"Lasciate che chi non ha voglia di combattere se ne vada. Dategli dei soldi perche' acceleri la sua partenza, dato che non intendiamo morire in compagnia di quell'uomo. Non vogliamo morire con nessuno ch'abbia paura di morir con NOi!"
Enrico V-William Shakespeare

martedì 27 luglio 2010

Resa dei Conti




Cala il sipario sul web, uno degli ultimi spazi disponibili per fare circolare liberamente le idee.
Il comma 29 dell'articolo 1 della legge bavaglio impone che ogni sito, blog, forum, pagina Facebook, canale YouTube, debba sottostare all'obbligo di rettifica previsto per le testate giornalistiche. Si rischiano multe fino a 12mila euro. Nel frattempo l'Autorità garante per le Comunicazioni ha pubblicato gli schemi dei regolamenti in ossequio al Decreto Romani. D'ora in poi le web tv ed i video blogger italiani dovranno chiedere all’Agcom un’autorizzazione per andare online e versare 3000 euro per l'iscrizione. Mentre nel mondo sempre più paesi guardano con lungimiranza alla rete, in Italia procede a tappe forzate il progetto per controllare il web e per zittire le tante voci contro il palazzo che popolano Internet di Federico Mello e Guido Scorza



Il nostro Premier non ama la Rete e questo non è né un mistero né una notizia.Perché mai, d’altra parte, il Signore dell’oligopolio dell’informazione italiana ed il Re del TELE-COMANDO dovrebbe guardare anche solo con interesse ad uno strumento come la Rete che consente a chiunque di dire la sua a pochi click di distanza dal sito internet di RAI UNO che pubblica i video promo del prode Minzolini?
In un mondo che guarda al web – eccezion fatta per qualche regime totalitario – come ad una straordinaria risorsa democratica ed ad un diritto fondamentale dell’uomo e del cittadino, la radicale assenza, da parte di questo Governo, di qualsivoglia politica dell’innovazione è di per sé un fatto preoccupante.Difficile sentirsi sereni e cittadini di un Paese moderno quando il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Gianni Letta – mentre il resto d’Europa investe milioni di euro per promuovere la diffusione della banda larga per uscire dalla crisi – ti dice che noi investiremo in banda larga solo dopo che – non è dato sapere come – saremo usciti dalla crisi o, piuttosto, quando il Ministro dell’Innovazione nel promuovere un progetto vecchio di cinque anni e anti-innovativo come la PEC, destinata a far la gioia solo di Poste Italiane aggiudicataria – non certo a sorpresa – di una concessione da 50 milioni di euro l’anno, lo battezza “la più grande rivoluzione culturale mai prodotta in questo Paese” nonché “la migliore riforma italiana dal dopoguerra ad oggi” .Negli ultimi mesi, tuttavia, sta accadendo qualcosa di più.
C’è un disegno nel Palazzo che ha per obiettivo quello di imbavagliare anche l’informazione libera online e consegnare la Rete nelle mani dei Signori dell’informazione di un tempo perché la utilizzino come una grande TV
Nessuna teoria complottista ma solo l’analisi dei fatti.L’ormai celebre – nel senso dello strangolatore di Boston e non certo di un premio nobel per la pace – DDL intercettazioni, tra le tante disposizioni liberticida, contiene un art. 29 che estende a tutti i gestori di siti informatici – e dunque all’intera blogosfera italiana – l’obbligo di rettifica previsto dalla vecchia legge sulla Stampa datata 1948 e scritta dai padri costituenti quando Internet non esisteva neppure nell’immaginario degli scrittori di fantascienza.
All’indomani dell’approvazione del DDL, se un blogger ricevuta una richiesta di rettifica non provvederà entro 48 ore sarà passibile di una sanzione pecuniaria fino a 12 mila e 500 euro: una pena accettabile per un editore tradizionale ma di gran lunga superiore agli utili di un lustro di uno dei tanti blog che popolano la blogosfera italiana, garantendo quell’informazione libera che solo pochi giornali e poche TV hanno potuto e saputo sin qui assicurare.Il malcelato obiettivo perseguito dal Palazzo con questa disposizione, ancora una volta, non ha niente a che vedere con la tutela della privacy dei cittadini e risponde, piuttosto, alla finalità di disincentivare i non professionisti dell’informazione ad occuparsi di informazione in modo tale che, anche nell’era di internet, l’informazione, in Italia, possa essere controllata esercitando pressioni politiche ed economiche su un numero quanto più limitato possibile di persone.
Nei giorni scorsi due emendamenti al comma 29 dell’art. 1 del DDL intercettazioni presentati, in Commissione Giustizia alla Camera, al fine di “ammorbidire” l’impatto della disposizione sull’ecosistema Internet, sono stati, addirittura, dichiarati – del tutto inspiegabilmente – inammissibili dal Presidente, Giulia Bongiorno .
La Rete ha reagito con una lettera aperta indirizzata al Presidente Fini ed a tutti i deputati italiani, ma, naturalmente, le chance che il testo del comma 29 venga modificato nella discussione in aula appaiono prossime allo zero.Frattanto – ed è proprio questa coincidenza e sovrapposizione di eventi a non consentire più di giustificare quanto sta accadendo sulla base del fatto che il Palazzo sia abitato da dinosauri che non conoscono la Rete – l’Autorità per le Garanzie nelle comunicazioni ha pubblicato, nell’ambito di una consultazione pubblica, gli schemi di due Regolamenti volti a disciplinare la diffusione di contenuti audiovisivi a mezzo internet in ossequio all’ormai famoso Decreto Romani.
Tutte le web tv ed i video blogger italiani, in forza degli emanandi regolamenti, dovranno chiedere all’Agcom un’autorizzazione – o almeno indirizzarle una dichiarazione di inizio attività -, versare 3000 euro per il rimborso delle spese di istruttoria (quali?) e, soprattutto, finiranno assoggettati, tra gli altri al solito obbligo di rettifica, sempre entro 48 ore e sempre sotto la minaccia di una sanzione fino a 12 mila e 500 euro
L’obiettivo dell’ultimo scellerato progetto di Palazzo sembra evidente: ora che il Cavaliere si accinge a sbarcare in Rete avendone forse, almeno, subodorato le enormi potenzialità, la vuole tutta per lui, per i suoi amici e per i soli suoi nemici che ha, comunque, la garanzia di poter controllare almeno in termini economici.


E' stato bello finchè è durato... POPOLO... ITALIANI... l'atto finale è arrivato, per chi ha creduto in questi politici e per chi ha urlato forte il Suo sdegno!
Non perdonerò mai chi ha voluto tutto ciò, per chi è stato indifferente al significato della Libertà libera.. e non imposta come ora sarà!!
Prigionieri di menti malate in un Paese dove vigeva la più bella delle Costituzioni !
Cordialmente vi detesto!!!!

4 commenti:

  1. Concordo Francy non ci sono parole solo
    RABBIA non è possibile accettare tutto così.

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  2. Sottoscriviamo un patto fra blogger, pronti a postare nei nostri siti gli scritti sottoposti a rettifica.
    Un post censurato su un blog che repentinamente appare su altri mille.
    Mandiamo in tilt il loro sistema.
    Con la rete è possibile.
    Magari creando anche un gruppo di supporto su FB, in grado di comunicare in tempo reale l'avvicendarsi degli eventi.
    Consigliabile sarebbe, per chiunque, conservare una copia di quei post che potrebbero essere in odore di "rettifica", per inviarlo, se ciò dovesse accadere, attraverso una catena di e-mail, in modo da poterlo pubblicare nei nostri blog.
    Cosa faranno, multeranno mezza Italia?
    Dovrei lavorare due anni interi senza mangiare e nè pagare le bollette per pagare a PAPERUSCONI la tangente sulla "rettifica".
    Cosa mi pignora?
    Il mio computer targato Cartagine, ed il servizio di piatti preso coi punti Coop?
    Mi mette in galera?
    Sono incensurata, non mi farei nemmeno un giorno.
    E se c'è intorno una vasta solidarietà il primo post incriminato potrebbe recare le firme di centinaia di blogger:
    Ci mette tutti in galera?
    Mi oscura il blog?
    Lo riapro da un'altra parte, magari su un server straniero (per questo occorrerebbe un gruppo di "tecnici" come supporto per dare informazioni corrette sui modi d'agire)
    Avanti ragazzi, fuori le idee! :)))))
    PAPERUSCONI, TI SFIDO!
    Marilena

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  3. Marilena,
    l'intenzione di starmene buona buona non mi sfiora nemmeno, il guaio che il "diabolico decreto" attacca in primis le piattaforme e poi i blogger, l'hanno studiata bene i quattro dell'Ave-Maria : PD-PDL-Lega-UDC.
    Certo che ci coalizzeremo intorno ai giornalisti professionisti e free, intorno ai magistrati. Confido sempre negli acker-rivoluzionari, se ci sono riusciti gli iraniani a sfondare il sistema.. gli italiani non saranno da meno, lo bruceranno!!!
    Ho tanta di quella rabbia dentro.. un mamba mi fa un baffo! Non tenere conto della "mia opinione", che poi è anche di milioni di italiani, la ritengo la più grave delle offese da parte di chi dovrebbe rappresentarli i cittadini non ignorarli!!
    Certo che salveremo i Nostri scritti, certo che di rettifiche dovranno inviarne milioni al giorno, l'importante è stare uniti..
    e poi.. i piatti con i punti ce li rifaremo :DDDDDDDDD
    Un abbraccio

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  4. solo la foto che hai postato è un pugno allo stomaco , dovrebbero gurdarla qualche volta questi piccoli omini neri che ci governano ....condivido tutto il tuo post
    ciao

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