"Lasciate che chi non ha voglia di combattere se ne vada. Dategli dei soldi perche' acceleri la sua partenza, dato che non intendiamo morire in compagnia di quell'uomo. Non vogliamo morire con nessuno ch'abbia paura di morir con NOi!"
Enrico V-William Shakespeare

domenica 30 agosto 2009

Sondaggi

Berlusconi da Gheddafi: «Più rigore
sugli immigrati, mio gradimento al 68%»

Esibizione delle "Frecce" con fumata tricolore. Delegazione
italiana "costretta" a visitare mostra su resistenza libica

SHABIT JFARAI (30 agosto) - Sull'imigrazione serve rigore. Lo ha detto il premier Silvio Berlusconi, oggi in visita da Muammar gheddafi in Libia. «Noi rispettiamo tutte le leggi. Se vogliamo davvero procedere a una politica vera di integrazione, dobbiamo essere rigorosi per non aprire l'Italia a chiunque», ha detto Berlusconi, rispondendo ai cronisti sul respingimento in Libia dei 75 immigrati intercettati oggi nel canale di Sicilia, a margine della cerimonia a Shabit Jfarai, circa 40 chilometri da Tripoli, per la posa simbolica della prima pietra dell'autostrada voluta dal leader libico Muammar Gheddafi tra le contropartite per chiudere il contenzioso sul passato coloniale italiano.

Dagli ultimi sondaggi risulta che «il mio gradimento è al 68,4%», ha detto il presidente del Consiglio nel colloquio "molto cordiale" avuto oggi a Tripoli con il leader libico. «Siamo venuti qui per dare attuazione al trattato italo-libico (firmato proprio un anno fa a Bengasi, ndr) che per noi è molto importante», ha detto il premier al colonnello. Il premier ha assicurato che «c'è la volontà assoluta di concretizzare tutti i punti dell'accordo».

I due leader si sono poi scambiati dei doni: Gheddafi ha offerto a Berlusconi due targhe commemorative del Trattato italo-libico, una su sfondo d'oro e l'altra d'argento; il premer invece ha portato in dono due candelabri e un'alzata di vetro di Murano.

Sono arrivati insieme, in macchina, Berlusconi e Gheddafi a Shabit Jfarai, per posare la prima pietra simbolica dell'autostrada della riconciliazione tra Roma e Tripoli ad un anno dall'accordo che ha chiuso il decennale contenzioso coloniale. Insieme i due leader - accolti da ovazioni e da loro gigantografie che spiccavano tra numerose bandiere italiane e libiche - hanno salutato, sorriso e stretto mani alla folla venuta ad assistere alla cerimonia.

Sulla lapide da cui partirà l'autostrada (tre corsie più quella di emergenza, sarà lunga 1.700 chilometri, con 203 ponti, 1.470 tunnel e 30 uscite) che percorrerà tutta la Libia dalla Tunisia all'Egitto campeggia una scritta in arabo che inneggia alla rinnovata amicizia tra Roma e Tripoli. Terminata la cerimonia - una quindicina di minuti appena - Berlusconi e Gheddafi sono risaliti in auto insieme. Pronti per un faccia a faccia seguito da una cena per fare il punto sullo stato degli accordi contenuti nel Trattato di amicizia.

L'autostrada costiera - che sarà finanziata dall'Italia - è «un'impresa storica», ha detto il premier. Per Berlusconi il progetto dell'autostrada «serve anche alla pace perché collega tutti i Paesi del Maghreb». «Si tratta della concretizzazione dell'accordo (tra Italia e Libia, ndr). Ad appena un anno dalla sua firma c'è già un progetto e c'è già tutto», ha aggiunto Berlusconi.

Le Frecce Tricolori, nonostante le forti polemiche dei giorni scorsi, hanno effettuato questo pomeriggio una serie di sorvoli su Tripoli. Berlusconi e Gheddafi, seduti insieme in un parco sul lungomare della capitale libica, hanno assistito al passaggio della pattuglia acrobatica italiana che ha eseguito diverse figure, completando l'esibizione con un volo a bassa quota e la classica
strisciata bianco-rosso-verde. I sorvoli di oggi - che si ripeteranno anche domani - sono solo un piccolo assaggio dell'esibizione che ci sarà il primo settembre per festeggiare il 40/mo anniversario della rivoluzione "verde", il colpo di stato che portò Gheddafi al potere.

La delegazione italiana guidata dal premier in Libia oggi è stata accompagnata dopo il suo arrivo a Tripoli all'inaugurazione di una mostra contenente 70 fotografie sulla resistenza libica all'occupazione italiana. A riferirne è l'agenzia libica Jana. «Il fatto che la Libia non voglia dimenticare questo passato è comprensibile», ha dichiarato il presidente della Commissione Esteri del Senato italiano, Lamberto Dini, a capo della delegazione che accompagna il premier in Libia.

Di Pietro: pensi alla Salerno-Reggio Calabria. «Berlusconi invece di andare in Libia per far incrementare i guadagni di alcuni imprenditori amici suoi, con i quali si è chiaramente accordato, pensi ad utilizzare i soldi degli italiani per i lavori della Salerno-Reggio Calabria e della Ionica, giacchè il nostro Paese è ancora spezzato in due». È quanto afferma in una nota il leader dell'Italia dei Valori, Antonio Di Pietro.

Fonte Messaggero.it

3 commenti:

  1. Eccolo lì con la sua Impregilo , i suoi ponti,le sue percentuali ed i nostri soldi..
    Non ce l'ho con chi lo ha votato ma con chi sapeva chi fosse quest'uomo e non ha fatto nulla per fermare la sua scesa in politica.

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  2. Non sono veri nè Lui nè Gheddafi fanno impressione.
    I suoi collaboratori sostengono di aver tentato di trattenerlo senza riuscirvi!!!!!!!!!!!!
    Ho dei forti dubbi

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  3. Hari ragione ad averli Vanda, questi non rinunciano ai loro tornaconti, gli italiani sono in ginocchio, gli aquilani senza casa ed i soldi delle nostre tasse vanno a favore di Gheddafi...pazzesco!!!

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