"Lasciate che chi non ha voglia di combattere se ne vada. Dategli dei soldi perche' acceleri la sua partenza, dato che non intendiamo morire in compagnia di quell'uomo. Non vogliamo morire con nessuno ch'abbia paura di morir con NOi!"
Enrico V-William Shakespeare

martedì 22 dicembre 2009

Il "re" abdica???




di Edoardo Narduzzi



Lo ha confidato Berlusconi ai suoi fedelissimi riuniti ad Arcore dopo l'uscita dall'ospedale. Il premier è scioccato dall'aggressione. E teme il peggio

Nel tardo pomeriggio dello scorso venerdì, ad Arcore nella sua residenza privata dove nel 1993 è iniziata l'avventura politica di Forza Italia, Silvio Berlusconi potrebbe aver scritto una parte importante della storia della cosiddetta seconda repubblica. Al termine del primo giorno post ospedaliero e dopo una settimana di intense riflessioni, il leader del Pdl ha comunicato ai suoi cinque più stretti collaboratori riuniti a casa sua che era pronto a farsi da parte. Berlusconi è rimasto scioccato dall'episodio dell'aggressione subita al Duomo ed ora ha davvero paura di poter essere ucciso. E di morire il Cavaliere non ha alcuna voglia.

Quindi è pronto a farsi da parte, a cedere il testimone del governo a un giovane da lui designato. Questa, la possibilità di designare il suo successore, pare sia l'unica vera condizione che il Cavaliere ponga, in primis su tutti al presidente della repubblica Giorgio Napolitano, per trarre definitivamente il dado e rinunciare a palazzo Chigi.

Se Napolitano accettasse lo schema di gioco che il Cavaliere ha in testa, allora il prossimo inquilino i palazzo Chigi diventerebbe Angiolino Alfano. L'attuale ministro di grazia e giustizia è ormai come un figlio per Berlusconi che lo ha “ospitato” ad Arcore negli ultimi anni. Lo stima e di lui si fida anche perché sempre Alfano si ritroverebbe da premier a gestire la partita riforma della giustizia. Ascoltandolo i suoi fedelissimi sono un po' stati presi in contropiede dal nuovo scenario prospettato dal Cavaliere, tanto che Gianfranco Miccichè per ben due volte ha chiesto al leader se il dado era già tratto o se si trattasse di una semplice intenzione, di un desiderata da portare a maturazione col tempo magari nella prossima legislatura.
Ma il premier ha ripetuto per ben due volte di essere intenzionato ad andare avanti nella nuova direzione e di voler far concludere la legislatura in corso ad un giovane primo ministro da lui indicato a Napolitano.

Il Cavaliere che si fa da parte è un autentico ribaltone nelle dinamiche della politica italiana. Toglie di mezzo la strategia della tensione ad oltranza che alcune forze politiche hanno da tempo deciso di perseguire. Fa uscire di scena il problema mai risolto del conflitto di interessi. E, soprattutto, sgombera il campo delle relazioni internazionali dalle semplicistiche accuse troppo spesso rivolte all'Italia. Berlusconi, infine, affiderebbe la guida del paese alla generazione dei politici quarantenni da lui selezionata e già portata al governo.
Taglierebbe definitivamente i legami con il passato e la stagione dei vecchi partiti per aprirne una nuova nella quale lui vorrebbe protagonisti accanto ad Alfano altre giovani ministre come la Brambilla e la Gelmini. E un vicepremier forte nella figura di Giulio Tremonti, il matador dello scudo fiscale e della recessione.
Se quello comunicato da Berlusconi ai suoi fedelissimi non è un ballon d'essai ma una autentica decisione personale, allora il presidente Napolitano farebbe bene a dare seguito alle intenzioni del Cavaliere.
Stavolta il premier sta agendo da autentico statista, anteponendo in qualche modo gli interessi del paese ai suoi. Ma chiedere di poter designare il proprio successore per un leader politico con il consenso e la forza politica di Berlusconi è una pretesa quasi scontata. Il compromesso minimo che con il fondatore del Pdl va cercato e raggiunto. Adesso che la ripresa economica sta prendendo slancio, se l'Italia trovasse anche un duraturo equilibrio politico di legislatura non permanentemente conflittuale, potrebbe essere il giusto cambio di passo per lasciare crisi e paure dietro le spalle.





Tremenda macchinazione, fuor di dubbio i suoi "scelti" dovranno essere con l'orecchio attaccato al wolki toki attraverso il quale detterà ordini e discorsi, non si allontanerà dalla sua amata TV, dove magari condurrà uno show lui stesso alla "contro-Santoro" , e farà galoppare giornali e giornalisti nell'intonazione acuta dell'Ave-Maria di Shubert, magari cambiandola in Ave-Silvio.
Una sorta di emulazione di "Craxi", invece che farlo da Hammamet lo fara da Arcore , non correrà rischio di interferenze "correnti marine".
Però poveri suoi elettori , ritrovarsi un Angiolino Alfano e un T-rex-Tremonti a capo del loro partito sarà davvero triste.
Giuseppe Garibaldi disse : "Bixio, qui si fa l'Italia o si muore!"
Chi sa cosa dirà mai Silvio :"Angiolino, qui meglio se mollo e rischi Tu !"
Coraggio da Generale o astuzia da affarista ad personam style ???
Francesca

6 commenti:

  1. Non mollerà mai, fino alla fine. Se smette di fare il Presidente del Consiglio va dritto in galera.

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  2. Scherzi Lorenzo? Se mai questa dichiarazione fosse l'"unica verità" di Mister B. andandosene dovrà ottenere in cambio ogni cosa richiesta e leggi approvate che lo mettano a sicuro anche oltre l'eternità!!
    Comunque convengo con Te : ahimè non se ne andrà!!!

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  3. Che 2010 ci aspetta!!!!!!!!!!!!
    Dove migreremo?

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  4. Se vogliamo che le cose secchino..basta non annaffiarle basta non aggiungere acqua. e pian piano tornera a trovare le margherite dalle radici..
    tempo ci vuole ma prima o poi seccherà.
    porterò un saluto ai suoi saldi in banche estere
    dove la polvere trovera spazio ai sogni nascosti.

    Maurizio

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  5. Vi sbagliate se smette fa il Papa non più il Papi
    guardate il prossimo post
    ciaooooooooo

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  6. ahahahahah....Vanda, sei forte!!!
    Guarda lo preferisco Papa, visto che io sono laica mi sarà più facile evitarlo!! :DDDD

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