"Lasciate che chi non ha voglia di combattere se ne vada. Dategli dei soldi perche' acceleri la sua partenza, dato che non intendiamo morire in compagnia di quell'uomo. Non vogliamo morire con nessuno ch'abbia paura di morir con NOi!"
Enrico V-William Shakespeare

domenica 13 settembre 2009

Scorretezza

Onorevole, sei stato scorretto con me!



Quando mi hai chiamato, venerdì 11 settembre, in mattinata, pensavo sinceramente che fosse una telefonata privata. E subito l’ho presa come tale, dando un tono scherzoso e amichevole, se vuoi. Certo, con tutta quella schiettezza che mi contraddistingue.
Penso di aver risposto con pacatezza alle tue domande. Numerose domande.
Forse avrei dovuto dubitare proprio dal tono delle domande, messe lì una dopo l’altra, senza quasi darmi la possibilità di approfondire. Appunto, come in una intervista.
Ma avevo fretta di andare ad un appuntamento: mi aspettava il sovrintendente alle Belle Arti, che doveva decidere su certi interventi da fare per il restauro di una chiesetta del mio paese. Sono sincero, mi aveva anche allettato l’idea di parlare proprio con te, dal momento che ti avevo trattato male con un articolo direi cattivello. E poi, perché negarlo?, parlare con un onorevole, non càpita tutti i giorni.
E così la conversazione è filata via liscia, direi tranquilla ripeto, anche scherzosamente, senza provocazioni offensive, come mi succede spesso in altri momenti quando mi saltano subito i nervi. E allora sono guai per tutti, compresi gli onorevoli!
Mi hai parlato di Renzino, figlio di Bossi, invitandomi a rettificare la notizia del suo mensile che secondo il padre non corrisponderebbe alla verità. Renzo lavorerebbe gratuitamente! Fortunato lui che può! Ti ho risposto dicendo che prendo i miei articoli da fonti sicure e non capisco perché ve la prendiate con me e non invece con la giornalista che ha pubblicato la notizia. A meno che io non sia più importante della giornalista. Non lo dico come una battuta: l’avete riconosciuto voi, il mio sito vi fa paura, non è la prima volta che mi fate rettificare una notizia. Conto proprio così tanto?
Mi hai poi rimproverato il fatto che io parlo di politica: secondo te un prete dovrebbe parlare solo di anime e, perciò, io sarei fuori strada, non sarei in poche parole un buon pastore. Al che ti ho risposto dicendo che io la vedo diversamente. Ero tentato di dirti che, siccome voi rovinate i corpi delle persone, non mi sembrava giusto pensare solo alle anime, anche perché sarebbe ora di smettere di separare le due entità. Siamo anima e corpo, o no? Perché dovrei pensare solo alle anime? Naturalmente non mi sentivo di farti un lungo discorso sulla incarnazione di Cristo perché non avresti capito. Sai, certe cose richiedono una "intelligenza di fede", e voi leghisti parlate solo di tradizioni che valgono solo a coprire la nudità di una fede che non c’è più. Oltre, non ci andate. Forse non avete la capacità di volare alto.
E poi la domanda d’obbligo: perché lei dice parolacce? Non sta bene in bocca ad un prete! Come rispondere? È vero: un prete che dice parolacce è volgare. Ma lì per lì, anche perché il tempo stringeva per l’appuntamento, ho ribattuto dicendo che anche una parolaccia può essere una provocazione che arriva al bersaglio. Del resto, caro Salvini, su questo non dovete darmi lezione di morale o di galateo! Se avete fatto parlare di voi con gesti volgari (chi non ricorda la storia della bandiera italiana), beh, se questo serve, faccio parlare di me dicendo anch'io parolacce, anche perché, in bocca a un prete, fa ancora più effetto, e l’effetto che volevo ottenere è stato raggiunto: poter dire ora il mio pensiero, far sentire la mia voce, estendere le mie convinzioni a tutta l’Italia. Sbagliato o no il metodo, a me interessa il messaggio: poterlo diffondere! In parte ci sono riuscito, anche provocando con le parolacce.
T’ho anche invitato a rispettare il cardinale Tettamanzi. La tua risposta è stata vaga: voi non riuscite a sopportare che lui parli di moschee.
Mi hai chiesto, inoltre, se la Serracchiani mi avesse telefonato, dal momento che sul mio sito pubblicizzo la sua candidatura. Risposta: non m’interessa se mi chiama o no. Sono convinto che la sua persona sia quella giusta, questo mi basta.
Hai accennato ancora al duello con Castelli. Che cosa ti ho detto? Non avete ancora capito che non parlavo di un duello fisico, ma di quello dialettico? Hai taciuto.
E, sempre a proposito di Castelli, che cosa intendevo dire con quel video-youtube dal titolo “Roberto Castelli, torna uomo!”? Risposta: torna ad essere umano, ovvero ad aprirti ai diritti dell’umanità. Tutto qui. In questo senso va inteso anche l’invito a processare la Lega davanti a un tribunale dell’umanità. Una provocazione che non ti è andata giù. Sotto accusa non è solo Maroni, ma tutta la Lega.
Mi hai chiesto se, nel caso in cui ti presentassi alla mia Messa, cosa avrei fatto: cioè se ti avessi buttato fuori dalla chiesa. Dipende: se non m’accorgo, puoi passarla liscia. Però ricordati: non cambierei di una virgola la mia omelia.
Infine, prima di chiudere, ero così convinto di tenere una conversazione privata che ti ho fatto una confidenza, che ora posso anche rivelare dal momento che tutti l’hanno ascoltata. Mi hanno assegnato il Premio Borsellino. E tu: Che cos’è? Ed io: mi sta chiedendo del premio o di Borsellino?

Non sono passati cinque minuti dalla conversazione che un leghista doc mi telefona, congratulandomi per la mia intervista. Sarei stato umano, pacato, finalmente un don Giorgio sereno, meno cattivo. Al che, chiesi: lei ha ascoltato la mia telefonata? Sono rimasto allibito quando mi disse che la telefonata era un’intervista in diretta su radio Padania.

Caro Matteo Salvini, perché mi hai fregato?
Potevi dirmelo che si trattava di una intervista in diretta. Probabilmente avrei detto le stesse cose, magari avrei aggiunto qualche altra cosa. Non avrei dato del porco a Berlusconi.
Una cosa è certa, caro Salvini. Sarei stato più duro al pensiero di parlare a migliaia dei tuoi seguaci.

Ti sei comportato bene?
Non potresti chiedermi scusa?

Don Giorgio Capitani

3 commenti:

  1. E quando mai un leghista è stato corretto? Salvini poi... l'emblema del paraculismo leghista e dell'atavismo culturale di questi soggetti.
    "tengono 'o scuorn(vergogna) per onore"...
    Brutta gente, gentaglia!

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  2. Accidenti, ma che hanno fatto???
    Facendogli l'intervista a tradimento hanno solo sentito un Don Giorgio pacato...naaaaaaaa.
    Lo hanno fatto apposta, da grandi traditori quali sono persino con chi li vota. Don Giorgio a mio avviso sarebbe stato molto più duro se avesse saputo dell'intervista...come al solito i leghisti si sono parati il fondoschiena prima che gliele cantasse come fa quando è arrabbiato. :(

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