"Lasciate che chi non ha voglia di combattere se ne vada. Dategli dei soldi perche' acceleri la sua partenza, dato che non intendiamo morire in compagnia di quell'uomo. Non vogliamo morire con nessuno ch'abbia paura di morir con NOi!"
Enrico V-William Shakespeare

sabato 24 ottobre 2009

Obiezione di coscienza

A SEDRIANO, VICINO A MAGENTA, NEL MILANESE

Sindaco obiettore: «Sono cattolico,
non celebro matrimoni civili»

Al­fredo Celeste, 56 anni, inse­gnante di religione: «Per me le nozze sono quelle davanti a Dio, punto»

Il manifesto del sindaco di Sedriano, Alfredo Celeste (dal web)
Il manifesto del sindaco di Sedriano, Alfredo Celeste (dal web)

Il matrimonio civile non s'ha da fare. O meglio, il sin­daco non lo celebrerà, né og­gi, né mai. A Sedriano, paese di 11 mila abitanti vicino a Magenta, il sindaco ha fatto «obiezione di coscienza». Al­fredo Celeste, 56 anni, inse­gnante di religione eletto nel giugno scorso nelle file del Pdl, ha deciso di non unire mai nessuno in matrimonio durante il suo mandato. A far­lo ci penserà il consigliere de­legato alle pubbliche relazio­ni, Antonella Pigliafreddo, op­pure uno degli altri membri dell'assise. Il motivo della scelta? La sua fede cattolica. «Io insegno religione — spiega Celeste —. Non posso dare certi insegnamenti in classe e poi non applicarli nel­la vita. Per me il matrimonio è quello davanti a Dio, punto. Inoltre, per i cittadini non cambia niente, le nozze sono celebrate da un altro membro dell'amministrazione». La de­cisione del sindaco finora non ha creato proteste. Le due coppie che si sono sposa­te in questi mesi non hanno fatto obiezioni. D'altronde, non è neppure necessario che sia un amministratore a celebrare il rito civile. La leg­ge dice che chiunque può far­lo, anche un parente o un ami­co della coppia, basta che sia­no maggiorenni.

«Il rito civi­le è comunque un'unione d'amore, non ne metto in dubbio il significato, ma è una questione di coerenza. Io non rinuncio alle mie convin­zioni», sottolinea il sindaco, sposato e con una figlia. Sulla sua «obiezione di coscienza», la curia di Milano preferisce non esprimersi. Per il parro­co, don Luigi Brigatti «è una scelta della sua coscienza e co­me tale va rispettata, che la si condivida o meno. L'impor­tante è che il rito civile sia co­munque garantito».

Non si tratterebbe comunque del pri­mo caso. Altri sindaci non lo dicono apertamente, ma evi­tano di celebrarli il più possi­bile, delegando volta per vol­ta qualcun altro al loro posto. «Vedute opposte, per quan­do mi riguarda — attacca Marco Re, consigliere d'oppo­sizione del Pd. Re è cattolico praticante e è stato sindaco per dodici anni —. Ho cele­brato almeno cento matrimo­ni civili, cercando di delegare il meno possibile. Non ho mai pensato di commettere un atto contro la mia fede. Il rito civile è un atto positivo, che tutela molto di più la cop­pia rispetto a una semplice convivenza». L'obiezione di coscienza? «Una scelta inte­gralista non condivisibile».

Giovanna Maria Fagnani
24 ottobre 2009
Corriere della Sera

Pensate un pò a che punto siamo, vogliono governare i paesi le città poi non accettano le leggi dello Stato

2 commenti:

  1. L'Italia non si fa mancare nulla, eccessi di invidia verso sistemi talebanici non ci coglieranno di certo. Gli obiettori di scoscienza devono starsene alla larga dalle istituzioni i "seguaci di Cristo" commettono un gravissimo peccato occupandosi di politica, pertanto dovrebbero essere destituiti da cariche laiche !
    Ma tanto gli italiani il ciador ed il burka ce l'hanno nel cervello per questo giustificano la minestra che si fa fra sacro e profano!

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  2. Crediamo sia un fatto gravissimo di chi non rispetta le istituzioni e la popolazione in genere (lui è sindaco anche di chi non l'ha votato).

    Dopo l'annunciato sfratto ai ragazzi del G.A.S che vuole cacciare solo perché, sempre secondo il suo punto di vista, l'unico spazio aggregativo dev'essere l'oratorio, questo è l'ennesimo atto di prepotenza nei confronti della popolazione sedrianese.
    Siamo ancora un paese laico, questo gesto non può e non deve passare inosservato.
    Fabio

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