"Lasciate che chi non ha voglia di combattere se ne vada. Dategli dei soldi perche' acceleri la sua partenza, dato che non intendiamo morire in compagnia di quell'uomo. Non vogliamo morire con nessuno ch'abbia paura di morir con NOi!"
Enrico V-William Shakespeare

mercoledì 4 novembre 2009

Bossi comanda


Il Senatùr: «No, i fondi li chiediamo a Tremonti». E Casini: fare lobbt in Parlamento
Maroni: «Votiamo con l'opposizione»
Bossi frena: «Farà quel che dice la Lega»
No del ministro ai tagli sulla sicurezza. «Sosterremo gli emendamenti per dare più soldi alle forze dell'ordine»

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Bossi: «L'ho tirato su da quando era ragazzino, quindi farà quello che dice la Lega»
«Maroni l'ho allevato io»

ROMA - Se dall'opposizione arriveranno proposte per «dare più soldi alla polizia, la Lega è pronta a sostenerle». Lo ha detto il ministro dell'Interno Roberto Maroni sottolineando che sulla sicurezza «non possono esserci vincoli di maggioranza». Però poche ore dopo è stato direttamente il leader del Carroccio, Umberto Bossi, a frenare il suo ministro: «Maroni farà ciò che dice la Lega» ha precisato il Senatùr commentando le dichiarazioni del titolare del Viminale. «Maroni l'ho allevato io quando era ragazzino e quindi farà ciò che dice la Lega - ha dichiarato i capo dei Lumbard al termine del funerale della poetessa Alda Merini nel Duomo di Milano -. La Lega mantiene la parola: abbiamo fatto le elezioni con Berlusconi, non con l'opposizione. Per avere i fondi tratteremo con il ministro Tremonti».

«FAREMO BATTAGLIA» - Sulle risorse per la sicurezza, aveva invece spiegato il ministro dell'Interno, ci sarà da fare in Parlamento una dura lotta. «E io garantisco che sia da parte mia sia dalla Lega su questi temi faremo una battaglia forte - aveva aggiunto - perchè se ci sarà una proposta di dare più soldi alla polizia da parte dell'opposizione noi la sosterremo. E se da ambienti governativi arriva una richiesta di tagli noi voteremo contro». Sulla sicurezza, ha ripetuto il ministro, «non possono esserci vincoli di maggioranza». Maroni ha spiegato di aver chiesto direttamente al premier Silvio Berlusconi uno stanziamento aggiuntivo di un miliardo e 100 milioni di euro per le Forze di polizia in aggiunta al bilancio 2010. L'intervento di Bossi potrebbe però ora costringere Maroni al dietrofront.

I «FINIANI» CON MARONI - Il ministro dell'Interno incassa però il sostegno indiretto di Farefuturo, l'associazione vicina al presidente della Camera, Gianfranco Fini: «Non abbiamo paura di dirlo. Anzi, lo diciamo con tutta la chiarezza che può servire alla causa: ha ragione il leghista Roberto Maroni».«Da queste pagine - scrive il direttore del loro giornale online, Filippo Rossi - non siamo mai stati mai teneri con le posizioni leghiste» ma Maroni «ha ragione perché non è possibile che uno stato si riempia la bocca di ’legalità’ e ’sicurezza’, se ne faccia vanto, e poi, come denunciano le cronache e i sindacati di settore (di destra e di sinistra), lasci senza risorse proprio quegli uomini che, sul campo, devono garantire col loro impegno quotidiano la ’legalità’ e la "sicurezza" per tutti i cittadini».

CASINI: «FARE LOBBY» - Sulla questione prende posizione anche il leader dell'Udc, Pier Ferdinando Casini: «La rilevanza del tema sicurezza deve trovare riscontro anche in finanziaria. Maggioranza e opposizione facciano fronte comune». Casini critica i tagli del governo alle forze dell'ordine e invita la maggioranza a «costruire una lobby trasversale in Parlamento, anche con un voto comune» per salvaguardare l'interesse a destinare maggiori risorse alla sicurezza. «Ero in piazza insieme contro i tagli del governo Prodi. Ora il governo è cambiato, ma i tagli sono rimasti - sottolinea l'esponente centrista -. Nessuno pensa che questo sia attribuibile a questo o quel governo ma il tema deve trovare riscontro nella finanziaria». Secondo il leader dell'Udc il tema della sicurezza va sottratto allo scontro politico e dalle speculazioni «altrimenti - ammonisce - si rischia di finire nelle sabbie mobili».

«AVEVAMO RAGIONE» - E dalle fila del Pd, il deputato Marco Minniti, già viceminstro dell'Interno nell'ultimo governo Prodi, sottolinea come «il ministro Maroni con la sua dichiarazione ha confermato quello che da tempo veniva da noi denunciato e ricordato per ultimo dalla imponente manifestazione dei sindacati di polizia del 28 ottobre scorso, e cioè che esiste un drammatico problema per le risorse destinate alla sicurezza. Finalmente si guarda in faccia alla realtà». «Il primo e decisivo banco di prova - aggiunge - è la legge finanziaria in discussione al Senato. Noi siamo pronti a fare la nostra parte, ci aspettiamo serietà e coerenza».

4 novembre Corriere della sera

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