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sabato 3 marzo 2012

Memoria Storica



ARCHIVIO LA REPUBBLICA DAL 1984

VALE UN TRILIONE DI LIRE IL PATRIMONIO PUBBLICO
06 settembre 1987 — pagina 51 sezione: ECONOMIA




ROMA Per la prima volta nella sua storia, lo Stato italiano è in grado di valutare non solo il complesso dei beni di sua appartenenza ma anche quelli di tutta la pubblica amministrazione. Secondo le prime indiscrezioni, questa ricchezza ammonterebbe a un trilione, cioè un milione di miliardi, una cifra decisamente superiore al debito pubblico, ma che include, oltre agli immobili e ai fabbricati, anche beni demaniali, e quindi incedibili, come le spiagge, le strade e così via.



Di questo trilione, in base ad una stima estremamente prudenziale, l' 1 per cento, ossia 10 mila miliardi, potrebbe essere venduto ai privati nei prossimi anni. Ma la speranza è che si possa alienare molto di più. Le stime si ricavano dai primi risultati di una lunga e particolareggiata indagine sul patrimonio immobiliare pubblico. A condurla per due anni è stata una commissione presieduta dal professor Sabino Cassese.


Nell' ottobre ' 85 fu Bettino Craxi, allora presidente del consiglio, a istituirla, con lo scopo di individuare i beni da destinare alla vendita, e quelli da conservare ma sui quali far pagare un più elevato prezzo di gestione. Si voleva sapere cioè in che misura la privatizzazione del patrimonio pubblico, o la sua migliore gestione finanziaria avrebbero permesso di migliorare i conti dello Stato, gravati da deficit annuali crescenti e da una montagna di debiti accumulati. Nei primi giorni di agosto, Cassese ha consegnato al ministro del Tesoro, Giuliano Amato, un documento con i primi risultati dell' indagine. In questo documento si dice che, in base ad una stima molto prudenziale, è possibile come minimo alienare l' 1 per cento circa dell' intero patrimonio, e con il ricavato coprire un decimo del fabbisogno pubblico. I conti sono presto fatti: il dieci per cento di 100 mila (arrotondando verso il basso) è 10 mila, che è a sua volta l' un per cento di un trilione.


Certo, 10 mila miliardi sono ben poca cosa di fronte al dissesto complessivo della pubblica amministrazione, ma come si diceva, la commissione Cassese è convinta che si potrà poi in concreto rastrellare molto di più. Due anni di lavoro hanno comunque consentito di fotografare con sicurezza il patrimonio e il demanio di tutta la pubblica amministrazione. Finora erano disponibili solo i dati di pertinenza dello Stato, e sfuggivano dunque tutte le regioni, le province, i comuni, le Usl, gli enti pubblici non economici.


La differenza è enorme: basti pensare che nell' 86 il complesso dei beni in mano allo Stato è stato valutato solo 143.500 miliardi, e di questi il patrimonio vendibile è di appena 1.190 miliardi. Adesso questa cifra si è moltiplicata per dieci. Le informazioni sono arrivate da più di una fonte in modo da consentire incroci di dati e verifiche. Le sedi provinciali della Ragioneria hanno inviato circa diecimila schede. Ad esse si sono aggiunte due indagini: una del catasto e l' altra promossa direttamente dalla commissione Cassese e condotta presso tutti i gangli della pubblica amministrazione.


La commissione Cassese è intenzionata ora a proseguire il suo lavoro per riuscire a capire fino in fondo quanta parte di quel trilione può essere sfruttata economicamente. Le Ferrovie: ecco un' area dove si potrebbe fare molto. Ci sono moltissimi caselli non più in funzione, molti fabbricati e suoli appetibili che non servono all' azienda. La difesa: un' altro terreno fertile, con una quantità di caserme e altri immobili sottoutilizzati. Ma non c' è solo la strada della vendita, della privatizzazione. C' è anche quella della concessione della gestione ai privati. Una concessione condotta finora senza minimamente preoccuparsi del risultato economico. E qui il discorso non si limita solo al patrimonio cedibile ma anche allo stesso demanio. I canoni che pagano i gestori di un arenile sono speso ridicoli. Perché non aumentarli? - di MARCO RUFFOLO






E' da allora che i banchieri avevano messo gli occhi addosso alle ricchezze italiane. Davanti a un popolo disattento è stato facile eliminare personaggi scomodi, come giornalisti d'assalto, giudici con annesse scorte, per poi portare avanti l'insano disegno dell'odierna Italia, tanto cara a banchieri e delinquenti di ogni genere nelle Istituzioni.



3 commenti:

  1. ciao
    buongiorno
    http://laracroft3.skynetblogs.be http://lunatic.skynetblogs.be

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  2. Lalique,
    buongiorno a Te.
    Il link che hai postato non porta da nessuna parte, ci sarà qualcosa di sbagliato.
    Ripostalo se puoi. Grazie

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  3. Io ho cliccato sul suo profilo ma non ci ho capito molto :)

    Un post completo, scusa se commento solo ora, dove fotografa " il sotterraneo" ma non troppo lo stato della reale economia italiana, il vero motore che muove politici e capi di stato europei e forse anche a mericani e cinesi.
    Ovviamente incluse tutte le mafie...

    Lorenzo

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