In Italia la Politkovskaja e le decine di giornalisti russi assassinati sarebbero ancora vivi. La Scuola Italiana di Giornalismo non prevede la morte di un portatore di verità se non in rari casi, come per Mauro de Mauro o Ilaria Alpi. Eccezioni che confermano la regola del giornalista servo. Servo per vocazione e, soprattutto, per stipendio. Nel 2009 sono stati uccisi nel mondo 33 giornalisti e 171 sono finiti in galera insieme a 91 blogger. Il giornalismo nostrano pagato dallo Stato con i contributi pubblici non corre questi rischi. E' come se la Politkovskaja fosse stata retribuita da
Putin per scrivere sulla Pravda. I dati dei finanziamenti all'editoria per il 2007 e pagati nel 2008 spiegano meglio di qualunque discorso il posizionamento al 49simo posto della libertà di informazione dell'Italia nel 2009 (35sima nel 2007) secondo Reporters Sans Frontières.Alcuni dati: Libero (diventato una Onlus per i contributi) 7.794.367 euro, Il Riformista 2.530.638, Il Foglio 3.745.345, La Padania (serva di Roma Iddio la creò) 4.028.363, L'Unità 6.377.209, Europa (organo del rutellone) 3.599.203, Il Secolo d'Italia 2.959.948, Il Campanile (organo del mastellone) 1.150.919, Avvenire 6.174.758 (ma non gli basta l'otto per mille?), Il Denaro (il nostro?) 2.459.799. L'Avanti (i socialisti sono sempre presenti) 2.530.638. Non mancano neppure le elemosine folcloristiche elargite con le nostre tasse come: Il Granchio 88.444 euro, Motocross 506.660, Chitarre 273.126, Car Audio e FM 290.400, Italia Ornitologica 40.000 e il misterioso Adista 117.000 (*).Mancano i soldi per la Scuola, per la Polizia, per le case antisismiche, per il sussidio di disoccupazione ai padri di famiglia disoccupati.
Non mancano mai per i giornalisti di regime. Il Dipartimento per l'informazione e per l'editoria è presieduto da Paolo Bonaiuti del PDL. Senza la cortina fumogena dell'informazione a tassametro il regime Pdl-pdmenoelle non durerebbe un giorno, Senza lo Stato la maggior parte dei giornali fallirebbe. Lo stipendio a Belpietro, Ferrara, Polito, Boriani lo decide lo psiconano e lo paghiamo noi. Gli editori sono i camerieri dei politici, i giornalisti scrivono il menu su ordinazione. I contributi pubblici all'editoria e gli sgravi fiscali di cui godono i grandi gruppi editoriali vanno aboliti. Se lettore compra, giornalista vive. Altrimenti faccia un altro mestiere.(*) Il Fatto Quotidiano che ha dichiarato di non voler fruire di contributi pubblici rappresenta una controprova. Travaglio, Lillo, Gomez non avrebbero mai potuto diventare editorialisti o direttori del Corriere della Sera o della Repubblica. Hanno dovuto farsi un loro giornale per scrivere.
http://www.beppegrillo.it/2009/10/scuola_italiana_di_giornalismo.html
Postato il 31 Ottobre 2009
Postato il 31 Ottobre 2009
D'accordo più o meno su tutto. Solo una cosa: Travaglio. Ha scritto regolarmente per Il Giornale prima, L'Unità poi e tuttora L'Espresso. Giusto per puntualizzare. Non mi pare gli siano mai mancati gli spazi per scrivere e per dire la sua.
RispondiEliminaCappellaio,
RispondiEliminanessuno ha mai detto che Travaglio abbia avuto
problemi di spazio sui giornali per pubblicare i suoi articoli,forse qualcuno glielo avranno pure creato, tant'è che si era creato il blog "Il cannocchiale".
Non ha mai intascato i finanziamenti statali elargiti ai giornali che citi, non è mai stato redattore di uno di questi, o si?
Il fatto che insime ad altri colleghi abbiano
fondato "Il fatto quotidiano", rifiutando
i finanziamenti statali, dimostra che è
coerente con quanto ha sempre predicato
sulla libertà di stampa. Non dimenticare
che è l'allievo-pupillo di Indro Montanelli
uomo che non ha mai riconosciuto padroni e
accettato ordini su cosa pubblicare e cosa
no.
Marco non avrebbe potuto dare più onore al Suo Maestro, apprendendo ed applicando i Sui insegnamenti, neanche se fosse stato suo figlio.
Spiegami la ragione del Tuo commento, dov'è
l'intoppo ?
Il mio commento era riferito all'ultima frase "Hanno dovuto farsi un loro giornale per scrivere." Ora ho capito che intendeva Grillo. Ad ogni modo non concordo proprio sul fatto che Travaglio sia un "uomo che non ha mai riconosciuto padroni e
RispondiEliminaaccettato ordini su cosa pubblicare e cosa
no". Questo è un tuo punto di vista. Secondo me è attualmente un delfino di Di Pietro (non è nato tale certo ma lo è diventato) e credo che ahinoi una certa parte della sinistra sarebbe stata pronta a scendere in piazza perchè la Rai non gli rinnovava il contratto ad Annozero, mentre magari per lo sciopero dei Metalmeccanici non si sarebbe schierata.
Siamo su due punti di vista molto distanti come vedi, ma ovviamente capisco il tuo ragionamento.
p.s.: Beppe Grillo, un altro personaggio che purtroppo si è sputtanato col tempo, sempre secondo me, poteva avere la coerenza di citare anche L'Altro (il quotidiano di Sansonetti) che è stato il primo in Italia ad essere distribuito nelle edicole dal 1 maggio 2009 e a vivere senza finanziamenti dei partiti.