"Lasciate che chi non ha voglia di combattere se ne vada. Dategli dei soldi perche' acceleri la sua partenza, dato che non intendiamo morire in compagnia di quell'uomo. Non vogliamo morire con nessuno ch'abbia paura di morir con NOi!"
Enrico V-William Shakespeare

giovedì 26 novembre 2009

E la morale? Se ne parla, se ne parla soltato !


" Due cose riempiono l'animo di ammirazione e venerazione sempre nuova e crescente, quanto più spesso e più a lungo la riflessione si occupa di esse: il cielo stellato sopra di me, e la legge morale in me. "
Per molti questo pensiero di Immanuel Kant, uno dei più grandi filosofi dell'era moderna, non nasconde segreti e sembra quasi un’idea scontata da condividere e sapere che c’è,che chi l’ha teorizzata aveva un grande senso morale e del rispetto ed era un grande pensatore e, dunque, al di sopra degli uomini cosiddetti comuni.
Eppure se ognuno di noi si fermasse a meditare a lungo su queste parole, nella loro assoluta semplicità scoprirebbe che, non sono affatto scontate, sono immense.
E credo che in ogni epoca passata l’uomo si sia sempre posto l’interrogativo della legge morale. Come in Platone, ad esempio.
Platone, nei suoi dialoghi, racconta sempre una storia critica come storia critica del presente. Il passato della Repubblica può servire da punto di riferimento critico perché siamo noi a farlo, con il nostro pensiero. Egli tramanda il passato ripetendolo mnemonicamente, in un mondo, per questo, destinato alla ripetizione; il filosofo, di contro, riporta in vita il passato ripensandolo, e dunque lo fa vivere in un mondo che può cambiare. Possiamo cambiare non perché "abbiamo" un futuro che ancora non c'è, ma se e perché possediamo criticamente il nostro passato.
Rapportando queste considerazioni al nostro presente potremmo mai affermare di possedere criticamente le radici del nostro passato?
Vi chiederete, ora, dove io voglia andare a parare…cosa voglio esprimere.
Se oggi una parte del nostro popolo non crede più in una sinistra pluralista, democratica, di lotta ma anche capace di governare è perché si è sentito “tradito” da chi aveva il dovere morale di portare avanti le idee e la grandiosità di un progetto pensato, secondo me, tenendo ben presente la massima kantiana.
"Qualcuno era comunista perchè Berlinguer era una brava persona.."cantava Giorgio Gaber...
"Un uomodella classe operaia e del popolo. L'uomo del nuovo socialismo e della lotta per la pace.Una grande forza politica e morale della democrazia italiana.
Un uomo giusto."L'Unita', 1984
Ma perchè non si è stati in grado di ereditare il rigore morale e la serietà politica di un uomo così?
Un politico da sempre vicino alla questione femminile;attento ai temi dell'ecologia;
un no-global ante-litteram: "Se noi volgiamo lo sguardo alla storia di questo secolo - che conclude il secondo millennio della forma di incivilimento cui apparteniamo - scorgiamo straordinari progressi nella coscienza dei popoli e delle persone umane che li compongono.
Vi è stato, innanzitutto, un risveglio da forme di soggezione secolare, di esclusione, di avvilimento della parte più grande del genere umano. Pensiamo a quello che era all'inizio del secolo la condizione dell'Asia, dell'Africa, dell'America Latina ma anche di tanta parte del proletariato e dei lavoratori nell'Europa e nell'America settentrionale, per avere l'idea del rivolgimento radicale che si è venuto attuando. Un rivolgimento peraltro, che non è stato il portato meccanico delle trasformazioni scientifiche e tecnologiche. Queste trasformazioni hanno generato condizioni nuove, ma vi sono state guerre, ci sono volute rivoluzioni, lotte, sofferenze e sacrifici inauditi per arrivare là dove siamo arrivati.
Il processo di liberazione dei popoli si è fondato sopra il risveglio delle coscienze individuali di centinaia di milioni, di miliardi di uomini.
La partecipazione alla lotta non solo accende gli animi, ma li dispone alla conoscenza, rendendoli protagonisti attivi di un processo di mutazione. Non per caso la volontà dei conservatori e dei reazionari di ogni latitudine e di ogni stampo, è innanzitutto quella di tenere, o di rendere, passivi e conformisti le donne e gli uomini, ma innanzitutto le giovani generazioni."
Non proprio moltissimo tempo fa. Fassino sostenne “ Noi siamo gli eredi di Berlinguer”
Ma è proprio così? Ne era sicuro Fassino quando pronunciava, secondo me, con eccessiva leggerezza, quelle parole.
Cosa gli direbbe oggi Berlinguer a sentirlo? E cosa direbbe della situazione attuale della classe politica e dei partiti e, soprattutto delle condizioni della sinistra?
«I partiti non fanno più politica», diceva Enrico Berlinguer. «I partiti hanno degenerato e questa è l'origine dei malanni d'Italia».
"I partiti di oggi sono soprattutto macchine di potere e di clientela: scarsa o mistificata conoscenza della vita e dei problemi della società e della gente, idee, ideali, programmi pochi o vaghi, sentimenti e passione civile, zero.Gestiscono interessi, i più disparati, i più contraddittori, talvolta anche loschi, comunque senza alcun rapporto con le esigenze e i bisogni umani emergenti, oppure distorcendoli, senza perseguire il bene comune.La loro stessa struttura organizzativa si è ormai conformata su questo modello, e non sono più organizzatori del popolo, formazioni che ne promuovono la maturazione civile e l'iniziativa:sono piuttosto federazioni di correnti, di camarille, ciascuna con un "boss" e dei "sotto-boss (...)""I partiti hanno occupato lo Stato e tutte le istituzioni a partire dal governo, gli enti locali, gli enti di previdenza, le aziende pubbliche, gli istituti culturali, gli ospedali, le università, la Rai tv, alcuni grandi giornali.Per esempio oggi c'è il pericolo che [...] il Corriere della Sera cada in mano di questo o quel partito o di una sua corrente, ma noi impediremo che un grande organo di stampa faccia una così brutta fine.(28 luglio 1981)
SEMBRANO PAROLE SCRITTE OGGI !!!! Per Dio … mi viene da pensare
Ma oggi la classe dirigente e non solo quella politica ma tutti coloro i quali girano intorno alla gestione della cosa pubblica ibridata dal privato, a cominciare dalle banche, danno davvero l’impressione di possedere un alto tasso di moralità e di rispetto verso il popolo che nella nostra legge fondamentale è denominato POPOLO SOVRANO?
Il senso di responsabilità sociale del politico come del banchiere e di qualsiasi altro dirigente , non è soltanto un generico richiamo all'etica, alla trasparenza e alla correttezza nelle scelte gestionali. È consapevolezza dell'esistenza degli "interessi generali" coinvolti dall'agire come conseguenza delle scelte , ed è quindi correlata responsabilità.
"Noi siamo convinti che il mondo,anche questo terribile, intricato mondo di oggi può essere conosciuto, interpretato, trasformato,e messo al servizio dell'uomo, del suo benessere, della sua felicità.La lotta per questo obiettivo è una prova che può riempire degnamente una vita."
Come dice Amartya Sen, "Se è vero che gli individui in realtà, perseguono incessantemente e senza compromessi solo il loro ristretto interesse personale, allora la ricerca della giustizia verrà intralciata a ogni passo dall'opposizione di tutti coloro che abbiano qualcosa da perdere dal cambiamento proposto.
Se invece gli individui, come persone sociali, hanno valori e obiettivi di più vasta portata, che includono la comprensione per gli altri e un impegno verso norme etiche, allora la promozione della giustizia sociale non dovrà necessariamente fronteggiare un'incessante opposizione a ogni cambiamento."(...)

3 commenti:

  1. La cosa che mi ha fatto riflettere leggendo questo Tuo articolato e appassionato post è :
    come mai gli esseri umani hanno corta memoria dei grandi Uomini ed invece conservano nei secoli il fascino dei "corrotti"? Kant sottolinea l'importanza del ricordo storico come punto importante per un'evoluzione migliore di noi stessi, eppure ciò non avviene se non in pochi, gli attenti.
    L'opera di Le Bon, molto amata dai peggiori statisti è il loro "vangelo", non a caso è bandita dall'inseggnamento, un'opera che dovrebbe essere letta più dai cittadini che dagli statisti.
    Mi vengono inevitabilmente in mente statisti come Hitler e Mussolini che dichiaravano "La psicologia delle folle" un testo sacro per chi doveva governare: Non a caso il primo nel '34, dopo aver favorito il Concordato con la Santa Sede fu proposto dal Vaticano di farlo santo quando ancora era in vita.(si,si, proprio Hitler).
    Il secondo era decantato come "L'uomo della Provvidenza" e addirittura scrisse una "dottrina" "la concezione fascista è spiritualistica", "Il Fascismo è una concezione religiosa". La loro fine non fu tanto mistica.

    Se poi penso alla "maratona" politica del 2006, quando nelle piazze i simpatizzanti di SB. sventolavano striscioni con su scritto "B...Presidente" e "Santo subito"... la mia rabbia sale ai massimi livelli.
    Se è vero che la Costituzione ha bisogno di modifiche io l'avrei un articolo che bandisca per sempre la soggiogazione delle folle, negando ai politici di usare nei loro monologhi pubblici parole come "libertà", "popolo" e "democrazia"... Un sogno utopistico il mio, quindi il mio pensiero è: essendo questo un 73-enne e con un grosso bagaglio di schifi e vergogne, ha ormai i giorni contati sulla scena politica perchè mai nessun popolo ha assistito a tanto scempio dopo il sorgere delle Costituzioni democratiche

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  2. Citando Kant posso dirti che basta dare una occhiata al popolo tedesco, a mio giudizio kantiano per natura, per vedere le differenze con noi.
    Bellissimo post Miryam, uno scritto che va dritto alle coscienze di noi cittadini, almeno quelli che intendono la politica non come un tifo da stadio.
    Che dirti? Di esempi ne abbiamo molti, questa volta sono i cittadini a volere personaggi in politica del livello del PdL, sicuramente li rappresentano, sicuramente la loro memoria storica si ferma all'ultima coppa dei campioni vinta dal Milan.
    Lorenzo

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  3. Brava Myriam hai tradotto la tua felicità in un bellissimo post

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