"Lasciate che chi non ha voglia di combattere se ne vada. Dategli dei soldi perche' acceleri la sua partenza, dato che non intendiamo morire in compagnia di quell'uomo. Non vogliamo morire con nessuno ch'abbia paura di morir con NOi!"
Enrico V-William Shakespeare

giovedì 24 settembre 2009

La scuola: i nostri ragazzi difronte a nuove sfide nella società della complessità.Che scuola per loro? Istruire ed educare?




"Quando passa l'idea di considerare la scuola come un'impresa, di trattare gli studenti come clienti,di incitare a consumare più che a imparare, diventa più che mai necessario ricordare che l'educazione è parte della formazione dell'essere umano, non del processo di produzione delle merci" Raoul Vaneingem, in La scuola è vostra, Marco Tropea Editore


La scuola dovrebbe essere l'anima di un Paese che si definisce civile e democratico.
E' il futuro, l'investimento per la continuazione generazionale.
Il compito degli insegnanti è arduo e con finalità sociali altissime... ogni prof., anche il meno competente sa che non lavora in un'azienda, non confeziona " e bbuatt" ma lavora per una istituzione formativa formale e, soprattutto, lavora con "materiale umano".
Io credo che la totalità o quasi ce la mettano tutta per cercare di tirare fuori il meglio dai ragazzi.
Ma quale "paideia" oggi si trasmette?
La scuola da sola non può fare i miracoli.
I nuovi indirizzi hanno cambiato il volto della scuola. Sembra un paradosso, ma la scuola deve istruire ma essa soprattutto deve educare.
Al di là di ogni strumentalizzazione politica, slogan come quello delle tre "I"(inglese,internet,impresa), lo ricordate? Era la carta di identità della riforma Moratti.
Le tre "I" segnalano qualcosa di molto preoccupante, oggi in atto: la sostituzione del paradigma pedagogico con il paradigma economico.
Un paio di anni fà Panebianco definiva il pensare pedagogico "aria fritta"... non esprimeva semplicemente un giudizio rozzo, marginale, da non addetto ma rifletteva e riflette una opinione diffusa.
Oggi si dimentica che la scuola,almeno de iure, non solo istruisce ma forma ed educa.
Ma chi decide il futuro della scuola?Il Governo, qualsiasi governo, ha forse diritto ad un suo progetto pedagogico compiuto, ad un suo modello di scuola?Non bastano le rivincite di breve respiro, occorre argomentare,leggere i bisogni del Paese, degli allievi, fare diagnosi convincenti,costruire una proposta avvincente.
Non basta il programma di governo per la scuola. Occorre avere un progetto.
Un programma diventa progetto se si trasforma in una "ballata popolare", una narrazione a più mani, ove i ruoli si intrecciano e si scambiano,ove chi ascolta diventa narratore di un'impresa corale che viene, dunque, sentita propria.
Oggi da questo punto di vista l'investimento sull'insegnante è superficiale e confuso.
Si dovrebbe rendere giustizia agli aspetti positivi che si esprimono nella scuola reale grazie a chi vi esercita la professione di insegnante. Il dispositivo della scuola, come affermava un famoso pedagogista,non dipende dagli insegnanti. E' inutile continuare a fare loro le prediche. Bisognerebbe compiere l'elogio del loro impegno, della loro dedizione,della loro passione.Nella scuola si è chiamati anche e soprattutto a declinare tre aspetti di ogni pedagogia-condizione dell'uomo,i suoi fini e i metodi per guidare entrambe- senza tralasciare una prospettiva di futuro in grado di dare slancio e creatività.
Con la sola cultura dell'impresa si decreta "la morte" della scuola.
L'insegnante, co-costruttore di saperi,è anche regista di una piccola vita sociale che si costruisce come prova di partecipazione alla più ampia società.
Ed allora il paradigma etico non deve essere trascurato a favore di quello economico.Solo una scuola che non dimentica l'etica pubblica è davvero pubblica.
In tutto questo poi ...si fa anche razzismo sugli insegnanti... del nord o del sud? I buoni ed i cattivi maestri in base al luogo di origine. "Geografia atavica" di qualcuno che è un prodotto della scuola del passato. Quella autoritaria, dei voti in condotta, delle bacchettate ed i castighi dietro la lavagna. Ma stiamo scherzando? Dove andremo di questo passo?
Cara Francy, concordo con te, è bellissimo stare con i ragazzi... molto di più che con gli adulti.
Ma è così difficile oggi, cercare di orientarli.
La scuola riflette l'ordine sociale...e questo purtroppo si sta avviando verso l'anomia, è difficile contrastare l'arrivismo, le immagini, l'importanza che si da all'esteriorità, al possesso di beni materiali... in un solo pensiero ... la mancanza di valori generalizzati e l'interesse per cose futili e materiali.
Abbiamo smesso di guardare nel profondo, ci fermiamo alla superficie... forse per paura di non essere all'altezza di contrastare un mondo di paure... popolato da gnomi con il viso da furbetti divertiti. Vedo da un lato troppa rassegnazione ed alzate di spalle, da un altro un orribile menefreghismo. " Morte tua, vita mea" per intenderci.... Non sono anche questi problemi che investono il mondo della formazione? Igiovani ci guardano... e forse non ci apprezzano, ma poi imparano i nostri stessi modelli. Queste considerazioni, ovviamente sono generalizzate.
Ciao Lorenzo, auguro a tua figlia un buon anno scolastico, proficuo e... perché no, anche divertente.

P.S. Questo post l'avevo scritto come commento al post di Lorenzo sulla scuola, non sono riuscita ad inviarlo, evidentemente era un pò, alquanto, lunghetto. Mi scocciava spezzettarlo.

Allora ho ritenuto opportuno farne un post.

Miryam

2 commenti:

  1. .......e hai scritto un bellissimo post che si unisce al bellissimo commento di Francy.
    Il mio post era anche una " chiamata alle armi"
    ( scusate la battuta visto il periodo) per voi insegnanti su questo blog. Inizia la scuola e fino adesso, giustamente, abbiamo parlato dei "grandi".
    Ho pensato. parliamo anche dei nostri ragazzi che sono il fututo e quando vedi scritto qualcosa su di loro è solo come "problema da risolvere". Tipo alcune stupide trasmssioni come porta a porta.
    Graziea voi per la vostra competenza.

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  2. Miryam,
    non cambio una virgola di quanto hai detto, concordo e come Te a volte mi sento demotivata, con la voglia di mollare tutto, se non fosse per quella passione di cui anche Tu parli l'insegnamento, e la presenza di giovani che hanno voglia di cambiare le cose, perchè ce ne sono, ragazzi validi, più maturi della loro età che cercano disperatamente un punto fermo, ed io finchè potrò non glielo negherò.

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