"Lasciate che chi non ha voglia di combattere se ne vada. Dategli dei soldi perche' acceleri la sua partenza, dato che non intendiamo morire in compagnia di quell'uomo. Non vogliamo morire con nessuno ch'abbia paura di morir con NOi!"
Enrico V-William Shakespeare

venerdì 6 novembre 2009

Alta cultura !




giovedì 5 novembre 2009

MA IO DIFENDO QUELLA CROCE



Dipendesse da me, il crocifisso resterebbe appeso nelle scuole. E non per le penose ragioni accampate da politici e tromboni di destra, centro, sinistra e persino dal Vaticano. Anzi, se fosse per quelle, lo leverei anch’io. Fa ridere Feltri quando, con ignoranza sesquipedale, accusa i giudici di Strasburgo di combattere il crocifisso anziché occuparsi di lotta alla droga e all’immigrazione selvaggia”: non sa che la Corte può occuparsi soltanto dei ricorsi degli Stati e dei cittadini per le presunte violazioni della Convenzione sui diritti dell’uomo. Fa tristezza Bersani che parla di “simbolo inoffensivo”, come dire: è una statuetta che non fa male a nessuno, lasciatela lì appesa, guardate altrove.

Fa ribrezzo Berlusconi, il massone puttaniere che ieri pontificava di “radici cattoliche”. Fanno schifo i leghisti che a giorni alterni impugnano la spada delle Crociate e poi si dedicano ai riti pagani del Dio Po e ai matrimoni celtici con inni a Odino. Fa pena la cosiddetta ministra Gelmini che difende “il simbolo della nostra tradizione” contro i “genitori ideologizzati” e la “Corte europea ideologizzata” tirando in ballo “la Costituzione che riconosce valore particolare alla religione cattolica”. La racconti giusta: la Costituzione non dice un bel nulla sul crocifisso, che non è previsto da alcuna legge, ma solo dal regolamento ministeriale sugli “arredi scolastici”. Alla stregua di cattedre, banchi, lavagne, gessetti, cancellini e ramazze. Se dobbiamo difendere il crocifisso come “arredo”, tanto vale staccarlo subito. Gesù in croce non è nemmeno il simbolo di una “tradizione” (come Santa Klaus o la zucca di Halloween) o della presunta “civiltà ebraico-cristiana” (furbesco gingillo dei Pera, dei Ferrara e altri ateoclericali che poi non dicono una parola sulle leggi razziali contro i bambini rom e sui profughi respinti in alto mare). Gesù Cristo è un fatto storico e una persona reale, morta ammazzata dopo indicibili torture, pur potendosi agevolmente salvare con qualche parola ambigua, accomodante, politichese, paracula. È, da duemila anni, uno “scandalo” sia per chi crede alla resurrezione, sia per chi si ferma al dato storico della crocifissione.

L’immagine vivente di libertà e umanità, di sofferenza e speranza, di resistenza inerme all’ingiustizia, ma soprattutto di laicità (“date a Cesare quel che è di Cesare e a Dio quel che è di Dio”) e gratuità (“Padre, perdona loro perché non sanno quello che fanno”). Gratuità: la parola più scandalosa per questi tempi dominati dagli interessi, dove tutto è in vendita e troppi sono all’asta. Gesù Cristo è riconosciuto non solo dai cristiani, ma anche dagli ebrei e dai musulmani, come un grande profeta. Infatti fu proprio l’ideologia più pagana della storia, il nazismo – l’ha ricordato Antonio Socci - a scatenare la guerra ai crocifissi. È significativo che oggi nessun politico né la Chiesa riescano a trovare le parole giuste per raccontarlo. Eppure basta prendere a prestito il lessico familiare di Natalia Ginzburg, ebrea e atea, che negli anni Ottanta scrisse:

“Il crocifisso non genera nessuna discriminazione. Tace. È l’immagine della rivoluzione cristiana, che ha sparso per il mondo l’idea dell’uguaglianza fra gli uomini fino ad allora assente… Perché mai dovrebbero sentirsene offesi gli scolari ebrei? Cristo non era forse un ebreo e un perseguitato morto nel martirio come milioni di ebrei nei lager? Nessuno prima di lui aveva mai detto che gli uomini sono tutti uguali e fratelli. A me sembra un bene che i bambini, i ragazzi lo sappiano fin dai banchi di scuola”.

Basterebbe raccontarlo a tanti ignorantissimi genitori, insegnanti, ragazzi: e nessuno – ateo, cristiano, islamico, ebreo, buddista che sia - si sentirebbe minimamente offeso dal crocifisso. Ma, all’uscita della sentenza europea, nessun uomo di Chiesa è riuscito a farlo. Forse la gerarchia è troppo occupata a fare spot per l’8 per mille, a batter cassa per le scuole private e le esenzioni fiscali, a combattere Dan Brown e Halloween, e le manca il tempo per quell’uomo in croce.
Anzi, le mancano proprio le parole. Oggi i peggiori nemici del crocifisso sono proprio i chierici. E i clericali.


Inutile dirvi che Marco Travaglio ormai mi ha letteralmente "rapita", perdonatemi se ogni tanto ve lo ripropongo, ma quest'articolo non potevo non postarlo. L'impareggiabile cultura di quest'uomo travolge, e questa grande lezione di teologia e filosofia, mai data da nessuno, meritava la Vostra attenzione. Come dico da sempre gli italiani hanno un "credo" per tradizione, vergognoso, e a pappagallo ripetono frasi senza senso giusto per imporre, sempre imporre, fortissimamente imporre lo stesso vuoto d'anima che hanno loro stessi, meschinelli, sciatti e demoniaci megalomani, clerici e laici.
Francesca

4 commenti:

  1. Io non concordo con l'affissione del crocefissso quale insegnamento o modello di vita cristiana.
    Intendo: se vogliono che rimanga ci rimanga pure basta che non mi obblighino a pensarla come i preti.
    Il motivo è semplice, l'edificazione del dolore come colpa da espiare.
    Ma chi lo ha stabilito ( domanda che faccio al clero) che la mia vita è una sofferenza e la devo vedere come una colpa?
    Il dolore esiste, eccome, ma fa parte della vita e lo devo accettare. Nella mia educazione ci deve essere una fase per cui il dolore va accettato in quanto elemento di vita.
    La cattolizzazione della vita moderna, intendendo il dolore come colpa ha fatti sì di ricercare rimedi ( fittizzi) al dolore, una scristianizzazione quindi di tipo nichilista, nascondere il dolore per vivere meglio.
    Ma al dolore non si sfugge e ci troverà impreparati.
    Il crocefisso è il simbolo del dolore come colpa.

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  2. Lorenzo a chi lo dici?
    Io manco c'ero quando hanno crocifisso Gesù, e poi perchè io sono colpevole ed il canguro o la ginestra no? Pure loro sono maschi e femmine altrimenti come si riprodurrebbero?

    A parte gli scherzi, Travaglio questo dice, in parole povere quel Crocifisso è la bandiera dietro la quale nascondono la loro sopraffazione sugli altri, offendendo quel simbolo loro stessi in primis.
    Se spiegassero davvero chi era Cristo come Uomo, perderebbero molto potere, andrebbero in caduta libera verso il basso. Non lo farenno mai, conoscere quell'Uomo è pericoloso, molto pericoloso, quindi meglio usarlo come ricatto psicologico addossando a tutti la Sua crocifissione, ma io come Cristo li prenderei a frustate!!

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  3. Post molto interessante...
    Dietro il crocefisso c'è tutta l'umanità, bellissimo!

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  4. Vero Stella,
    un saggio, non un articolo, ha scritto questa volta Marco Travaglio.

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