"Lasciate che chi non ha voglia di combattere se ne vada. Dategli dei soldi perche' acceleri la sua partenza, dato che non intendiamo morire in compagnia di quell'uomo. Non vogliamo morire con nessuno ch'abbia paura di morir con NOi!"
Enrico V-William Shakespeare

venerdì 12 febbraio 2010

Maddalena


Renato Soru: "La Sardegna si costituisca parte civile"

di c.d.g.tutti gli articoli dell'autore

I frammenti di due telefonate. Prima gli imprenditori Anemone e de Santis che, nel luglio del 2008, gioiscono perché il presidente della Regione sarda ha avvallato l’accreditamento di 800 milioni di euro da destinare alla costruzione della strada da Sassari e Olbia. E poi, nel gennaio del 2009, Guido Bertolaso che, parlando con Balducci, dice di voler “sfruttare” i giorni della campagna elettorale sarda (mancava un mese alle elezioni regionali) «perché Soru pensa ad altre cose».

Ma la storia della Maddalena era cominciata prima, ed era cominciata bene. Con entusiasmo. Perché gli americani L’avevano restituita ai sardi e l’organizzazione del G8 - un suggerimento di Renato Soru accolto da Romano Prodi - era una grande opportunità per trasformare radicalmente l'isola e rendere effettivo il progetto di farne un centro turistico di rilevanza internazionale.

All’ex capo del governo sardo Renato Soru (presidente di Tiscali ed editore de l’Unità), le vicende di questi giorni suscitano amarezza. Liquida una battuta quel «Soru pensa ad altre cose» pronunciato da Bertolaso («È la dimostrazione che non facevo parte di quel sistema ed ero anzi un elemento di disturbo») e nel gioioso scambio di battute tra i due imprenditori vede una dimostrazione di quello che chiama «il gioco delle tre carte». Dove il giocatore scorretto è stato il governo in carica. «Il presidente Berlusconi aveva riservato 643 milioni di fondi Fas regionali, tra cui 522 milioni per la Sassari-Olbia, e 96 milioni di Fas nazionali. Questo era il patto con lo Stato. Poi non solo ci hanno tolto i 96 milioni, ma hanno cancellato i 522 milioni destinati alla realizzazione di opere per il G8. E la strada non è stata mai fatta».

Non è che uno degli effetti della partita truccata. Ce n'è un altro, paradossale. Ed è che il combinato disposto della mala gestione del G8 (con la conclusione beffarda del suo improvviso trasferimento all'Aquila), e della totale inerzia dell’attuale giunta regionale stanno alimentando la «bugia qualunquista» secondo cui tutto il progetto la Maddalena sarebbe sbagliato e i 320 milioni spesi per i lavori sarebbero stati buttati via. «Il progetto - dice Soru - rimane valido. Certamente si poteva spendere di meno, ma sono state realizzate opere fondamentali: l’impianto di depurazione e trattamento delle acque reflue, la bonifica dall’amianto e dagli oli pesanti che inquinavano i terreni, due alberghi, la trasformazione dell’arsenale che può ospitare dei cantieri navali, un approdo turistico più grande di Porto rotondo e di Porto Cervo messi assieme. È un complesso di strutture che è in grado di dare lavoro. Si tratta di garantirne la manutenzione e di farlo funzionare. Ma, naturalmente, bisogna che qualcuno lo faccia».

Un problema doppio di gestione politica. Nazionale, quanto al «gioco delle tre carte». Regionale, quanto all’attuale inerzia. «Finché è stato Prodi il presidente del Consiglio, Bertolaso è stato molto corretto. Concertava tutti gli interventi con la Regione che aveva la responsabilità del Comitato di indirizzo e guida. Poi è arrivato Berlusconi e siamo stati tagliati fuori. C’era un budget iniziale che poteva essere sufficiente, ma i prezzi sono schizzati. Sono successe cose sconcertanti. Un esempio: il porto dell’ex arsenale aveva una straordinaria banchina di granito del 1800. È stata smantellata e sostituita con un’altra banchina di granito. Un danno per l’architettura, per la storia e anche per le casse pubbliche».

Poi c’è stata la sconfitta elettorale di un anno fa e l’insediamento in Sardegna della giunta di centrodestra con l’eliminazione dell'«elemento di disturbo». Ed ecco i bandi delle gare d’appalto fatti senza alcun concorso della Regione. Ed ecco l’amministrazione regionale che non reagisce in alcun modo a questo esproprio di poteri. Fino ai giorni nostri. Allo scandalo, agli arresti. «Non voglio entrare nel merito dell’inchiesta penale - conclude Renato Soru - ma dico che la Regione ha il dovere di costituirsi parte civile contro chi ha arrecato questi danni alla Sardegna».

11 febbraio 2010

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