso il Cavaliere - "ingigantito" dai mass media. Un clima che - sono le osservazioni di molti dei suoi collaboratori - rischia di trovare sponde nei settori della maggioranza più "influenzabili". Non a caso, ieri il presidente del Consiglio ha insistito nell'allontanare alcune interpretazioni secondo cui le questioni private lo abbiano reso "ricattabile".

Per lo stesso motivo, dunque, ha puntato i suoi riflettori su giornali e tv
. "Noi - spiegava nella stessa riunione che si è tenuta a Villa San Martino - dobbiamo riuscire a dire tutto quello che facciamo. Spesso non comunichiamo tutti i nostri risultati. Nei mass media ci sono troppi pregiudizi. E adesso è arrivato il momento di superarli". Non per niente ha premuto sull'acceleratore per le nomine della Rai. Come aveva fatto nel 2002 con il cosiddetto "editto di Sofia", anche ieri ha puntato l'indice contro la tv pubblica (in particolare il Tg3) e il gruppo L'Espresso-Repubblica.

Ma soprattutto ha ripreso a muoversi sullo scacchiere delle sue imprese editoriali. Ha "ripescato" Vittorio Feltri proprio per assegnare al Giornale una linea più aggressiva. Un direttore in grado di avere pure "una faccia televisiva". Ha spostato Mulè a Panorama dopo l'addio di Belpietro e ha fatto rientrare Giordano a Italia1. Tutte operazioni legate da un unico filo rosso: quello tessuto per allestire una difesa intorno al governo sotto il profilo della comunicazione.

Anche perché, sebbene Berlusconi parli di "record" per quanto riguarda gli indici di popolarità, nelle ultime settimane anche i suoi sondaggisti di fiducia hanno dovuto registrare un calo. Il 68% di popolarità non è più il 72% segnalato ad aprile. Una flessione - ripete in questi giorni - provocata soprattutto dalla scarsa attenzione degli organi di informazione all'attività dell'esecutivo. Senza contare la recente diffidenza emersa nel mondo cattolico e il fastidio che serpeggia nell'universo femminile in seguite ai noti scandali. Il precedente sondaggio, ad esempio, segnava un meno 13% tra le donne.

Un contesto, dunque, che per Berlusconi impone un contrattacco.

Tant'è che da settembre i suoi riflettori si accenderanno anche sull'altro punto: la politica internazionale. Perché, al di là delle dichiarazioni pubbliche, il premier si sta lamentando dei danni subiti dalla sua immagine all'estero. E dopo le vacanze estive è pronto ad un tour de force in giro per le cancellerie europee.

(8 agosto 2009)
fonte La Repubblica

5 commenti:

  1. L'autunno sarà ciò che io chiamo, con riferimento storico preciso quanto ai contenuti ma non alle modalità, la c.d."Notte dei lunghi coltelli".

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  2. L'autunno sarà....un'altra fregatura per gli italiani!

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  3. No, Francesca, no se segnerà l'inizio della dissoluzione del fronte di centro-destra.
    Insomma, no se Berlusconi viene disarcionato come nel 1994, egli teme ciò che sta avvenendo a Bari e i morsi della congiutura economica, che saranno al top proprio in autunno. Sì, è vero che il lodo Alfano lo protegge, ma non in assoluto, non per i reati commessi nell'esercizio delle sue funzioni.
    Come sembra sia per le inchieste di Bari.

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  4. Spero che abbia ragione Luigi, ho dei dubbi però
    è riuscito sempre nei suoi intenti vuoi che non riesca ancora?

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