"Lasciate che chi non ha voglia di combattere se ne vada. Dategli dei soldi perche' acceleri la sua partenza, dato che non intendiamo morire in compagnia di quell'uomo. Non vogliamo morire con nessuno ch'abbia paura di morir con NOi!"
Enrico V-William Shakespeare

domenica 18 ottobre 2009

Perchè screditare la magistratura?


Ci sarebbe bisogno di una classe nuova di intellettuali, o se ci sono, che si facciano avanti, la ricreazione è finita.
C'è bisogno di voi, perchè ancora il cittadino comune non ha diritto di parole ne tantomeno di ascolto.
C'è bisogno di una classe di onesti pensatori, che occupino spazi e non lascino soli chi, come Santoro, continuano le loro battaglie giornalistiche contro l'illegalità.
Finchè gli intellettuali rivoluzionari hanno avuto una categoria da difendere, i lavoratori, gli sfruttati dal lavoro si sono sentiti rappresentati, per poi sfociare nel sindacalismo.
Le categorie sfruttare ora sono cambiate, non fanno più parte di una classe o di una categoria.
Hanno aggirato Marx togliendogli le classi!
Gli sfruttati sopravvivono in varie categorie in una mezza borghesia fatta di giovani o meno giovani che non hanno soldi per arrivare a fine mese ma hanno l'ultimo modello di cellulare, insieme a chi la fatica la fa davvero, con figli da mantenere o chi la famiglia e la casa se la vuole costruire.
I finti sfruttati, quelli con il cellure alla moda, sono quelli però che hanno diritto di parola e si
sentono portatori delle istanze di tutti.
Tutti però si sentono inseriti nella mezza borghesia, guai a dire ad un operaio, tu sei un operaio.
guai a dire a un ferroviere, tu sei un operaio, guai a dire ad un professore tu guadagni come un operaio.
I borghesi che si sentono rappresentanti di questa multiforme borghesia, sono anche i vari Bertinotti e Marini,che hanno sfruttato il loro potere CONFERITOGLI DAGLI OPERAI, per poi infilarsi nelle stanze dei bottoni senza più voltarsi indietro, nemmeno dopo la sonora sconfitta elettorale.
In questo modo hanno ceduto spazio e preoccupazione ai nuovi invisibili, i giovani precari, i disoccupati, i cassintegrati, che però essendo semplicemente poveri e non borghesi non vengono ascoltati , se non addirittura snobbati.
Questo governo, da quando è al potere, ha capito quale deve essere la sua missione, spaccare tutto quello che ancora potenzialmente potrebbe riorganizzare queste masse inascoltate: il sindacato e la magistratura.
Il primo per la sua vocazione di compiere battaglie unitarie ( e proprio qui è stato ultimamente sconfitto) .
Il secondo, la magistratura, quale potere inquisitorio proprio verso chi si arriga il potere di rappresentare le masse pseudoborghesi o finto borghesi e tenere lontane le masse invisibili.
Ora, bisogna che ognuno prenda coscienza della propria situazione.
Smetterla di essere consumatori e usufruitori di servizi mediatici.
Dobbiamo smetterla di sentirci tutti dei piccoli borghesi individualisti, altrimenti sarà ancora una volta colpa nostra della invisibilità dei nostri figli.

Lorenzo

8 commenti:

  1. Purtroppo i maitre à penser di oggi sono quelli come Grillo e non è una bella cosa.
    Quello che dici sulla borghesia è molto vero, hanno inventato una categoria, la "classe media" che è una falsità sociologica perché l'operaio precario e il libero professionista fanno parte di due classi diverse.
    Le classi esistono ancora ed esiste ancora lo sfruttamento di classe, altrimenti gli operai della Innse non sarebbero saliti sul tetto, checché ne dicano certi nuovi "intellettuali".

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  2. E' vero che hanno spaccato ogni cosa per mettersi al sicuro da eventuali folle, ma hanno anche perso di vista un ceto che da sempre ha segnato svolte storiche non indifferenti e che va via via aumentando sempre più, è la classe dei poveri, andando avanti di questo passo finiremo tutti nel vortice di una rivolta.
    Chiedi agli intellettuali di farsi avanti, non dimenticare che ormai fanno parte di un ceto talmente benestante e lontano milioni d'anni luce dalla gente comune da non avere alcun imput a sovillare animi, e chi glielo fa fare???
    Inquanto al sentirci colpevoli quelli della nostra generazione non lo condivido, i giovani hanno diritto al voto fin dall'età di 18-anni e sono colpevoli quanto e come noi adutli, maggiormente colpevoli perchè si sono lasciati rimbecillire dalla classe geriatrica. E'ora che si sveglino e se davvero vogliono i diritti, che i loro nonni e i loro genitori avevano ottenuto a suon di dimostrazioni in piazza, devono rimboccarsi le maniche e dimostrare che valgono più della classe dei climaterizzati, e cacchiarola Lorenzo, basta con questo darci addosso, eravamo giovani quando davamo gomitate a genitori e nonni e potenti per affermarci come persone migliori di loro o no ???

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  3. Francesca ma i giovani si fanno avanti solo che non sono ascoltati. Noi sgomitavamo eccome ma lo spazio conquistato era poi nostro. Ora quel poco che riescono ad ottenere è inevitabilmente mangiato dai media.

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  4. Lorenzo, chi è che da retta ai media?? Io non ricordo da giovane la passione per la TV., non suscitava in noi giovani tutto l'interesse che suscita oggi, li vedo sempre più fossilizzarsi accanitamente davanti ai programmi della De Filippi e Co e discuterne come fossero di vitale importanza . Eh no, ad scoltarli nei loro problemi ci siamo molti adulti ma sarebbe ora che spegnessero quella TV, che mandassero al diavolo questi progammi effimeri che hanno , insieme alla droga ed all'alcool, cotto i loro cervelli!
    Come dire : io Ti aiuto ma Tu lasciati aiutare!
    Continuare a colpevolizzarci noi è deleterio anche per loro, bisogna accusarli, è ora che qualche adulto cosciente cominci a farlo svegliandoli da quest'apatia nella quale si sono lasciti trascinare e molti non si smuovono, si lamentano solamente.

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  5. Cara Francy...non tutti i giovani si fanno rimbecillire dai programmi demenziali o leggono Moccia...ci sono giovani impegnati,critici,creativi,ma che fanno fatica ad uscire dall'anonimato perchè ci sono quegli " adulti"sapientoni che vogliono sempre e comunque essere in prima linea...primeggiare come donnucole da spettacolo.Non possiamo colpevolizzare generalizzando questa nuova generazione che noi abbiamo reso debole e incerta perchè siamo noi eccessivamente protagonisti... togliendo a loro lo spazio vitale.Molti adulti, a tutti i costi, devono decidere per i loro figli,per la scuola,per le amicizie,per le letture,ma quando possono riuscire a camminare con le proprie gambe,questi giovani, senza il "tutore"? E quanto questo è frustrante per loro?
    Diamo fiducia, solo così non saranno "eroi del nulla" ma veri protagonisti del futuro!

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  6. Noi genitori dobbiamo fare mea culpa.

    Siamo noi adulti che ci lamentiamo sempre, poi facciamo i salti mortali ci indebitiamo per il cellulare, la televisione al plasma.
    Il governo rispecchia il paese, molti giovani si sono lasciati imbesuire dalla TV, dai giochi, dalla DROGA a loro fa comodo avere dei giovani assenti così riescono ad agire come vogliono.

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  7. Alla fine sia dal post e sia dai commenti sono venute fuori varie sfaccettature di quest'Italia che non va più. Ognuno di Noi ha colto nel sociale ciò che vede di sbagliato e ciò che vorrebbe cambiare.
    E' vero che siamo stati per primi gli adulti ad adagiarci sugli allori, a non prestare l'attenzione dovuta a questa classe politica opportunista e dispotica, alla miriade di leggi ingiustificate e scorrette che sotto banco i politici emanavano, ma è altrettanto vero che la parte della società che doveva vigilare con più attenzione, giornalisti e magistrati, sono diventati più agguerriti solo in questi ultimi anni.
    Trovare una soluzione ora riesce difficile a tutti, aspettiamo sempre le elezioni che alla fine deludono puntualmente le aspettative, da una parte e dall'altra.
    L'importante a questo punto è non abbassare più la guardia, nel nostro piccolo , dal basso, forse insieme ce la faremo.

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  8. Concordo Francesca. Indipendentemente dalle idee personali ognuno di noi nel proprio piccolo deve prendere coscienza della situazione, senza che sia "filtrata" dall'occhio della TV.
    Tutti insieme dobbiamo farcela, ognuno per quello che può fare. Esigere il rispetto delle regole, qualsiasi esse siano, da qui si può partire.

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