"Lasciate che chi non ha voglia di combattere se ne vada. Dategli dei soldi perche' acceleri la sua partenza, dato che non intendiamo morire in compagnia di quell'uomo. Non vogliamo morire con nessuno ch'abbia paura di morir con NOi!"
Enrico V-William Shakespeare

mercoledì 20 gennaio 2010

Giustizia

Processo breve, mercoledì ok in Senato

Bersani: avanti così e finiremo su Avatar

Opposizioni all'attacco. Il Pd: norme salva premier. L'ironia del segretario. Idv occupa l'Aula per protesta

Pierluigi Bersani
Pierluigi Bersani

ROMA - Se va avanti il processo breve, «il rischio è che finiamo si Avatar. È allucinante che dobbiamo sempre discutere di questi temi. Negli altri Paesi si discute di fisco, lavoro, impresa, riforma sanitaria e difesa ambiente. Invece io temo che da noi tutta la politica finisca sulla Luna». Le battute del segretario del Pd, Pierluigi Bersani, opsite martedì sera di Ballarò, sintetizzano il clima che si respira attorno al «processo breve», il provvedimento in discussione mercoledì in Senato per ridurre la durata dei processi entro limiti prestabiliti. Norme che rappresenterebbero un aiuto indiretto per il presidente del Consiglio, che vedrebbe risolti attraverso la prescrizione alcuni dei suoi problemi giudiziari.

L'ITER DEL DDL - Mercoledì l'Aula del Senato concluderà l'esame degli emendamenti presentati al ddl sul processo breve. Le dichiarazioni di voto saranno in diretta tv, così come il voto finale sul provvedimento. L'opposizione martedì ha protestato e ribadito che si tratta di un provvedimento «per salvare il premier dai suoi processi». A fine seduta i senatori dell'Idv hanno occupato persino l'Aula sedendosi ai banchi del governo: «Vogliamo essere un presidio democratico - afferma il capogruppo Felice Belisario - in un momento in cui si fa a pezzi la giustizia solo per salvare il premier». Alla prova del voto segreto però l'opposizione non ha retto e almeno 5 senatori del centrosinistra votano ripetutamente con la maggioranza. Il Pd ha chiesto 78 voti segreti. La presidenza del Senato gliene concede solo 15. Ma alle prime tre votazioni chieste dal senatore del Pd Giovanni Legnini, è l'opposizione che va sotto: ogni volta mancano almeno 5-6 voti. I senatori della maggioranza ridono e applaudono. Di voti segreti non se ne fanno più.

NORMA TRANSITORIA - È il vero «cuore» del provvedimento, come sottolinea Felice Casson (Pd) e passa con 144 si, 125 no e tre astensioni. L'opposizione insorge dicendo che si tratta di una norma «salva-premier». Si applicherà ai processi in corso che riguardano reati indultati o indultabili con pene fino a 10 anni. La prescrizione processuale scatterà se saranno trascorsi due anni (per i processi futuri il termine è di tre anni) da quando il pm ha esercitato l'azione penale senza che si sia concluso il giudizio di primo grado. Per Giampiero D'Alia è «un'amnistia mascherata che difficilmente la Lega potrà spiegare ai suoi elettori».


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IL MANTRA DEL PD - In segno di protesta, i senatori del Pd decidono di leggere tutti una stessa dichiarazione nella quale si ricorda tra l'altro che proprio martedì la Corte di Giustizia Ue ha respinto il ricorso di Cesare Previti (pur non citandone mai il nome). Una sorta di «mantra», ma il senatore del Pdl Piero Longo nel protestare contro la «litania» si confonde e critica il «tantra». Quindi recita un contro-mantra, quello degli Hare Krishna: «Hare hare krishna hare hare». La maggioranza non approva nessuna proposta di modifica dell'opposizione, neanche quella che aveva richiesto il sindaco di Milano Letizia Moratti per evitare di pagare centinaia di milioni per il processo sui derivati. La senatrice del Pd Marilena Adano interviene più volte a sostegno dell'emendamento ma inutilmente.


19 gennaio 2010 Corriere della Sera

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