"Lasciate che chi non ha voglia di combattere se ne vada. Dategli dei soldi perche' acceleri la sua partenza, dato che non intendiamo morire in compagnia di quell'uomo. Non vogliamo morire con nessuno ch'abbia paura di morir con NOi!"
Enrico V-William Shakespeare

venerdì 1 aprile 2011

Uso e Abuso


Fuoco amico su La Russa di

Luca Telese

Il giorno più lungo e più brutto per Ignazio La Russa. E non perché a chiedere le sue dimissioni – dopo il vaffa-show in parlamento - sia un “nemico” come Massimo D’Alema. E nemmeno perché Umberto Bossi ha detto con tono lapidale: “Doveva stare zitto”. E nemmeno perché una interrogazione su una attrice assunta con contratto di collaborazione alla Difesa lo costringa a rispondere su questa consulenza per così dire rosa.

No, quello che mette in difficoltà il ministro, giunti a 48 ore dalla bagarre a Montecitorio che lo ha visto come protagonista è che la polemica non accenna a spegnersi. E che lui si ritrova come bersaglio principale di un “fuoco amico” che non ha il suo epicentro tra gli alleati o tra gli avversari, ma che parte dalle fila dello stesso partito di cui è coordinatore, il Pdl. Quello che sconvolge La Russa e i suoi uomini è che il ministro della Difesa continua ad essere vittima di un fuoco amico. Ieri, attraversare il Transatlantico di Montecitorio era come solcare un campo di battaglia.


CAPANNELLI, dispute, echi di continue polemiche in Transatlantico, giornalisti stretti intorno ai deputati in uscita dall’Aula per capire cosa diavolo fosse accaduto nel cono d’ombra dell’irriferibile, nei corridoi che circondano l’emiciclo dove sono volate parole grosse. Uscendo dall’aula Giorgia Meloni scuote la testa: “Parliamoci chiaro… Tutto quello che sta accadendo non è originato dal discorso di Ignazio. Qualcuno sta giocando sporco perché vuole approfittare di questa polemica per colpirlo”. E quel qualcuno, su cui la Meloni glissa ha un nome e un cognome. L’uomo che si era distaccato dal Pdl, e che quando è tornato lo ha trovato avvolto nella infaticabile rete organizzativa tessuta da La Russa in tutta Italia si chiama Claudio Scajola. Se c’è una cosa che La Russa sa fare, infatti è muovere gli organigrammi promuovere le persone, fare squadra. Di più: la quota del 30% degli incarichi dirigenziali si è molto accresciuta, anche dopo l’uscita dei finiani, facendo perdere posizioni preminenti agli ex di Forza Italia. E così l’altro ieri Scajola era il suo accusatore più acerrimo. Al punto che ieri ha dovuto provare a recuperare, fermando un tentativo di raccolta di firme tra i parlamentari pidiellini per chiedere le sue dimissioni dall’incarico di coordinatore del Pdl e di ministro.


COSÌ L’AFFAIRE La Russa si sta rivelando un vero e proprio guaio per la maggioranza. Anche perché il caos in Aula delle ultime 24 ore ha portato allo slittamento del voto sul processo breve, cioè a quello che Berlusconi considera più vitale per se stesso. E ieri è arrivata la ciliegina sulla torta. Il ministro ha dovuto rispondere ad un’interrogazione caustica del deputato democratico Andrea Sarubbi sulle sue consulenze ministeriali : “Dal 10 marzo di quest’anno – scrive Sarubbi - la soubrette Hoara Borselli è stata assunta nella segreteria del ministro della Difesa La Russa come collaboratrice per i grandi eventi, con particolare riferimento alle manifestazioni del 150/o anniversario dell’Unità nazionale. Certo, sembra un affare: lo stipendio - 16.120 euro annui - non è degno del lungo curriculum della signora che annovera prestigiosi riconoscimenti, che iniziano con il premio Miss Malizia del '92, passano per varie comparsate nel cinema - Panarea, Per favore: strozzate la cicogna - ma soprattutto nel piccolo schermo con la partecipazione a CentoVetrine e Bagaglino, fino alla vittoria di Ballando con le Stelle. Qualche domanda, tuttavia, è lecito porsela”.

A sorpresa La Russa ha risposto con un comunicato ufficiale: “La signora Hoara Borselli, come risulta con totale e assoluta trasparenza dallo stesso sito del ministero della Difesa, è entrata a far parte degli uffici di diretta collaborazione del ministro (previsti per legge nel numero dei componenti e nelle relative retribuzioni) a partire dal 10 marzo scorso e già il giorno 17 ha presentato il concerto della fanfara del Comando artiglieria contraerei dell’Esercito in piazza di Spagna”. Forse un modo per dire che preferisce gli attacchi diretti al “fuoco amico”.


Sono talmente pieni di se stessi che non hanno un minimo di ritegno. Volgari e balordi, si circondano di donnacce e faccendieri come fosse la cosa più ovvia del mondo. Tavernieri sempre ubriachi, sicuri che nessuno potrà mai prenderli per il cravattino e buttarli fuori dal "locale". Hanno fatto dei valori di una Repubblica il lasciapassare per le loro nefandezze. Pazzesco!

4 commenti:

  1. Magari fossero solo ubriachi Francy! Questi, oltre essere pieni di sé sono pieni di coca. Basta vedere il loro sguardo allucinato e quelle pupille grosse come una boccia.
    Ma gli ultimi sondaggi danno al 40% il PdL, quindi fanno bene a comportarsi in questo modo. Hanno il pieno sostegno degli italiani.
    Doriana

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  2. è diventata una cosa normale , essere ladri - mafiosi - puttanieri ( scusate) - tutto questo grazie all'omuncolo piccoletto ed ai suoi soldi

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  3. Hoara e la russa, sembra una coppia di m.....te:DDDDD
    Doriana

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  4. Doriana, credo poco ai sondaggi, inquanto pilotati da domande che inducono l'intervistato a rispondere secondo le aspettative di chi li commissiona. Se fosse vero dovremmo vedere un B. circondato da una folla oceanica, come agli esordi. Mi pare che sia costretto a pagare i manifestanti, 50E. a comparsa.
    Hai ragione nel dire che sono una masnada di drogati.

    Valerio, non scusarTi, purtroppo ci hanno portati a usare i termini che meritano, dirli in modo elegante non spiegherebbe a pieno ciò che sono.

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