"Lasciate che chi non ha voglia di combattere se ne vada. Dategli dei soldi perche' acceleri la sua partenza, dato che non intendiamo morire in compagnia di quell'uomo. Non vogliamo morire con nessuno ch'abbia paura di morir con NOi!"
Enrico V-William Shakespeare

mercoledì 12 agosto 2009

Mafia

I politici si fanno bagnare il naso da un Sacerdote





Mafia del nord nella tana di Dio


Ho anch’io i miei momenti di preferenza: oggi preferisco colpire la Lega, colpirla possibilmente nel cuore (se ce l’ha), come ieri preferivo colpire Berlusconi. Perché continuare a colpire un uomo morto? Non mi pare il caso. È vero che il berlusconismo rimarrà a lungo, ma non vorrei che si confondessero berlusconismo e leghismo. Non sono la stessa cosa. Certo, se li mettiamo insieme - supposto che sia possibile - allora l’inferno è pronto per inghiottirci tutti quanti, vivi e cadaverici. Berlusconi come persona ormai fa pena, il suo putridume deborda da ogni parte, e i suoi stessi alleati se la stanno defilando. È la sorte di chi vuole tutto, compera tutto, e poi… sul più bello precipita nel vuoto, sorretto neppure da una mano che si pensava amichevole. Gli amici non si comperano: si è amici, e basta.

Il leghismo, oggi come oggi, è ancor più pericoloso, perché, mentre il berlusconismo ha distrutto la mente di un Paese, il leghismo ha capito che può parlare alla pancia, e la pancia ha un suo linguaggio. Solitamente risponde per via diretta. Se la mente è piatta, la pancia è come un bonza: sapete che cos’è? Mi riferisco all’uso che se ne faceva ai tempi dei miei nonni. Ebbene, nella bonza ci va di tutto, anche i derivati del cibo.

Immaginate un essere umano a cui è stata tolta la testa, e a cui è rimasta solo la pancia da riempire come una bonza: ecco il partito della Lega. Nei suoi barbari. Ognuno è una bonza da riempire, e succede che non sempre c’è del cibo sano, ma il più delle volte è un mucchio di derivati della peggiore specie. La testa non coglie perché è scollata, solo la pancia emette dei suoni.

Ma… non c’è solo la Lega. Bisogna pur denunciare apertamente un altro pericolo che mette a rischio non solo la democrazia, ma la stessa fede, la mia fede in quel Cristo radicale che sopporta tutto, anche i peccatori, e magari sorride ai suoi negatori, ma che si sente di nuovo crocifisso da chi si dice seguace ma che in realtà è solo un giuda.

Perché non dire che la mafia si è accasata al nord d’Italia, in Lombardia, dove vive e vegeta sotto la protezione di chiese e cappelle private, tra le mura di movimenti ecclesiali abili nel muovere capitali o affari dietro il prestanome di no-profit? Si sussurra, si dice e non si dice, ma appena appare il nome di Comunione e Liberazione o, ancor peggio, la sua longa manus affaristica, ovvero la Compagnia delle Opere, allora si ha paura, si tace, non si ha il coraggio di affondare il bisturi, perché si temono ritorsioni o di carattere politico o di carattere economico o di carattere giudiziario ecclesiastico.

Tutti sanno che la Lombardia è in mano a Cl nei campi dirigenziali e alla Compagnia delle Opere nei campi finanziari. Come si può negare che negli Ospedali pubblici e privati ormai chi ha le leve di potere è Cl? E che dire delle testate giornalistiche?

Come si può negare che Roberto Formigoni, l’insostituibile capo ciellino della Lombardia, Pontifex maximus, abbia dato in appalto un po’ dovunque, e lo farà in particolar modo per l’Expo 2015, lavori redditizi alla Compagnia delle Opere che, naturalmente, ha il dono di mimetizzarsi?

Perché tacere?

Non parlo di mafia in senso stretto: me ne guarderei bene. Non ci sono illegalità. Ci tengo alla pelle. Parlo di mafia nel senso che non mi pare corretto, cristianamente corretto, privilegiare quelli del proprio partito. E lo si può fare in modo pulito davanti alla legge. Per me mafia è anche entrare nel giuoco degli appalti da parte di chi, come un ente religioso o non profit, dovrebbe agire in un altro campo d’azione. Chiamalo pure ricatto, pressione, privilegio. Non parliamo poi del campo strettamente pastorale.

Già un prete diocesano che si professa ciellino è vergognoso e tradisce la spiritualità diocesana, e se poi si mette il cardinale in un disagio tale da costringerlo a nominare parroci ciellini nei centri più strategici della diocesi, questo voi come lo chiamate? I ciellini spostano a piacere, secondo piani ben prestabiliti, i voti a destra e a sinistra. E questo non succede per una nobile causa, ovvero per il bene comune. No, a Cl non interessa il bene comune: non sa neppure che cosa sia. Interessa il potere, solo il potere: poter cioè mettere le mani su tutto.

Per il regno di Dio? E quale regno di Dio? Un regno forse dove il dio denaro e l’anima raggiungono l’amplesso mistico? Un dubbio mi viene. Forse più di uno.

5 commenti:

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  2. Non mi meraviglierei se don Giorgio da qui a breve verrà marchiato come l'anti Cristo...un combattente di quelli che l'Italia forse non ha mai avuto, un Cristo che sceso in campo fra la gente sta facendo tremare i templi del potere, 2000 anni fa...stessa storia, stesso uomo. Mi auguro che quella gente per cui si espone non lo lasci mai solo.

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  3. Caro Luigi,
    non ho capito cosa sia successo, causa assenza dal web.
    Mi piacerebbe sapere cos'è avvenuto....se Ti va di dirmelo.
    Buona giornata a tutti.

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