"Lasciate che chi non ha voglia di combattere se ne vada. Dategli dei soldi perche' acceleri la sua partenza, dato che non intendiamo morire in compagnia di quell'uomo. Non vogliamo morire con nessuno ch'abbia paura di morir con NOi!"
Enrico V-William Shakespeare

venerdì 21 agosto 2009

Bossi junior


Ma dài, che cosa di buono si può pretendere da uno che ha fatto il giro del mondo prima di prendere un diploma? Ma perché scandalizzarci? E poi chi è suo padre? Talis pater talis filius… Duro certo ce l’ha: un cervello di pietra!
Immaginate l’Italia nelle mani di questo idiota che si diverte sulla pelle dei poveracci? Ma questo è da manicomio, come suo padre del resto. O perché non prenderlo a calci nel culo, e spedirlo in fondo al mare? Le trote sanno nuotare?
C'è l’Italia che va a rotoli, e questo deficiente ne inventa una delle sue come se tutto, ormai, fosse un gioco divertente sulle rovine di una democrazia in fiamme.
Iniziamo o no la rivoluzione? E di questo mostriciattolo che ne faremo?

da L’Unità

Il macabro gioco della Lega
di Marco Bucciantini

Sono “rimbalzati” davvero, mica è un gioco. Non è stato un click con il mouse a respingere e affondare la barca degli eritrei, ma il muovere del mare, la stanchezza, l’insicurezza e la disperazione del viaggio, l’insipienza dei comandanti di fortuna. Sono storie che finiscono in fondo al Mediterraneo, non ci sono scatole nere che spiegheranno mai nulla. Il mare è un «vero leghista», direbbe Renzo Bossi e con lui l’accolita di sodali che si balocca sulla pagina di facebook della Lega Nord. Dove anche ieri si poteva giocare a Rimbalza il clandestino, infame passatempo dove tutto è più semplice e con un click sulle barchette che appaiono a ridosso delle coste italiane - fino a Ventimiglia - si elimina la minaccia straniera. Gioco venduto con motivazioni da statista dal cogestore con il figlio del ministro della pagina del Carroccio: «Abbiamo deciso di puntare sull’interattività cercando di coinvolgere i giovani e sensibilizzarli su un fenomeno reale che affligge le nostre coste».

I Bossi invece sono un fenomeno reale che affligge il Paese, e ormai fanno coppia fissa, l’Umberto si porta appresso Renzo, da lui stesso definito «la trota», in quanto non ancora vero e proprio «delfino». Mai affettuosità paterna fu più calzante, come hanno confermato tre commissioni d’esame, tutte decise nel bocciare la Trota alla prova di Maturità («ma erano professori del Sud» tuonò il padre, che ricorse al Tar). Il ministro non ha aspettato il diploma per presentare il figlio a Palazzo Chigi: «Portalo, Umberto: sarà il tuo vero erede», lo spronava il padrone di casa, Berlusconi. Il vero lancio è stato dalla rampa dei leghisti, a Pontida, quando la Trota parlò al popolo del Nord. «Ho due modelli: papà e Napoleone», disse Renzo a Gian Antonio Stella del Corriere. Nel frattempo Bossi jr ha conquistato la Maturità e l’incarico all’Osservatorio sulla trasparenza e l’efficacia delle Fiere lombarde. Sembra una storia di Ceppaloni: il purismo della Lega intaccato dal nepotismo.

Ogni volta tocca mettere in fila tutte le bassezze di questo 21enne ragazzo, quarto e ultimo figlio di Umberto, attivista della Nazionale di calcio padana, esposto con sua entusiasta complicità al pubblico ludibrio. C’è sempre qualcosa da aggiungere. Come questo gioco, che diventa crudele mentre intorno alle coste italiane i disgraziati muoiono. «I giocatori devono difendere il suolo patrio. Durante i vari livelli, i clandestini toccano a sorpresa il suolo italiano, e il compito del giocatore è rimandarle indietro, premendo sulle imbarcazioni. Allo scadere del tempo, chi avrà respinto i tentativi di invasione potrà proseguire passando al livello successivo, dove l’intensità degli sbarchi aumenta», si legge nella didascalia. Che sprona le guardie dei nostri confini: «chi ci riesce, avrà dimostrato di essere un vero leghista». O una vera trota.

dal sito Tafanus

Fonte Unità


C'era un motivo per essere bocciato !!!!


Nessun commento:

Posta un commento