Antonveneta, Fiorani: «Fazio disse:
"Lega ricordi che li abbiamo salvati"»
«L'ex governatore mi avvertì di un'ispezione "morbida". Diedi al senatore Grillo 100mila euro per Dell'Utri e lui mi ringraziò»
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■ Fiorani: nella mia condizione si diventa appestati, per due volte ho tentato di uccidermi |
MILANO (24 febbraio) - «Adesso questi signori della Lega Nord devono ricordarsi di quello che abbiamo fatto per loro, li abbiamo salvati». Con queste parole, secondo Gianpiero Fiorani l'ex governatore della Banca d'Italia, Antonio Fazio, commentò il salvataggio della banca Crediteuronord, congedando l'ex ad della Banca Popolare di Lodi al termine di un colloquio avvenuto nella sede di palazzo Koch.
Le vicende dell'istituto di credito che aveva nel consiglio di amministrazione alcuni esponenti della Lega, sono state ricordate da Fiorani, ex ad di Bpi, durante la testimonianza davanti alla seconda sezione del tribunale penale di Milano dove si celebra il processo per il tentativo di scalata ad Antonveneta da parte dell'ex Banca Popolare Italiana, che vede imputati, tra gli altri, oltre a Fiorani, l'ex numero uno della Banca d'Italia.
Fiorani, interrogato dal pm Eugenio Fusco, ha ripercorso in particolare le vicende legate al ddl sul risparmio che prevedeva l'esame di alcuni emendamenti, approvati in commissione e che sarebbero poi passati all'esame del Parlamento, ostili allo stesso Fazio e in particolare prevedevano l'introduzione del mandato a termine per il governatore della Banca d'Italia.
«Tra i nemici di Fazio - ha ricordato Fiorani - c'erano Tremonti e i parlamentari La Malfa e Tabacci, e anche la Lega Nord acerrima nemica del governatore». Fiorani ha quindi parlato della vicenda del salvataggio di Crediteuronord, «una banca che era sull'orlo del fallimento» e dei contatti che l'allora sottosegretario della Lega Brambilla ebbe con lo stesso Fiorani finalizzati a salvare l'istituto di credito. Fiorani ha quindi riferito di aver parlato del salvataggio al governatore Fazio, in particolare dei contatti con l'esponente della Lega Giorgetti. «C'era la necessità - ha detto Fiorani - di fare l'attività di lobbing in parlamento proprio in vista della discussione del ddl sul risparmio». E in questo contesto Fiorani ha spiegato di aver preso contatti con lo stesso Giorgetti dopo il salvataggio di Crediteuronord.
Bpi, Fiorani: moglie Fazio saputo intercettazioni da Pomicino. «Ricordo - ha aggiunto Fiorani - che c'era molto allarme per i telefoni intercettati, e ricordo che la moglie del governatore Fazio, la signora Cristina, mi rivelò che il suo telefono era sotto controllo, una circostanza che, a suo dire, le era stata riferita dall'on. Paolo Cirino Pomicino. La signora Cristina - ha aggiunto Fiorani sollecitato dalle domande del Pm Eugenio Fusco - mi disse che Cirino Pomicino aveva appreso dei telefoni intercettati perchè era in contatto in ambienti romani con esponenti dei servizi segreti». Fiorani, sempre a proposito delle rivelazioni sui telefoni intercettati, ha ricordato un incontro che ebbe con l'avvocato Sinibaldi, un collaboratore di Stefano Ricucci che gli avrebbe parlato di questa circostanza. Fiorani ha citato in proposito l'ex sottosegretario alla giustizia Giuseppe Valentino che sarebbe stato, a dire dello stesso Fiorani, l'informatore sulla vicenda dei telefoni intercettati.
«Fazio mi avvertì di un'ispezione "morbida"». L'ex governatore della Banca d'Italia, Antonio Fazio, durante il tentativo di scalata ad Antonveneta, avvertì Fiorani, che avrebbe mandato gli ispettori in banca a Lodi, ma che «sarebbe stata un'ispezione morbida da parte di una persona che conosce la situazione e che servirà per dare la patente a tutto quello che abbiamo fatto». Lo ha raccontato oggi in aula lo stesso Fiorani, ricordando ciò che gli disse l'ex governatore Fazio in una riunione del 19 giugno 2005 quando lui e il senatore Luigi Grillo vennero convocati a cena a Roma a casa dell'ex numero uno di via Nazionale. «Quella sera Fazio mi disse "Guarda che ti ho chiamato perché devo mandarti un'ispezionè in quanto era necessaria poiché in quel periodo il governatore era attaccato da tutte le parti: da Montezemolo, da Della Valle, da Tronchetti Provera ed anche da Rutelli». L'ex banchiere di Lodi ha detto che il governatore gli assicurò che quell'ispezione sarebbe comunque stata «morbida» e che il mandato era «dare la benedizione a tutto quello che aveva fatto la banca su Antonveneta».
«Il senatore Grillo, 100mila euro me li chiese per Dell'Utri. E Dell'Utri mi ha ringraziato» ha aggiunto Fiorani, nell'affrontare il capitolo che riguarda la sua attività di lobbysmo, i suoi rapporti col mondo politico e i versamenti di denaro fatti ad alcuni parlamentari (vicende peraltro già emerse nel corso dell'inchiesta). Ha ribadito tra l'altro di aver versato allo stesso senatore Grillo, con cui aveva rapporti frequenti, «in più tranche, 100-200 mila euro, quando faceva la campagna elettorale». Dopodiché l'ex banchiere di Lodi ha anche spiegato che il senatore del Pdl aveva aperto un conto corrente presso l'ex Bpl, sul quale venivano effettuate operazioni con i derivati su Autostrade. Rispondendo alla domanda del pm Fusco, e cioè se tutti i soldi erano andati a Grillo, Fiorani ha risposto: «Un importo, mi disse, era destinato a Dell'Utri. Cento mila euro me li chiese per Dell'Utri». E il pm: «Ma poi arrivarono a destinazione? Certo, perché Dell'Utri mi ha ringraziato» ha risposto l'ex amministratore delegato.
Fiorani ha anche ricordato di aver «aiutato» l'onorevole Aldo Brancher: «Mi chiese un contributo perchè aveva perso in un investimento in una azienda. Era uscito male. Diedi 100mila euro per lui e altri 100 mila euro, che mi disse che doveva dare a Calderoli». Inoltre, l'ex banchiere ha spiegato che a Brancher la banca aprì un conto corrente, 'affidatò a nome della moglie, e sul quale anche lì vennero fatte operazioni con i derivati.
24 febbraio Fonte. Messaggero
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