"Lasciate che chi non ha voglia di combattere se ne vada. Dategli dei soldi perche' acceleri la sua partenza, dato che non intendiamo morire in compagnia di quell'uomo. Non vogliamo morire con nessuno ch'abbia paura di morir con NOi!"
Enrico V-William Shakespeare

venerdì 28 agosto 2009

Rai

La Rai non trasmette trailer Videocracy:
«C'è un messaggio politico». E' scontro

Il Pd: attacco a libera informazione

ROMA (27 agosto) - E' polemica per la scelta della Rai che ha rifiutato di trasmettere il trailer del film Videocracy - Basta apparire di Erik Gandini. Il documentario ricostruisce i trent'anni di crescita dei canali Mediaset e del sistema televisivo italiano. La motivazione: si tratta di un messaggio politico e non di un film. Alla linea della tv pubblica si è subito associata anche Mediaset. Dure le critiche da parte del mondo politico che mettono l'accento sulla libertà di informazione.

La trama. Il film si incentra sulla figura di Silvio Berlusconi e sulla sua influenza sulla tv italiana negli ultimi decenni. La tesi del film in sostanza è che il Cavaliere ha unito politica e intrattenimento in un perfetto connubio.

«Sembra essere tornati all'epoca del "visto si
stampi". Se non si trattasse di un problema serio e grave che mette in discussione la credibilità del servizio pubblico, penserei agli effetti di un colpo di sole. Purtroppo si tratta di censura bella e buona». Lo dice il consigliere d'amministrazione Rai Nino Rizzo Nervo, a proposito dello stop della Rai al trailer di Videocracy. «Chi l'ha decisa non ha giustificazioni e dovrà risponderne in cda. Sostenere il dovere di pluralismo negli spot - aggiunge il consigliere - è giuridicamente abnorme oltre che ridicolo. Chi in questi giorni ha accusato i consiglieri indicati dal Pd responsabili del blocco delle nomine a Rai3 o è cieco o è in malafede. Con Van Straten abbiamo soltanto impedito che si consumasse la normalizzazione della rete che si è distinta per qualità e autonomia. La censura dello spot di Videocracy dimostra con chiarezza che sulla Rai vi è un preciso disegno di controllo e di annullamento delle libertàeditoriali».

Franceschini: attacco a libera informazione. Questo rifiuto è «un'altra prova di come si stiano restringendo gli spazi della libertà di informazione in Italia», dice Dario Franceschini, segretario del Pd. «Nel nostro paese ora si rifiuta uno spot commerciale a pagamento perché scomodo. Io mi chiedo di questo passo dove andremo a finire. Bisogna allora reagire all'assuefazione. In questo Paese la battaglia per la libertà di informazione non riguarda nè solo il Partito democratico nè solo l'opposizione, ma riguarda - ha concluso - tutti quelli che hanno a cuore un Paese libero, libero veramente».

Melandri: decisione fuori luogo. «La decisione della Rai di vietare i trailers del film Videocracy è proprio fuori luogo», dice Giovanna Melandri, responsabile cultura del Pd. «Siamo arrivati alla paradossale situazione che la Rai, già omologata alla maggioranza di governo - aggiunge -, vieta di trasmettere il trailer pubblicitario di un film reo, di veicolare un “inequivocabile messaggio politico di critica al governo e di ledere 'l'onore e la reputazione personale del Presidente del Consigliò. Da oggi, dunque, la televisione pubblica italiana è divenuta sentinella del buon nome di Silvio Berlusconi». «Credo che in nessuna democrazia occidentale, la televisione pubblica - aggiunge l'esponente Pd - procederebbe ad un ostracismo preventivo cos

fonte Messaggero

2 commenti:

  1. ogni volta che vedo questa "faccia" mi riviene il morbillo...sono diventata allegico-intollerante-repulsivo cronica. Non guarirò mai più!!!

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  2. Anch'io non ho più speranza di guarigione

    Devo ammetterlo sono ammalata
    Hahaha

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