"Lasciate che chi non ha voglia di combattere se ne vada. Dategli dei soldi perche' acceleri la sua partenza, dato che non intendiamo morire in compagnia di quell'uomo. Non vogliamo morire con nessuno ch'abbia paura di morir con NOi!"
Enrico V-William Shakespeare

lunedì 12 ottobre 2009

il P.d. Nazionale dov'è

Il caso - banchetto a mortise, tra i promotori il parlamentare del partito democratico

Padova, la svolta del Pd: firme contro i nomadi. «Campo abusivo, via di qui»

Naccarato: «Non ce l’abbiamo con i rom ma con chi non si muove nella legalità, noi non siamo come la Lega»

Banchetto del Pd a Mortise contro il campo nomadi

Banchetto del Pd a Mortise contro il campo nomadi

PADOVA — A Padova va in scena la «le­ghizzazione » del centrosinistra: a racco­gliere le firme contro i campi nomadi adesso è il Partito democratico. Ancora una volta a confermasi laboratorio della sinistra «law & order» è la città del San­to, dove il primo cittadino democratico Flavio Zanonato, a suon di ordinanze anti degrado, si è guadagnato sul campo la stella di sindaco sceriffo. A riproporre un’iniziativa fotocopia a quella che, una decina d’anni fa, costò all’attuale sindaco di Verona (all’epoca semplice consigliere comunale leghista) Flavio Tosi una con­danna per istigazione all’odio razziale, ci hanno pensato alcuni espo­nenti del Pd capeggiati dal parlamentare Alessandro Naccarato (già segretario re­gionale dei Ds).

Il «gruppo democratico», munito di tavolino e moduli, si è così piazzato al centro del mercato settimana­le di Mortise - quartiere popolare alle por­te della città - e ha dato il via alla raccolta firme per una petizione contro un insedia­mento rom, spuntato come un fungo in via Bassette, proprio all’ombra della tan­genziale a un tiro di schioppo dall’Ikea. Un insediamento abusivo che già un an­no e mezzo fa era stato denunciato dal «Corriere del Veneto» e che negli ultimi tempi sta creando non pochi problemi ai residenti della zona.

Assieme a Naccarato sono così scesi in piazza il consigliere co­munale Paolo Cesaro, quello provinciale Luca Micalizzi e alcuni consiglieri di cir­coscrizione. «A dire il vero le petizioni so­no due - spiega il parlamentare democra­tico - . Nella prima chiediamo al ministe­ro degli Interni Roberto Maroni di non ta­gliare i fondi alle forze di polizia che de­vono presidiare il territorio. Nella secon­da invece si fa richiesta al prefetto Ennio Sodano di sgomberare l’area - aggiunge -. E’ evidente che di questi problemi non può farsi carico solamente il Comune. In città poi sono presenti dei campi nomadi attrezzati e quelle sono le uniche aree ido­nee ad accogliere queste presenze». Pre­senze che nel quartiere hanno creato più di qualche problema. «Effettivamente si tratta di un insediamento molto proble­matico - ammette Andrea Micalizzi, presi­dente democratico del Consiglio di circo­scrizione 3 - . L’area in questione è stata presa in affitto da due famiglie rom che, di volta in volta, ospitano parenti e amici che arrivano con le loro roulotte». «Il rio­ne sta soffrendo per questa situazione. E’ aumenta la microcriminalità e molti com­mercianti vengono infastiditi. Nonostan­te il Quartiere e il Comune siano interve­nuti a più riprese, non si è arrivati a nul­la. Ora c’è bisogno di una salto di qualità, quindi lo sgombero», dice ancora Micaliz­zi.

Naturalmente l’iniziativa va ad assu­mere automaticamente un significato po­litico: stiamo assistendo forse ad una de­riva leghista della sinistra padovana? «Ne­anche per idea - sbotta immediatamente Naccarato - , noi non siamo contro la pre­senza dei campi nomadi, ma contro quel­li abusivi. Noi non contestiamo i rom in quanto tali, ma siamo contro questo inse­diamento che si pone al di fuori della le­galità. La nostra è una battaglia per riaf­fermare un principio - dice ancora il par­lamentare - . I nomadi, che molto spesso sono italiani, devono avere i nostri stessi diritti, ma allo steso tempo devono rispet­tare la legge, come tutti. Quello che ci dif­ferenzia dai leghisti - conclude - è che so­vente loro mettono in discussione la pre­senza dei rom nelle nostre città. Noi inve­ce, molto semplicemente, non vogliamo che nessuno viva al di fuori della legge. Mi pare ci sia una bella differenza» .

Alberto Rodighiero
10 ottobre 2009

1 commento:

  1. Mi mette in difficoltà questo post.
    Vivendo a Roma la situazione non è poi così diversa.
    Io comunque concordo con il sindaco di Padova, come concordavo con il sindaco di Bologna.

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