"Lasciate che chi non ha voglia di combattere se ne vada. Dategli dei soldi perche' acceleri la sua partenza, dato che non intendiamo morire in compagnia di quell'uomo. Non vogliamo morire con nessuno ch'abbia paura di morir con NOi!"
Enrico V-William Shakespeare

sabato 26 settembre 2009

Formigoni

Seconda Conferenza Nazionale sull'Immigrazione all'Università Cattolica

Formigoni: le Regioni e non lo Stato
decidano i flussi per l'immigrazione

«No a multiculturalismo e assimilazionismo, sì a cultura dominante che pone regole chiare e sa assorbire»

(Eidon)
(Eidon)

MILANO - «Per gestire al meglio la situazione migratoria sarebbe necessario superare la gestione centralizzata dei flussi e attribuire alle Regioni competenze in materia, come peraltro la Lombardia chiede da tempo. Ciò sarebbe peraltro in linea con quella maggior autonomia verso la quale stanno andando le Regioni stesse». La proposta è stata avanzata dal presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni, nel suo intervento di apertura alla Seconda Conferenza Nazionale sull'Immigrazione, venerdì 25 settembre a Milano. «Potendo stabilire l'entità dei flussi -ha spiegato - sapremmo quantificarli meglio in relazione sia alle reali necessità di lavoro, casa e assistenza sia alle nostre capacità di accoglienza».

IL MODELLO DI METICCIATO - Su come affrontare il problema dell'integrazione, tema centrale di tutti gli interventi del convegno, Formigoni ha voluto precisare che «l'Italia ha davanti a sé la strada spianata per pensare ad un nuovo modello di integrazione dopo il fallimento dei due modelli di convivenza più diffusi: il multiculturalismo e l'assimilazionismo». Il primo, ha continuato il presidente della Regione Lombardia, «di stampo anglosassone, basato sulla certezza che sia possibile convivere pacificamente mantenendo idee e costumi in contrasto, ha creato ghetti spaventosi. Il secondo, l'assimilazionismo, di stampo francese, che impone a ciascuno di rinunciare alla propria identità per aderire ad un patriottismo laicista, ha prodotto le rivolte delle banlieu. Noi ora invece possiamo sperimentare un nuovo modello, che potremmo definire "di meticciato", dove una cultura dominante, che per noi è quella cristiana e liberale, ponga regole chiare e valori indiscutibili, ma per il resto sia capace di assorbire apporti culturali e identità differenti. In questa ottica la scuola è fondamentale».

CONCENTRAZIONE NELLE SCUOLE - L'assessore alla Famiglia e Solidarietà sociale della Regione, Giulio Boscagli, ha precisato che «sono oltre 152 mila gli alunni stranieri che frequentano le scuole lombarde. Sono un quarto di tutti i ragazzi immigrati d'Italia e costituiscono il 10% del totale degli alunni lombardi, contro una media nazionale del 6,4%». L'assessore ha poi illustrato la situazione dell'immigrazione in Lombardia e gli interventi della Regione in questo settore. «Si stima che gli immigrati nella nostra regione siano 1.170.000 e che siano aumentati, nell'ultimo anno, di 110.000 unità. Il loro numero è triplicato dal 2001. Sono presenti 180 nazionalità, anche se più della metà degli immigrati sono rumeni, albanesi e marocchini.

DALLA CITTA' AI PAESI - Dal 2001 inoltre si è assistito a una notevole diffusione della loro presenza sul territorio: si sono spostati dalle grandi città (Milano e Brescia) verso i piccoli centri: nel 2001 il 34% di essi gravitava sulla provincia di Milano, oggi la percentuale è del 20%». Per Boscagli «questa grande varietà di nazionalità ha comportato ovviamente molti problemi. Da molti anni però la Regione sta lavorando per affrontarli e realizzare una vera integrazione». Tra le tante iniziative l'assessore ha ricordato «Certifica il tuo italiano», «Telefono Mondo», «Tutti a scuola», guida per famiglie rom e sinti, e «Abitare in Lombardia» per aiutare le fasce deboli della popolazione a cercare casa.


25 settembre 2009

Corriere della Sera

Meno male che Formigoni cè!!!!!!!!!!!!!!

Vogliono dividere ancora di più

Formigoni la costola di s.b. si sente protetto, Bossi a calato le braghe davanti a silvio

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