"Lasciate che chi non ha voglia di combattere se ne vada. Dategli dei soldi perche' acceleri la sua partenza, dato che non intendiamo morire in compagnia di quell'uomo. Non vogliamo morire con nessuno ch'abbia paura di morir con NOi!"
Enrico V-William Shakespeare

venerdì 11 settembre 2009

IL PREMIER ITALIANO

Renato Schifani

In Italia il presidente del Consiglio dei Ministri (spesso incorrettamente denominato anche premier, in analogia con la figura britannica del premierato, differente per origine e costituzione, ma simile per rappresentatività dello Stato) è uno degli organi monocratici che compongono il governo. Secondo la Costituzione «dirige la politica generale del governo e ne è responsabile. Mantiene l'unità di indirizzo politico ed amministrativo, promuovendo e coordinando l'attività dei ministri» (art. 95).

Il presidente del Consiglio dei Ministri è un organo a rilevanza costituzionale, in quanto previsto dalla Costituzione negli articoli 92, 93, 94, 95 e 96, ed un organo costituzionale, in quanto concorre alla definizione dell'indirizzo politico dello Stato in posizione di indipendenza. È comunemente percepita come la più importante carica della Repubblica Italiana. dal punto di vista del potere effettivamente detenuto, anche se, dal punto di vista protocollare, è considerata la quarta.

Il presidente del Consiglio dei Ministri è nominato dal Presidente della Repubblica.

Oltre a quelle attribuitegli in quanto membro del governo , il Presidente del Consiglio indica al Presidente della Repubblica la lista dei ministri per la nomina e controfirma tutti gli atti aventi valore di legge dopo che sono stati firmati dal Presidente della Repubblica. Dirige e promuove l'attività dei ministri, dirige la politica generale del governo e ne è responsabile (articolo 95 della Costituzione). Funzione particolarmente delicata che la legge affida direttamente al Presidente del Consiglio è la vigilanza e il controllo sul Sistema di informazione per la sicurezza della Repubblica, ossia i Servizi segreti dello Stato.

Evoluzione
La Costituzione, all'articolo 95, stabilisce che il presidente del Consiglio dei Ministri promuove e coordina l'attività dei ministri: questo potere di coordinamento dei ministri è stato di intensità molto variabile nella storia dello Stato italiano, in quanto fortemente condizionato dal peso dei singoli ministri e quindi dei partiti dei quali essi erano l'espressione.
Spesso l'attività dei presidenti del Consiglio è stata più quella di mediazione fra i partiti della maggioranza, che quella di direzione dell'attività del Governo. Il suo potere di indirizzo, inoltre, è limitato in quanto non ha - almeno formalmente - il potere di revocare i ministri con i quali si trova in disaccordo; la prassi del "rimpasto" o quella più rara del voto di sfiducia individuale da parte del Parlamento possono essere considerate dei surrogati alla mancanza formale di questo potere

L'affermarsi di un nuovo modo di fare politica, secondo alcuni sempre più legato alle capacità mediatiche dei politici, l'indicazione del futuro presidente del consiglio da parte delle coalizioni prima delle elezioni ed il bipolarismo hanno fatto sì che il presidente del consiglio abbia, nei fatti, acquisito una maggiore capacità decisionale e direttiva, con maggiore peso all'interno delle dinamiche del governo, la qual cosa rappresenta una novità significativa per il sistema politico italiano, rischiando di indebolire il parlamentarismo, massima espressione istituzionale del criterio di rappresentanza.

"Ai sensi del decreto del presidente del Consiglio dei Ministri 14 aprile 2006, che ha definito il protocollo per il Cerimoniale è definita nella quarta posizione, precedendo il presidente della Corte costituzionale. Lo stesso decreto del 2006 definisce il presidente della Repubblica la prima carica - in quanto capo dello Stato -, il presidente del Senato la seconda - in quanto vicario del presidente della Repubblica - ed il presidente della Camera dei Deputati la terza - in quanto presidente del Parlamento riunito in seduta comune dei membri delle due Camere"

(Paolo Caretti e Ugo De Siervo, Istituzioni di diritto pubblico, Torino, Giappichelli Editore)


Quindi, siamo stati presi TUTTI egregiamente in giro....il Premier Italiano non è Silvio Berlusconi ma Renato Schifani , essendo la seconda carica di uno Stato che nei Paesi presidenziali e monarchici viene subito dopo il Presidente della Repubblica o il Re / Regina, vale a dire il VICE-PRESIDENTE O IL VICE-RE / REGINA.
Pertanto i giornalisti italiani ed internazionali farebbero bene a prenderne atto.

Si spiega meglio il perchè del tanto PRETESO Lodo Alfano che copre con l'immunità le quattro più alte cariche dello Stato italiano, se si fossero fermati alla seconda o alla terza carica, Berlusconi sarebbe stato tagliato fuori dalla copertura !!!!

Francesca

Nessun commento:

Posta un commento