La Rai non trasmette trailer Videocracy:
«C'è un messaggio politico». E' scontro
Il Pd: attacco a libera informazione
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■ Il trailer di Vedeocracy |
ROMA (27 agosto) - E' polemica per la scelta della Rai che ha rifiutato di trasmettere il trailer del film Videocracy - Basta apparire di Erik Gandini. Il documentario ricostruisce i trent'anni di crescita dei canali Mediaset e del sistema televisivo italiano. La motivazione: si tratta di un messaggio politico e non di un film. Alla linea della tv pubblica si è subito associata anche Mediaset. Dure le critiche da parte del mondo politico che mettono l'accento sulla libertà di informazione.
La trama. Il film si incentra sulla figura di Silvio Berlusconi e sulla sua influenza sulla tv italiana negli ultimi decenni. La tesi del film in sostanza è che il Cavaliere ha unito politica e intrattenimento in un perfetto connubio.
«Sembra essere tornati all'epoca del "visto si
stampi". Se non si trattasse di un problema serio e grave che mette in discussione la credibilità del servizio pubblico, penserei agli effetti di un colpo di sole. Purtroppo si tratta di censura bella e buona». Lo dice il consigliere d'amministrazione Rai Nino Rizzo Nervo, a proposito dello stop della Rai al trailer di Videocracy. «Chi l'ha decisa non ha giustificazioni e dovrà risponderne in cda. Sostenere il dovere di pluralismo negli spot - aggiunge il consigliere - è giuridicamente abnorme oltre che ridicolo. Chi in questi giorni ha accusato i consiglieri indicati dal Pd responsabili del blocco delle nomine a Rai3 o è cieco o è in malafede. Con Van Straten abbiamo soltanto impedito che si consumasse la normalizzazione della rete che si è distinta per qualità e autonomia. La censura dello spot di Videocracy dimostra con chiarezza che sulla Rai vi è un preciso disegno di controllo e di annullamento delle libertàeditoriali».
Franceschini: attacco a libera informazione. Questo rifiuto è «un'altra prova di come si stiano restringendo gli spazi della libertà di informazione in Italia», dice Dario Franceschini, segretario del Pd. «Nel nostro paese ora si rifiuta uno spot commerciale a pagamento perché scomodo. Io mi chiedo di questo passo dove andremo a finire. Bisogna allora reagire all'assuefazione. In questo Paese la battaglia per la libertà di informazione non riguarda nè solo il Partito democratico nè solo l'opposizione, ma riguarda - ha concluso - tutti quelli che hanno a cuore un Paese libero, libero veramente».
Melandri: decisione fuori luogo. «La decisione della Rai di vietare i trailers del film Videocracy è proprio fuori luogo», dice Giovanna Melandri, responsabile cultura del Pd. «Siamo arrivati alla paradossale situazione che la Rai, già omologata alla maggioranza di governo - aggiunge -, vieta di trasmettere il trailer pubblicitario di un film reo, di veicolare un “inequivocabile messaggio politico di critica al governo e di ledere 'l'onore e la reputazione personale del Presidente del Consigliò. Da oggi, dunque, la televisione pubblica italiana è divenuta sentinella del buon nome di Silvio Berlusconi». «Credo che in nessuna democrazia occidentale, la televisione pubblica - aggiunge l'esponente Pd - procederebbe ad un ostracismo preventivo cos
fonte Messaggero
ogni volta che vedo questa "faccia" mi riviene il morbillo...sono diventata allegico-intollerante-repulsivo cronica. Non guarirò mai più!!!
RispondiEliminaAnch'io non ho più speranza di guarigione
RispondiEliminaDevo ammetterlo sono ammalata
Hahaha