"Lasciate che chi non ha voglia di combattere se ne vada. Dategli dei soldi perche' acceleri la sua partenza, dato che non intendiamo morire in compagnia di quell'uomo. Non vogliamo morire con nessuno ch'abbia paura di morir con NOi!"
Enrico V-William Shakespeare

giovedì 17 settembre 2009

Ghedini

16/9/2009 (7:26) - IL CASO
Il premier manda Ghedini
a mediare sulla denuncia
Un'ora di colloquio con il leader
di An. Lo sfogo del Cavaliere:
«Mi trovo di fronte a una vecchia
concezione di fare politica»
AMEDEO LA MATTINA
ROMA
«Vecchia politica, questa è vecchia politica». Silvio Berlusconi ha avuto poco tempo per occuparsi della «ribellione» dei deputati ex An. E’ stato concentrato sull’evento mediatico della consegna delle case a Onna, ma rientrando a Roma e prima di partecipare a Porta a Porta ha sfogato la sua rabbia. Il premier è convinto che le manovre della «vecchia politica» hanno macchiato e in parte offuscato una delle azioni più «straordinarie» del suo governo.

Mentre tutta l’Italia poteva guardare soddisfatta le virtù della politica del fare e non delle «chiacchiere», a Montecitorio andava in onda «uno spettacolo desolante», quello della raccolta delle firme che il coordinatore del Pdl Denis Verdini definisce «pleonastico»: i contenuti erano già stati discussi e approvati dal premier e i vertici del partito in una riunione di pochi giorni fa. «Non posso nascondere l’amarezza di chi - ha aggiunto Sandro Bondi - si è sempre impegnato per la costruzione del Pdl, che rappresenta un traguardo storico indispensabile per il futuro dell’Italia».

Ora il problema è rimettere insieme i cocci, ma non sarà facile organizzare un incontro chiarificatore tra Berlusconi e Fini, che dovrebbe forse avvenire nei prossimi giorni. Anche Bossi, che poi è uno dei principali motivi della discordia, sta pensando di capirne di più e in settimana potrebbe salire nell’ufficio del presidente della Camera. Tuttavia i rispettivi ufficiali di collegamento non sono riusciti ancora a fissare alcun appuntamento. I finiani fanno notare che dopo la prova di forza di ieri, con la dimostrazione che Fini non è isolato, l’ex leader di An arriverà ai colloqui con maggiore forza.

Ma questa prova di forza non sembra preludere a nulla di buono, anche perché Berlusconi ieri sera a Porta a Porta ha spiegato chiaro e tondo che tra lui e Fini («professionista della politica») c’è una diversa concezione della politica. Per il premier il Popolo della libertà non è un partito classico, ma un movimento che comunica i risultati dell’azione del governo e che organizza le campagne elettorali. E poi c’è un programma, concordato con la Lega, da rispettare di fronte agli elettori. Il messaggio è chiaro: Fini non condivide parte di questo programma, ma non può mettere a rischio la tenuta della maggioranza.

«La verità - osservava ieri a Montecitorio un fedelissimo del Cavaliere - è che Fini non è riuscito a mantenere il livello del confronto su un piano culturale e istituzionale. Lui è il presidente della Camera, ha un ruolo che non può scendere al livello della politica politicante, facendo muovere le sue truppe attraverso Italo Bocchino, che è il vicecapogruppo vicario del Pdl. Fini - ha aggiunto il collaboratore del premier - è rimasto il capo di un partito e ora si è trasformato in un capo corrente». Donato Lamorte, un finiano doc, fa spallucce e dice che se non ci sarà una schiarita il rischio è che il Pdl si trasformi in una «federazione».

La vicenda dell’articolo di Vittorio Feltri ha gettato tanta benzina nel fuoco. Fini ieri ha presentato una querela penale contro il direttore del Giornale. E il premier ieri ha avuto il tempo di mandare il suo Niccolò Ghedini dal presidente della Camera per convincerlo a non fare questo passo, di ritirare la querela per evitare di avvelenare ancora di più il clima. Tra l’altro Ghedini è convinto che gli estremi dell’azione giudiziaria non ci siano. Ma Fini è stato irremovibile
La stampa

1 commento:

  1. ehehehe...le jene si azzannano fra loro !
    Bene, bene, bene...per l'Italia, intendo!

    Povero ma-va-la-Ghedini, ora là ci va davvero!

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