"Lasciate che chi non ha voglia di combattere se ne vada. Dategli dei soldi perche' acceleri la sua partenza, dato che non intendiamo morire in compagnia di quell'uomo. Non vogliamo morire con nessuno ch'abbia paura di morir con NOi!"
Enrico V-William Shakespeare

venerdì 16 aprile 2010

BOSSI ALL’ASSALTO DELLE BANCHE DEL NORD...“Avremo nostri uomini a ogni livello, ce lo chiede la gente”...


di Stefano Feltri

Bisogna leggerle bene le parole di Umberto Bossi sulle banche. Non sono un auspicio, una boutade, o un’intemperanza verbale, ma una constatazione. Il leader della Lega Nord ha detto ai giornalisti, nei corridoi di Montecitorio: “E’ chiaro che le banche più grosse del nord avranno uomini nostri a ogni livello. La gente ci dice ‘prendetevilebanche’enoilofaremo” .La domanda non è se i leghisti ci riusciranno, ma cosa faranno quando l’assedio avrà avuto successo.

GRANDI PREDE...
Le grandi banche, infatti, sono già molto più verdi di quanto sembri a una prima occhiata. Da Luca Zaia, appena arrivato alla guida del Veneto, è partito l’accerchiamento di Alessandro Profumo, amministratore delegato di Unicredit. L’otto per cento del capitale di Unicredit è sotto l’influenza leghista: il sindaco di Verona Flavio Tosi sceglie quattro consiglierisu30inCariverona,primo azionista di Unicredit con il 5 per cento, e poi ci sono quelli scelti dalla provincia di Vicenza, dalle camere di commercio vicentine e veronesi, da Feltre e da Legnano (in Lombardia). Sono leghiste quasi tutte le istituzioni e gli enti locali che nominano il cda delle fondazioni bancarie, enti senza fini di lucro , versione moderna delle casse dirisparmio,inventatedaGiuliano Amato quando dovette creare azionisti a cui conferire il controllo sulle banche pubbliche da privatizzare. L’unica fondazione chiaramente non leghista è Cassamarca di Treviso, ma l’ottantenne Dino De Poli che la guida, storico esponente della cosiddetta finanza bianca (cioè cattolica), è in scadenza di mandato. Dentro Unicredit è già chiaro che l’attenzione al Nord Est è già aumentata: Profumo ha dovuto accettare un country manager, cioè un superdirigente che supervisiona l’attività in Italia, che non è sgradito alla Lega, Gabriele Piccini.

Alla sua prima dichiarazione ha ricordato che “abbiamo 600 mila imprese che hanno diritto ad avere delle risposte concrete alla loro domanda di credito”. E’ questo l’obiettivo della Lega: garantire finanziamenti ai piccoli imprenditori che annaspano da un anno e mezzo per la stretta creditizia imposta un po’ dai parametri internazionali di Basilea 2 e un po’ dall’effettiva difficoltà del settore produttivo (che quindi diventa più rischioso e meno meritevole di credito). Unicredit è la preda più grossa, la porta principale da cui la Lega può entrare nella finanza che conta e gestire operazioni di sistema. Che nell’ottica leghista non sono Alitalia e Telecom (appannaggio di Intesa Sanpaolo) ma un’assistenza al territorio, mettendo gli interessi degli imprenditori davanti a quelli degli azionisti. La conquista, per riuscire, ha bisogno però di un contesto favorevole: Massimo Ponzellini, presidente della BancaPopolarediMilano,dopoessere stato prodiano e tremontiano ora guarda con interesse all’espansione leghista nel credito. E Vincenzo Consoli, che guida l’emergente Veneto Banca, non gradisce l’etichetta di banchiere del Carroccio (ha rilasciato un’apposita intervista alla Stampa per smentirlo), ma il suo istituto si è appena comprato la torinese Bim ed è guardato con simpatia da Zaia. Visto che Giulio Tremonti sembra aver scambiato il sostegno politico di Bossi con un biglietto da visita per l’ingresso nella finanza vera (operazione tentata con scarso successo dalla Lega nel 2005, ai tempi della Popolare di Lodi di Gianpiero Fiorani e delle scalate), l’ascesa finanziaria leghista è quindi possibile. E dopo?

MISSION IMPOSSIBLE...
Quando la Lega sarà una potenza finanziaria, o quando gli altri penseranno possa diventarlo davvero, che è lo stesso, come userà la sua influenza? Il problema, infatti, è che le banche in Veneto concedono pochi finanziamenti anche perché molte aziende non li meritano. Cioè sono così provate dalla crisi che molto probabilmente non sopravvivranno abbastanza da restituire i prestiti. E le poche imprese sane stanno immobili ad aspettare che la crisi passi. Anche i Confidi, sono in difficoltà: gli organismi che in Veneto sostengono gli imprenditori nel rapporto con la banca, garantendo parte del prestito, sono quasi senza soldi: l’indicatore di sofferenza è passato dal 33,7 per cento del 2007 al 40 del 2008 fino al 46,7 per cento del 2009. Segnale che i debitori padani sono sempre più a rischio insolvenza. E’ con questo scenario che le grandi banche, una volta conquistate dalle truppe di Bossi, dovranno confrontarsi: allargare i cordoni della borsa per gli imprenditori e i lavoratori che votano Lega pagherà nelle urne ma non nei bilanci delle banche. A pagare il conto , se le cose andranno male, saranno come sempre i piccoli azionisti.
(Il Fatto Quotidiano del 15 Aprile 2010)


Bossi ha detto di volere un sindaco di Milano e un premier e banche leghisti (FOTO ANSA)

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Ha inizio la "grande abbuffata"...!? Ricordate come andà a finire la prima banca "leghista"...?


Credieuronord: quando la Lega aveva una banca tutta sua...

I leghisti si inventano la Credieuronord, un piccolo istituto di credito, nel 2000. “Sarà una grande banca”, dichiara Bossi. Poi comincia una campagna di proselitismo, che chiede ai militanti leghisti di mettere mano al portafoglio per contribuire al successo della nuova “banca padana”. Vengono aperti un paio di sportelli a Milano e uno a Treviso, ma dura poco. Fidi importanti vengono concessi, senza troppe garanzie, a pochi clienti eccellenti, tra cui la moglie dell’ex calciatore Franco Baresi. In breve: Credieuronord collassa. E conquista il record di essere l’unica banca al mondo che in soli tre anni riesce a perdere quasi per intero il capitale sociale. Le azioni pagate 25 euro l’una alla fine dell’avventura crollano a 2,16 euro. Bruciati oltre 10 milioni. I capi leghisti rischiano, con la bancarotta, di rimetterci la faccia e magari anche i patrimoni. Ma arriva il salvatore: Gianpiero Fiorani. Dieci anni prima era sta ta la sua Banca popolare di Lodi a concedere alla Lega il mutuo che aveva permesso al partito di comprare la sede di via Bellerio a Milano. Nel 2004, con la regia del governatore di Bankitalia An tonio Fazio, compra Credieuro nord e annega i debiti della banchetta leghista nell’accogliente pancia della Popolare di Lodi..."Buon appetito"...
(Il Fatto Quotidiano del 15 Aprile 2010)


IL CARROCCIO VEDE ROSSO...Non c’è rosa senza spine...

ROSE COMUNISTE

Non intonate al colore della nuova giunta leghista. È probabilmente per questo, dicono i rumors di Codognè, paese trevigiano, che il sindaco, Roberto Bet, eletto lo scorso anno sotto le insegne del Carroccio, avrebbe deciso di far estirpare le rose rosse dalle aiuole del paese. Il primo cittadino ha spiegato che l’operazione è connessa sia a limiti di bilancio, essendo la manutenzione dei roseti costosa (6-7000 euro l’anno), che al rischio per i passanti di ferirsi con le spine. Al loro posto, nelle aiuole a bordo strada, Bet ha ordinato la distribuzione di sterili sassi del Piave. “Se fossero state verdi, commenta un residente, le rose sarebbero rimaste al loro posto”. Ma il rosso è il colore della passione! E del vino che fa prendere decisioni ridicole...
SIAMO NEL RIDICOLO.... QUESTI SONO DAVVERO DEI DEMENTI!
Tra poco non si canterà più "rose rosse" di Ranieri ... è una canzone comunista.
Tra poco incaricheranno qualche scienziato pari loro, scienziato pazzo,per fargli studiare se è possibile colorarsi il sangue di verde ... il sangue rosso è comunista.
ALLONTANATE QUESTI PAZZI DALLE ISTITUZIONI PRIMA CHE TRASFORMERANNO L'ITALIA IN UN MANICOMIO PADANO... a questo punto la secessione la chiedo io, non voglio avere nulla a che fare con questi decerebrati.

4 commenti:

  1. Myriam, io non ci capisco più niente veramente...!!

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  2. :DDDDDDDDDDD... Te possino Miryam, sto ridendo di gusto!
    Rose Rosse è di Ranieri che è pure di Napoli, in Padania non si canta no!! :DDDDDDDDDDDDDDDD
    Il sangue verde.. poi.. Maròòò non ce la faccio più dal ridere!
    Facciamo una cosa.. invitamo gli Uomini nordisti di sinistra a coalizarsi ne fare omaggio di un fascio di rose rosse, con fiocco rosso, avvolte in una carta rossa con cuori rossi.. alle donne di questi politici con una dedica :
    "A una donna il cui marito ha avuto il cattivo gusto di privarla del .. rosso della passione.. con ammirazione.. L'Uomo rosso! "
    :DDDDDDDDDDDDDDDDDDDDD

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  3. La Lega vuole prendersi le banche, come se chissà quali interessi finora ha mai servito, genorosamente ricambiati con moneta sonante, che ha permesso ai leghisti di creare sezioni, di fare camagna elettorale, e di diventare il terzo partito d'Italia.
    Io direi che non è che sono le banche ad essere leghiste, semmai è la lega ad essere un partito delle banche e delle piccole e parassitarie imprese che impediscono all'Italia la crescita (e sfruttano la manodopera in nero, salvo rare eccezioni).

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  4. Hai ragione Matteo,
    ma quando gli elettori della Lega lo avranno capito, temo sarà troppo tardi per l'Italia intera risollevarsi dai danni che sono già enormi.

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