Romano e Flavia Prodi con la torta del 70esimo compleanno
BEBBIO - Berlusconi? "Direi il piatto vuoto". E il giornalista tedesco, per essere sicuro che i suoi lettori capiscano, aggiunge come nota: "Pietanza senza sapore". Romano Prodi ritorna. Compie 70 anni e torna: come professore, economista, maratoneta. Non come politico. Solito ritornello. "Ho chiuso. E sono una persona seria". Non si fa intervistare, poi la politica spunta quando il giornalista di ADAC reisemagazin lo trascina a discutere di cibi e piatti, bellezze d'Italia e della vita. Dai Bertoluccci a Fellini, dai portici alla gente. Lui si santifica come Mortadella, per il suo storico avversario non spreca paragoni.
Il ruolo del Grande Vecchio lo intriga adesso che è dimagrito e tutti gli fanno i complimenti. Al Pd lancia indicazioni. "Da iscritto". Indicazioni pesanti. Su come andare al congresso, non fare trucchi con le tessere, rappresentare genti e territori. Lavorare. Ricordando, "rinnovandosi e rinnovando". "Io ho comunque vinto due elezioni e la maggioranza di centrodestra non è poi cementata. Berlusconi ha cambiato l'Italia grazie anche alle sue tv e vinto le elezioni del 2008 perché rappresenta lo spirito della maggior parte delle persone. Ma si può cambiare. Io credo che tra i miei connazionali molti preferiscono parcheggiare in seconda fila. Io però sto sempre attento alle disposizioni vigenti".
Anche la vecchia Mortadella può servire con una risata. "E' una eccezionale specialità di Bologna. La città detta la Dotta e la Grassa. Amo questi due appellativi, segni di due grandi identità. La cultura in quanto conoscenza, l'università più antica, il professore. E la cultura del mangiare bene. La Mortadella è un insaccato della tradizione, appartiene alla gente semplice, ai lavoratori. E in più va preparata in modo accurato e con l'utilizzo di ottimi prodotti e in tante varianti".
Il cuore batte per Pierluigi Bersani, ma Prodi saluta il fatto che con l'ex comunista ci siano cattolici come Rosi Bindi ed Enrico Letta e con l'ex dc Dario Franceschini ci siano ex comunisti come Piero Fassino e Sergio Cofferati. "Guarda te, due dell'Emilia - Romagna. Con il Pci quando si celebrava la regione rossa mai era successo. E nella Dc l'unico fu Zaccagnini". L'Ulivo nella storia e nel futuro? "Rimescolare - è lo slogan - . Era la cosa più importante. Il partito ha bisogno di fondere le proprie radici sempre di più. Mi sembra che l'obiettivo sia raggiunto".
Si allena in Italia, ma deciso a correre per il mondo. Prepara il nuovo corso alla Brown University, uno dei sette atenei più importanti d'America. Studia la possibilità di un corso su Europa ed economia che gli hanno offerto all'ateneo di Shangai. Gli hanno chiesto di fare trasmissioni tv nel paese asiatico in marcia verso tutto. Vede se l'Onu gli confermerà il suo incarico sui peacekeeping in Africa. Macina chilometri per New York, per una maratona mitica che l'anno scorso uno strappo gli vietò quasi sul nastro di partenza. Si commuove alla lettera di auguri di Helmut Kohl, in tedesco, piena di affetto ben oltre la politica. Si industria per rispondergli nella stessa lingua. "Ci siamo sempre capiti benissimo. Abbiamo un retroterra simile, l'educazione cattolica. Io l'ho sempre ammirato, per come semplificava problemi enormi. Fino ad arrivare ad un si o ad un no".
Settant'anni. Dal 9 agosto 1939. La famiglia immensa l'aspetta, nel casone sulle colline di Reggio Emilia. "Ma niente festa. Al massimo si riflette. Poi se ci siamo vedremo per gli ottanta".
Otto fratelli, dacché Giorgio "il più intelligente" è morto più di vent'anni fa, oltre cento fra figli, nipoti, coniugi e affini.
Pranzo all'aperto, se non piove. Torta e niente celebrazioni. Anche se qualche pellegrino arriverà. Non politico, comunque. I prodiani non esistono più come gruppo, il Prodi-pensiero ritorna. Dopo l'ira della caduta, "disfatta", la riflessione è sul Pd. "I partiti sono essenziali, ma come dice la Costituzione devono assicurare il "metodo democratico". I cittadini, tanto più con la sciagurata legge elettorale voluta dal centrodestra, invece si sentono espropriati da decisioni prese con criteri arbitrari e non comprensibili. Fino al terribile gioco delle "veline"". E ancora una riflessione-messaggio: "Il Pd deve fare del metodo democratico la sua bandiera, rispondere ai suoi elettori e evitare che alla vigilia di ogni congresso si ripeta la lievitazione delle tessere. I delegati devono essere in proporzione dei voti riportati e non dei tesserati. E poi le primarie. L'elettore ha il diritto di scegliere leader regionali che conosce e che, forti di questa legittimazione territoriale, contribuiscano alla elezione dei vertici nazionali".
(9 agosto 2009)
BEBBIO - Berlusconi? "Direi il piatto vuoto". E il giornalista tedesco, per essere sicuro che i suoi lettori capiscano, aggiunge come nota: "Pietanza senza sapore". Romano Prodi ritorna. Compie 70 anni e torna: come professore, economista, maratoneta. Non come politico. Solito ritornello. "Ho chiuso. E sono una persona seria". Non si fa intervistare, poi la politica spunta quando il giornalista di ADAC reisemagazin lo trascina a discutere di cibi e piatti, bellezze d'Italia e della vita. Dai Bertoluccci a Fellini, dai portici alla gente. Lui si santifica come Mortadella, per il suo storico avversario non spreca paragoni.
Il ruolo del Grande Vecchio lo intriga adesso che è dimagrito e tutti gli fanno i complimenti. Al Pd lancia indicazioni. "Da iscritto". Indicazioni pesanti. Su come andare al congresso, non fare trucchi con le tessere, rappresentare genti e territori. Lavorare. Ricordando, "rinnovandosi e rinnovando". "Io ho comunque vinto due elezioni e la maggioranza di centrodestra non è poi cementata. Berlusconi ha cambiato l'Italia grazie anche alle sue tv e vinto le elezioni del 2008 perché rappresenta lo spirito della maggior parte delle persone. Ma si può cambiare. Io credo che tra i miei connazionali molti preferiscono parcheggiare in seconda fila. Io però sto sempre attento alle disposizioni vigenti".
Anche la vecchia Mortadella può servire con una risata. "E' una eccezionale specialità di Bologna. La città detta la Dotta e la Grassa. Amo questi due appellativi, segni di due grandi identità. La cultura in quanto conoscenza, l'università più antica, il professore. E la cultura del mangiare bene. La Mortadella è un insaccato della tradizione, appartiene alla gente semplice, ai lavoratori. E in più va preparata in modo accurato e con l'utilizzo di ottimi prodotti e in tante varianti".
Il cuore batte per Pierluigi Bersani, ma Prodi saluta il fatto che con l'ex comunista ci siano cattolici come Rosi Bindi ed Enrico Letta e con l'ex dc Dario Franceschini ci siano ex comunisti come Piero Fassino e Sergio Cofferati. "Guarda te, due dell'Emilia - Romagna. Con il Pci quando si celebrava la regione rossa mai era successo. E nella Dc l'unico fu Zaccagnini". L'Ulivo nella storia e nel futuro? "Rimescolare - è lo slogan - . Era la cosa più importante. Il partito ha bisogno di fondere le proprie radici sempre di più. Mi sembra che l'obiettivo sia raggiunto".
Si allena in Italia, ma deciso a correre per il mondo. Prepara il nuovo corso alla Brown University, uno dei sette atenei più importanti d'America. Studia la possibilità di un corso su Europa ed economia che gli hanno offerto all'ateneo di Shangai. Gli hanno chiesto di fare trasmissioni tv nel paese asiatico in marcia verso tutto. Vede se l'Onu gli confermerà il suo incarico sui peacekeeping in Africa. Macina chilometri per New York, per una maratona mitica che l'anno scorso uno strappo gli vietò quasi sul nastro di partenza. Si commuove alla lettera di auguri di Helmut Kohl, in tedesco, piena di affetto ben oltre la politica. Si industria per rispondergli nella stessa lingua. "Ci siamo sempre capiti benissimo. Abbiamo un retroterra simile, l'educazione cattolica. Io l'ho sempre ammirato, per come semplificava problemi enormi. Fino ad arrivare ad un si o ad un no".
Settant'anni. Dal 9 agosto 1939. La famiglia immensa l'aspetta, nel casone sulle colline di Reggio Emilia. "Ma niente festa. Al massimo si riflette. Poi se ci siamo vedremo per gli ottanta".
Otto fratelli, dacché Giorgio "il più intelligente" è morto più di vent'anni fa, oltre cento fra figli, nipoti, coniugi e affini.
Pranzo all'aperto, se non piove. Torta e niente celebrazioni. Anche se qualche pellegrino arriverà. Non politico, comunque. I prodiani non esistono più come gruppo, il Prodi-pensiero ritorna. Dopo l'ira della caduta, "disfatta", la riflessione è sul Pd. "I partiti sono essenziali, ma come dice la Costituzione devono assicurare il "metodo democratico". I cittadini, tanto più con la sciagurata legge elettorale voluta dal centrodestra, invece si sentono espropriati da decisioni prese con criteri arbitrari e non comprensibili. Fino al terribile gioco delle "veline"". E ancora una riflessione-messaggio: "Il Pd deve fare del metodo democratico la sua bandiera, rispondere ai suoi elettori e evitare che alla vigilia di ogni congresso si ripeta la lievitazione delle tessere. I delegati devono essere in proporzione dei voti riportati e non dei tesserati. E poi le primarie. L'elettore ha il diritto di scegliere leader regionali che conosce e che, forti di questa legittimazione territoriale, contribuiscano alla elezione dei vertici nazionali".
(9 agosto 2009)
fonte La Repubblica
Bravo Prodi!!
RispondiEliminaDi professori come Lei è piena l'Italia, tranquillità, pachetezza, savoir faire e consigli gratuiti..tutto alle spalle dei "soliti fessi".
A questo prezzo saprebbe parlare così bene anche una scimmia muta.
La Sua vita è comoda comunque sia andata, quella di milioni di cittadini italiani no!!!
Vede, io non l'ho più tollerata da quando dopo la verifica del controllo schede elettorali 2006 causa brogli, fortemente vouluta dall'imbroglione,si scoprì che di brogli ce n'erano stati per parecchi milioni di schede tutte per Forza Italia.
Lei, invece d'avvalersi di quei dati s'accontentò di quei miserabili 24,000 voti in più che ufficialmente avevano fatto la differenza per la vittoria della sinistra.
Non crede che avrebbe potuto fare di più per l'Italia pretendendo la reale differenza che l'aveva eletta Premier ?
Io dico di si !! Non ci prenda per i fondelli dicendo che l'Italia l'ha rovinata solo una parte...Lei a quella parte ha fatto l'occhiolino.
"Il 24 novembre 2006 esce il filmato Uccidete la democrazia! di Beppe Cremagnani, Enrico Deaglio e Ruben H. Oliva nel quale invece si racconta di una lunga inchiesta giornalistica nella quale si evidenzia la possibilità che si siano verificati brogli di grossa entità, che avrebbero falsificato il numero di schede bianche, diminuite di molti milioni, mediante un software installato nel server del Viminale che le avrebbe attribuite al partito di Forza Italia."
Stessa denuncia fatta spesso da Grillo con tanto di spiegazione riguardo ai brogli elettorali.
Con questo commento sono sicura che mi attiro l'ira di molti.....massacratemi pure, sono pronta!