"Lasciate che chi non ha voglia di combattere se ne vada. Dategli dei soldi perche' acceleri la sua partenza, dato che non intendiamo morire in compagnia di quell'uomo. Non vogliamo morire con nessuno ch'abbia paura di morir con NOi!"
Enrico V-William Shakespeare

martedì 15 giugno 2010

Il governatore della Lombardia: «Vengono tolti i soldi ma non le funzioni»

Manovra , la rivolta delle Regioni
Formigoni: norma incostituzionale

La conferenza dei governatori: «Testo del governo senza condivisione nè sulle misure nè sull'entità del taglio»

Il governatore della Lombardia: «vengono tolti i soldi ma non le funzioni»

Manovra , la rivolta delle Regioni
Formigoni: norma incostituzionale

La conferenza dei governatori: «Testo del governo senza condivisione nè sulle misure nè sull'entità del taglio»

MILANO - Le Regioni non ci stanno. E bocciano i tagli della manovra ai loro bilanci. «La manovra è stata costruita dal governo senza condivisione nè sulle misure nè sull'entità del taglio, riproponendo una situazione di assenza di coinvolgimento diretto»: è quanto si legge in un documento approvato all'unanimità dalla Conferenza delle Regioni e delle province autonome. I governatori sottolineano anche come «sostanzialmente si riducono i margini della riforma del federalismo fiscale» e questo, scrivono, «è un problema gravissimo».



ERRANI - Le Regioni sono disposte a fare fino in fondo la loro parte ma la manovra economica varata dal governo è «irricevibile e non sostenibile» perchè carica il peso dei tagli sulle Regioni per oltre il 50%. Non è equa e i tagli avranno ricadute pesanti su persone, famiglie e imprese». Il Presidente della Conferenza delle Regioni Vasco Errani lo sottolinea durante la conferenza stampa seguita alla riunione del parlamentino dei governatori, che ha varato all'unanimità un documento critico sul provvedimento economico del governo. «La nostra posizione - ha sottolineato Errani - è costituzionale. Non segnata da ragioni di schieramento politico. Non è corporativa. Non sta tutelando le risorse delle Regioni ma spiegando che i tagli avranno ricadute pesanti sul sistema territoriale». «Le Regioni vogliono partecipare e dare il loro contributo alla riduzione dei costi della pubblica amministrazione, all'interno di una manovra che si inquadra in un contesto europeo», ha detto Errani che ha aggiunto: «tuttavia riteniamo irricevibile e non sostenibile la manovra». Le Regioni, ha sottolineato ancora, «hanno ridotto il contributo al debito pubblico del 6%. Lo Stato centrale ha invece incrementato il suo di oltre il 10%». Le Regioni «sono pronte a fare la lotta agli sprechi e ai costi del funzionamento dell'amministrazione. È un dovere anche perchè c'è la crisi. Ma i tagli parlano di altro». A partire dal 2011 verranno tagliati 4,3 miliardi, ha sottolineato Errani, mettendo l'accento sulle «ricadute oggettive che riguardano le competenze fondamentali per i cittadini e le imprese», ma anche per l'applicazione del federalismo fiscale. «Con questa manovra - ha detto - sostanzialmente si riducono i margini per l'applicazione del federalismo fiscale». Mentre la Conferenza delle Regioni chiede «all'unanimità che ci siano tutte le garanzie perchè la legge 42 che introduce il federalismo possa essere applicata dal 2011 in tutte le sue parti».

FORMIGONI - Durissimo anche il governatore della Lombardia, Roberto Formigoni (Pdl), che, parlando nel corso della conferenza stampa ha spiegato che alle Regioni «vengono tolti i soldi ma non le funzioni: questo contraddice quanto disposto dalla Corte Costituzionale. C'è dunque un rischio di incostituzionalità della manovra, dal momento che la Corte Costituzionale afferma che deve esservi un collegamento diretto tra le funzioni conferite e le risorse necessarie per il loro esercizio». Per Formigoni è necessario «mantenere fermi i capisaldi» della manovra ma occorre «distribuire il carico dei sacrifici in modo proporzionale, come nelle famiglie un buon padre distribuisce il carico dei sacrifici su tutti i figli. Qui invece si carica su un figlio tutto il carico e il padre fa spallucce. Anzi, di più, siamo di fronte ad un padre sciamannato che ha aumentato il debito pubblico». Mentre le Regioni sono «figli virtuosi. Così non è sostenibile né equa e va cambiata», ha aggiunto Formigoni.

COTA - Il capolavoro di equilibrismo politico lo compiva però il neogovernatore del Piemonte Roberto Cota (Lega) , che prima firmava il documento della Conferenza delle regioni e poi si dissociava. «Io condivido l'impostazione della manovra - ha detto Cota - è necessario che venga fatta». Nel documento approvato all'unanimità dalle Regioni - ha quindi proseguito - «viene confermato da parte nostra un atteggiamento costruttivo». Per Cota, infatti, non è a rischio il federalismo fiscale, «anzi, la manovra evidenzia che esso e necessario e indifferibile». Una posizione che non è piaciuta ad Errani che ha sottolineato: «Il documento che definisce irricevibile la manovra economica e nel quale si sostiene che questa mette a rischio il federalismo fiscale l’ha firmato anche lui».

Redazione online Corriere della Sera
15 giugno 2010

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