"Lasciate che chi non ha voglia di combattere se ne vada. Dategli dei soldi perche' acceleri la sua partenza, dato che non intendiamo morire in compagnia di quell'uomo. Non vogliamo morire con nessuno ch'abbia paura di morir con NOi!"
Enrico V-William Shakespeare

venerdì 19 febbraio 2010

Gioco duro!

venerdì 19 febbraio 2010



DI PIETRO: “DE LUCA MI HA PROMESSO DI RINUNCIARE ALLA PRESCRIZIONE”

La risposta a Borsellino che ha chiesto di non appoggiare la candidatura

di Luca Telese


Senta, io non ho bisogno di un intervistatore, ma di un notaio”.
In che senso?
“Devo fare una confessione. Devo mettere nero su bianco uno stato d’animo...”.
Antonio Di Pietro non scherza nemmeno un po’, è serissimo. Le inchieste degli ultimi giorni, le polemiche sulla sua scelta di appoggiare Vincenzo De Luca in Campania. Il dibattito di queste ore, gli editoriali di Travaglio, l’appello di Salvatore Borsellino affinché cambi idea.
Tutto questo cosa le fa pensare?
Nei giorni del congresso avevo detto che non ci dormivo sopra la notte.
E adesso?
Ora ci passo anche tutto il giorno. Passo il 90 per cento del mio tempo a discutere di questo, è diventata la scelta più drammatica della mia vita.
Allora più che un notaio le serve un prete.
Lei lo sa, io sono credente. Vorrei davvero che il buon Dio mi illuminasse.
Teme di aver peccato di presunzione?
Casomai di umiltà. Perché vede: il Pd candidava De Luca, io dicevo no, e facevo il pieno dei voti.
Sapeva di rischiare così tanti consensi?
Certo. Vede, persino io soffro. Quando leggo gli appunti di Travaglio, le critiche di Borsellino, i malumori di Sonia Alfano, i però di De Magistris, le mail che mi arrivano...
Lei si arrabbia.
Al contrario. Sento di essere dalla loro parte, di avere i loro stessi istinti di base.
La tentazione di tornare indietro.
Faccio saltare il tavolo, mi rifugio nella mia purezza. Però poi mi guardo allo specchio e capisco che sono combattuto. Allora mi è venuta un’idea.
Quale?
Mi confesso con lei. Poi metto quello che esce fuori su una pagina di Face-book. Poi chiedo alla gente di leggere, di dormirci su, e poi di scrivermi.
Proviamo a convincerli.
Dovrebbe bastare la lettura di un giornale di oggi. Ai tempi di Mani Pulite c’era già il senso di impunità del potere.
Oggi di più?
Allora una sentenza era una macchia. Adesso tre anni di condanna fanno un bel curriculum.
Provi a dirmi una ragione per cui votare Idv in Campania produce dei risultati.
Allora: De Luca ha promesso pubblicamente che se viene condannato si dimette. Se uno vota noi sa che in questo caso, se lui non lo fa, gli togliamo la fiducia.
E quindi?
E quindi votando noi sa che conta e decide.
Ma intanto lei chiede il voto per De Luca.
Le do una notizia. De Luca ha accettato di rinunciare alla prescrizione, a cui pure aveva diritto, per il processo sullo stoccaggio dei rifiuti.
Lei non ce l’ha con lui?
Ce l’ho con il Pd, che non è riuscito a capire che serviva la discontinuità. Però, in questa condizione, andare da solo avrebbe pagato elettoralmente, ma avrebbe prodotto un disastro per la Campania.
La vittoria di Caldoro?
Ma Caldoro non è nulla! Qui c’è un rischio che nessuno ha capito. Per la prima volta, dalle giunte rosse del 1975 a oggi si sta correndo un rischio enorme.
Che vinca il centrodestra?
Peggio. Che un’unica maggioranza possa avere in mano sia il governo del paese sia quello degli enti locali.
Cosa c’è di nuovo rispetto a prima?
Che stavolta è a rischio più di prima la tenuta della democrazia. Gli scandali di questi giorni, a destra e a sinistra, ci dicono che il sistema è in briciole. Il berlusconismo sta provando a far saltare definitivamente il primo fondamento di uno Stato democratico. La separatezza dei poteri.
Non è una novità.
Sì, ma è la prima volta che si sente tornare il senso di arroganza di Tangentopoli, la prima volta che qualcuno crede possibile che il controllore e il controllato coincidano, e che si riscrivano tutte le leggi, dall’impunità agli appalti.
Lo scandalo della Protezione civile fa emergere un sottobosco inquietante e trasversale.
E’ il basso impero. Ma allora come posso spiegare alle gente che se noi andiamo contro De Luca, da soli, tendendoci la nostra purezza, facciamo arrivare il clan dei Casalesi a spartirsi gli appalti della Campania?
Mi dica una cosa che comunque cambia se lei riesce a far vincere De Luca.
Che il sistema Bassolino finisce il giorno dopo le elezioni. E non è poco.
Non siete riusciti a costruire un candidato alternativo.
Non si è fatto avanti nessuno.
Quanto si arrabbia quando legge le critiche di De Magistris che lei avrebbe voluto candidare?
Nemmeno un po’. E non mi arrabbio per Marco Travaglio, per la Alfano, per Borsellino. Potrei rompere tutte le alleanze che il Pd ha costruito senza criterio con l’Udc. Ma poi che faccio? Ci chiudiamo nella torre d’avorio a ripeterci quanto siamo bravi e intanto arrivano Berlusconi e quelli che ridono dei terremoti a spartirsi la torta?
Vi siete opposti abbastanza?
Abbiamo fatto la mozione di sfiducia a Bertolaso! Abbiamo bloccato in Parlamento la Protezione civile Spa che era, come tutte le altre, una società per azioni a fine di produzione e distribuzione tangenti!
Lei usa paroline morbide...
Fanno gli affari privati con i soldi pubblici. E intanto svendono l’acqua, i servizi, l’energia. Tutto. Ma questa società che protesta, l’ha capito che quello che è in gioco è tutto questo o no?
Come si chiude la sua confessione-appello su Facebook?
Nel 1945 i partigiani si erano messi con i monarchici per cacciare i nazisti. I liberali con i comunisti, gli azionisti con i democristiani. E insieme hanno scritto le regole di una nuova democrazia con la Costituzione.
Pensa che così si convinceranno gli arrabbiati?
Gli arrabbiati, se votano diventano determinanti. Se non votano restano velleitari. Io indico un’altra strada, quella dell’alternativa di governo.
I CASALESI

Clan dei Casalesi è un cartello camorristico della provincia di Caserta che prende il nome dalla sua città d'origine, Casal di Principe. Ne fanno parte differenti clan. Le attività della cosca sono state segnalate in diverse regioni, come l'Emilia Romagna (Modena, Reggio Emilia, Parma, Bologna, Rimini, Ferrara), la Lombardia (Milano), il Lazio, la Toscana. Nel corso degli ultimi anni ha esteso i propri affari anche in altri paesi, comunitari e non.
Secondo una stima della DDA di Napoli il fatturato risultante delle aziende controllate dal clan e dei traffici illeciti si aggirerebbe attorno ai 30 miliardi di euro. Dal 1985 al 2004 sarebbero stati compiuti dal clan 646 omicidi.

La mafia siciliana però non si è accorta subito dei Casalesi. Dice Tommaso Buscetta nel verbale delle prime dichiarazioni rese a Giovanni Falcone, il 16 luglio 1984: “Prima di venire a Palermo nel 1980 ignoravo del tutto dell’esistenza di famiglie mafiose fuori dal territorio siciliano. Appresi delle novità da Stefano Bontade, che non si poteva dare pace del fatto che in Campania fossero stati snaturati in maniera tanto grave i principi ispiratori di Cosa Nostra. Bontade mi disse dell‘esistenza di tre famiglie: una a Napoli, capeggiata da Michele Zaza; una nel paese nativo dei fratelli Nuvoletta, rappresentata dal più anziano di loro tre, Lorenzo Nuvoletta; una terza, di cui non saprei precisare l’ubicazione, capeggiata da Antonio Bardellino”.

Scelta molto coraggiosa quella di Antonio Di Pietro, sul quale sta ricadendo la colpa del candidato De Luca, con grande cagnara della destra e di quelli che sono, dovrebbero essere, i Suoi noti sostenitori . Candidato scelto e voluto dal sistema Bersani-D'Alema che non vengono mai menzionati, come se il PD non avesse alcuna responsabilità in merito. La strategia di Di Pietro mi era incomprensibile, come aveva potuto mettere a rischio la Sua carriera politica? Non poteva non avere calcolato la reazione dei Suoi simpatizzanti, non sarebbe stato da Lui. Leggendo sui casalesi ora lo capisco e sono con Lui, se in Cammpania vincesse il PDL il danno sarebbe enorme per l'Italia intera, senza più via di ritorno. Mi auguro che la rabbia dei simpatizzanti dell'IDV si plachi e lasci spazio al ragionamento, all'apparenza incomprensibile ma senz'altra via d'uscita, riprendere il controllo delle istituzioni tenedo sott'occhio solo De Luca o lasciare l'Italia ai casalesi?

3 commenti:

  1. La politica è fatta di sguardi in avanti, di progetti, di istituzioni, di bene comune.
    Qui in Italia di compromessi, di strategie, di sotterfugi anche. Bisogna essere chiari altrimenti non si capiscono certi comportamenti.
    i due schieramenti politici, PdL e sinistra compreso il PD, sono due soggetti molto diversi rispetto agli anni 80, anche se ognuno di derivazione dai vecchi partiti.
    Tutti e due si sono rinnovati in peggio.
    Il primo, il PdL, ha racolto, specialmente a livello locale, i rimasugli del vecchio PSI, i signorotti della corruzione, quelli che promettevano in cambio di favori, insomma il marcio localistico. Alcune parti della vecchia DC più una nuova fronda di politici al soldo dell'imprenditoria facile, quella finanziaria e di facile arricchimento. In più il nuovo fenomeno Lega.
    La sinistra, beh, lo sappiamo, lo abbiamo scritto tante volte qui, in pratica è in mano a D'alema, tutto passa atraverso lui.
    Manca il ricambio, non vedo nessuno all'orizzonte, faranno la fine della DC, Bersani non è un segretario, è un uomo di governo, pragmatico ma privo di senso tattico.
    In questo quadro partitico la politica della " destra" è quella di togliere di mezzo gli onesti, chi rispetta le regole e trovano terreno facile inseguendo due strategie, alleanza con le mafie, distruggere le figure oneste.
    Di Pietro si è trovato di fronte ad un bivio, per di più ha dovuto giocare in un terreno che non è il suo ma quello della politica che ho descritto sopra uscendone, apparentemente, come un uomo di quella specie.
    Ma ragionando, come in questo post e come hai ben fatto tu Francesca, era l'unica strada percorribile. Mi sembra anche che onorevoli come Di Pietro e Donadi espongano pure la faccia in ogni angolo possibile mentre il PD, ormai, non ha nemmeno più il coraggio delle proprie idee.

    RispondiElimina
  2. Vero Lorenzo, hai magistralmente completato il mio ragionamento, d'altra parte Tu in politica italiana sei molto più erudito di me, sei stato un militante e un combattente quindi conosci e capisci le strategie, anche se oggi sono ben diverse da quelle di ieri.
    A me tocca come sempre ricercare i motivi di base di certe scelte, alla fine con grande caparbietà ci riesco.
    Di Pietro è entrato nella rena, non gira intorno ai leoni ma li affronta, è lungimirante e quindi nel giusto.. che dici è un leader?
    Io dico di si, se solo avesse il carisma di Berlinguer, perchè a integerrimità e serietà c'è, è solo più rude del primo :))

    RispondiElimina
  3. Può esserci qualche giustificazione in tal senso .. ma ioresto della mia idea ..
    Chi predica legalità non si allea con uno che ha due processi in corso per appalti truccati .. STIAMO SCHERZANDO??? Qui in Campania siamo molto delusi e vincerà berlusca .. poichè a sinistra ci sarà l'astensionismo ...lo volete capire che la GENTE ONESTA NE HA PIENE LE SCATOLE?
    E poi un'altra cosa che addebito a DI pietro e ai suoi .. è non aver presentato un candidato forte ... difronte al quale il PD non avrebbe potuto dire di no ... e se si andava alle primarie con De Luca e un Luigi De Magistris , chi pensate che avrebbe vinto?
    Sono delusa, delusa , mille volte delusa ... anche da De Magistris che ha preferito "non cacciare il petto fuori" e dire "Io ci sono" ma ha optato per il più comodo posto in Parlamento Europeo .. ed allora BASTA, come vogliamo sconfiggere la camorra? A PAROLE O A FATTI!
    Faranno cmq il buco nell'acqua ... e lo dico con tantissima amarezza.

    RispondiElimina