"Lasciate che chi non ha voglia di combattere se ne vada. Dategli dei soldi perche' acceleri la sua partenza, dato che non intendiamo morire in compagnia di quell'uomo. Non vogliamo morire con nessuno ch'abbia paura di morir con NOi!"
Enrico V-William Shakespeare

lunedì 9 novembre 2009

Opportunismo

Polemica dopo l'Editoriale del direttore del tg1

Immunità, Minzolini in campo

«La sua abolizione è vulnus da sanare. Alterati equilibri poteri, politica sottomessa a magistratura»

Augusto Minzolini, dirige il Tg1
Augusto Minzolini, dirige il Tg1

ROMA - Ripristinare l'equilibrio tra potere politico e potere giudiziario alterato anche dall'abolizione dell'immunità parlamentare. Lo ha sottolineato il direttore del Tg1, Augusto Minzolini, in un editoriale trasmesso nell'edizione delle ore 20. «I padri costituenti -ha ricordato Minzolini- inserirono nella Costituzione l'istituto dell'immunità parlamentare. Non lo fecero perché erano dei malandrini ma lo fecero perché quella norma era necessaria per evitare che il potere giudiziario arrivasse a condizionare il potere politico». «L'immunità parlamentare era uno dei fattori di garanzia per assicurare un equilibrio tra i poteri. Non fu quindi un'idea stravagante perché strumenti diversi, ma con le stesse finalità, sono previsti in Germania, Inghilterra e Spagna e dell'immunità beneficiano anche i parlamentari di Strasburgo. Massimo D'Alema e Antonio Di Pietro ne hanno usufruito recentemente».


L'onda di Tangentopoli e la stagione di Mani Pulite, ha rimarcato il direttore del Tg1, hanno cancellato «l'immunità dalla Costituzione. Questa operazione mediatica si è trasformata in un atto di sottomissione alla magistratura. Da allora i gruppi parlamentari sono affollati di magistrati e ci sono addirittura partiti fondati dai magistrati», mentre il Parlamento «non è riuscito a mettere in cantiere la riforma della giustizia. L'abolizione dell'immunità ha provocato un vulnus nella Costituzione: si è rotto un
dell'immunità ha provocato un vulnus nella Costituzione: si è rotto un equilibrio tra i poteri e non se ne è creato un altro. Ora -ha concluso Minzolini- c'è da auspicare che quel vulnus, al di là delle dispute nominali su immunità, lodi e riforma del sistema giudiziario sia sanato».

«Qualche giorno fa - sostiene Minzolini - il procuratore di Palermo Antonio Ingroia ha giudicato pericolosa la politica del governo sulla giustizia. Un'analisi sorprendente per un magistrato che si è dato un obiettivo ancora più improprio: quello, sono parole sue, di ribaltare il corso degli eventi. Un programma politico che Ingroia ha giustificato con la difesa della Costituzione, solo che la Costituzione che voleva salvaguardare, almeno su un punto sostanziale, non è quella originale».

L'intervento di Minzolini scatena nuove polemiche. Rosy Bindi, presidente dell'Assemblea nazionale Pd, osserva che «anche questa sera il direttore del Tg1 con un suo editoriale ha dettato agli italiani la linea sulla giustizia. Siamo esterrefatti! Il direttore del Tg1 - prosegue - deve smettere di spiegare agli italiani che il presidente del Consiglio ha ragione. Non è questo il ruolo dei giornalisti del servizio pubblico, men che meno di un direttore di testata. Il Parlamento sarà anche pieno di magistrati ma la Rai - osserva - è soffocata dai portavoce di Berlusconi. Siamo certi che il presidente della Commissione di Vigilanza Rai saprà esercitare il proprio ruolo di garanzia a tutela dei diritto dei cittadini ad essere informati correttamente e a non subire la propaganda del governo». Arriva la replica di Daniele Capezzone, portavoce Pdl. «Siamo alle solite. Il Pd, attraverso la neopresidente Bindi, vorrebbe censurare e ridurre al silenzio Minzolini. Ma come? Fanno le manifestazioni per la libertà di informazione e poi - conclude - tentano di imbavagliare un giornalista 'colpevole' di essere libero? Il Pd non perde il solito vizietto...».

09 novembre 2009

Corriere della Sera

4 commenti:

  1. Siamo all'assurdo, questo ormai crede di essere il Presidente della Repubblica, quando l'ho visto in TV ieri sera ho cambiato prontamente canale, sapevo che aveva da abbaiare per il suo padroncino.
    Non dice quale articolo della Costituzione prevede l'immunità per i politici, strano che non sappia qual'è, un Presidente della Repubblica...pardon...Direttore del tg1, almeno per il momento, dovrebbe saperlo!
    Nelle Nazioni che ha citato ci provasse un politico a fare la metà degli scandali fatti da Berlusconi...
    Ma Napolitano che fa??? dov'è??? si è accorto che Menzognini gli ha fregato il posto????

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  2. Il portavoce del PdL non perde occasione per vomitare contro la sinistra. parla di libertà di informazione, ma lo è questa? Oppure è l'ennesima difesa al suo padrone quella che ha sparato ieri il direttore del Tg?
    L'art. 68 della Costituzione prevede ancora l'immunità parlamentare, è stata cambiata di recente ( 1993) ma essendo una norma costituzionaleanche con i voti del PDL!!!!
    Quindi di che si lamenta???
    In ogni caso che uso ne avevano fatto i parlamentari della loro immunità??? Mani pulite è la risposta, non certo per difendersi dalla magistratura per le loro opinioni, anzi sono STATI CHIAMATI A RISPONDERE ( uso apposta le parole dell'art.68) per dei reati che andavano dalla corruzione al peculato fino al finanziamento illecito dei partiti.
    Ma lo capisco il direttore, le idee a cui non vogliono essere chiamati a rispondere sono proprio l'idea che hanno dell'uso che fanno della politica!

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  3. Dio quant'è viscido questo personaggio, Vespa è acqua fresca a confronto di questo cobra arrogante, indisponente e fastidioso.
    Lo sa Lorenzo, lo sa, ma si guarda bene da spiegare correttamente cosa dice la Costituzione, questi fanno affidamento che la maggior parte degli italiani non vanno a sindacare e prendono per oro colato le loro nefandezze che mirano allo sfascio per il fascio dello Stato.

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  4. Minzolin è un servo... come credete che sia arrivato a dirigere il tg1, per meriti?
    L'unico "merito" è stato quello di fare, ormai già da anni, il cagnolino del padrone.
    Fa solo il suo lavoro o, per meglio specificre, quello che deve fare per continuare a conservarsi il posto ottenuto con la sua "attività" giornalistica.

    Forse non ci crede neanche lui alle kazzate che afferma.

    Il guaio più grande è che entra nelle case degli italiani, specie di quelli che, inconsapevolmente, credono alle ataviche menzogne di un 'raccomandato'.
    E' questo l'altra faccia del dramma di ciò che afferma.

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