"Lasciate che chi non ha voglia di combattere se ne vada. Dategli dei soldi perche' acceleri la sua partenza, dato che non intendiamo morire in compagnia di quell'uomo. Non vogliamo morire con nessuno ch'abbia paura di morir con NOi!"
Enrico V-William Shakespeare

mercoledì 21 aprile 2010

Due pesi e due misure


Fisichella: «La Comunione? Berlusconi
si è separato da Veronica, può farla»

CITTA’ DEL VATICANO (21 aprile) - Non è la prima volta che il presidente del Consiglio Berlusconi si trova al centro di polemiche legate alla questione della comunione ai divorziati.

Due anni fa, durante un suo soggiorno estivo in Sardegna, al vescovo di Tempio Pausania che stava inaugurando il nuovo campanile della chiesa di Porto Rotondo, gli chiese a bruciapelo quando la Chiesa avrebbe cambiato le regole per ammettere «noi separati» alla comunione. Aggiungendo: «Lei che ha potere si rivolga a chi è più in alto di me». In questi giorni a risollevare la questione ci ha pensato una fotografia che ritrae il premier intento a comunicarsi durante il funerale di Raimondo Vianello. Inutile dire che questa immagine sta creando un certo disorientamento tra i fedeli, poiché tutti sanno che il premier è divorziato e risposato.

Arcivescovo Rino Fisichella la gente si chiede se il divieto è caduto tout court o se per lui la Chiesa ha fatto una eccezione?
«Nessuna eccezione. Ci mancherebbe. La Chiesa non ha mai cambiato idea a tal proposito, i divorziati che si sono risposati una seconda volta civilmente, non possono accostarsi a questo sacramento. Era così ed è tuttora così, non è mutato niente».

E allora?
«Se il presidente del Consiglio prima di accostarsi all’ostia consacrata era nella condizione di poterla prendere, vale a dire se si era prima confessato, nulla glielo vietava».

Il sacerdote che ha celebrato il rito funebre, non doveva rifiutarsi di dare l’ostia consacrata a un divorziato?
«E perché mai?».

Tanto per cominciare, perché per la Chiesa, è collocato in una situazione irregolare..
«Facciamo subito un po’ di chiarezza. Il presidente Berlusconi essendosi separato dalla seconda moglie, la signora Veronica, con la quale era sposato civilmente, è tornato ad una situazione, diciamo così, ex ante. Il primo matrimonio era un matrimonio religioso. E’ il secondo matrimonio, da un punto di vista canonico, che creava problemi. E’ solo al fedele separato e risposato che è vietato comunicarsi, poiché sussiste uno stato di permanenza nel peccato. A meno che, ovviamente, il primo matrimonio non venga annullato dalla Sacra Rota. Ma se l’ostacolo viene rimosso, nulla osta».

In pratica, con la separazione dalla signora Veronica, il presidente Berlusconi è nelle condizioni di accostarsi alla comunione dato che non vive più in uno stato di permanenza di peccato, ho capito bene?
«Esattamente».

Fonte: il Messaggero

5 commenti:

  1. Le vie del Signore sono finite.. sono state aperte quelle di Silvio, per chi volesse intraprendere il viaggio verso "Puttanopoli"!
    Sempre di paradiso trattasi!!!

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  2. MONS. FISICHELLA MENTE PER LA GOLA! NON E' VERO, E' DIVORZIATO DALLA PRIMA MOGLIE! VERONICA E' LA SECONDA, CON RITO CIVILE.

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  3. Infatti Luigi, è proprio quello che ha detto Fisichella. Essendo ora separato anche dalla seconda moglie, sposata solo con rito civile, non è più permanentemente nel peccato, visto che è divorziato dalla prima.
    Lorenzo

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  4. SE VAI SU MICROMEGA LEGGERAI CHE TRE SACERDOTI (DON FARINELLA, DON ANTONELLI E DON GAROFALO) LA PENSANO DIVERSAMENTE. INOLTRE, A MIO GIUDIZIO, IL DIVORZIATO VIVE PERMANENTEMENTE NEL PECCATO ANCHE SOLO VIRTIALE. INFINE, PER ME SONO TUTTE SCEMENZE, MA NON PER LA RELIGIONE CRISTIANA, I CRISTIANI E LA CHIESA CATTOLICA.

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  5. Dimenticate miei cari Signori che furono proprio i Papi a decretare la santità di certi personaggi, il migliore fra tutti fu Pio XI che per poco non santificò in vita Hitler e dichiarò che Mussolini era l'uomo della provvidenza.
    Gli altri a seguire non furono meglio, altrimenti Wojtyla non avrebbe mai permesso la sua scesa in campo politico. Vi ricordate quel Don Giovanni che dichiarò, in un comizio pubblico tenuto dallo stesso B., che su Silvio era sceso lo Spirito Santo? La Chiesa complice non sollevò alcuna obiezione già allora.
    Il gesto di B. nel prendere la Comunione con la compiacenza dell'arcivescovo altro non è che un significato storico che ha molta valenza, tipo quello di Napoleone quando si incoronò da solo, gesti che equivalgono al potente d'essere al di sopra del credo. Punto!
    A nulla valgono le recriminazini di semplici preti, se pur degni del massimo rispetto.

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