"Lasciate che chi non ha voglia di combattere se ne vada. Dategli dei soldi perche' acceleri la sua partenza, dato che non intendiamo morire in compagnia di quell'uomo. Non vogliamo morire con nessuno ch'abbia paura di morir con NOi!"
Enrico V-William Shakespeare

venerdì 15 ottobre 2010

Il re del cancro!!

Veronesi sì, Veronesi no.

Alla fine sciolte le riserve, l’oncologo ha deciso di accettare l’incarico e di assumere il ruolo di Presidente dell’Agenzia nazionale per la sicurezza nucleare. Di fatto da oggi si apre il ritorno del nucleare in Italia. Spiega Veronesi che il nucleare non fa paura e dice:
"Chi ha studiato sa benissimo che il disastro di Chernobyl è stato provocato dalla follia di un direttore che ha voluto fare un esperimento. E per farlo ha tolto almeno 12 livelli di sicurezza. È stata una follia umana che non si ripeterà".
Sono sicuro che non c’è alcun rischio. Ha espresso soddisfazione anche Stefania Prestigiacomo, ministro per l’Ambiente. Gli unici che hanno alzato una voce contro sono quelli del Pd, ma per una questione puramente formale. Dichiarano:
Non possiamo che augurare buon lavoro a Veronesi e attendere che si dimetta quanto prima da parlamentare, come del resto nei mesi scorsi egli stesso aveva detto di voler fare.
Dopo il salto la lettera scritta da Milena Gabanelli al direttore del Corriere della Sera, lo scorso 26 luglio in cui esprime notevoli perplessità circa la nomina politica e non tecnica del prof. Veronesi.

Caro direttore, premetto che non ho interesse per le preferenze politiche del Prof. Veronesi; è un oncologo di fama e mi aspetto che faccia tutto quello che può per curare il cancro.
Da un paio d’anni è anche senatore, carica che ha accettato a patto che non gli porti via tempo per i suoi pazienti. Intento nobile verso i pazienti, meno verso i cittadini che, pagando un lauto stipendio ai senatori, si aspettano che dedichino le loro energie alla gestione politica del Paese. Ora è stato proposto il suo nome come Presidente dell’Agenzia per la Sicurezza del Nucleare, nomina che accetterebbe volentieri, di nuovo a condizione che non sottragga tempo ai suoi pazienti. Ovvero, bisognerebbe adattare le necessità di un’agenzia così delicata e fondamentale agli impegni del candidato presidente. Intanto venerdì scorso in Senato è stato approvato un decreto che gli consentirebbe, se volesse, di andare in deroga alla legge che vieta a chi ha incarichi politici di presiedere un’authority.
Riguardo invece alla sua competenza in materia, scrive: Sono un appassionato di fisica, non a caso ho ricevuto la laurea honoris causa. Nuclearista convinto, cita la Francia come modello di qualità di vita per noi italiani. Partendo dal presupposto che l’agenzia non sia un bluff ma qualcosa di straordinariamente serio, non è affatto rassicurante l’idea che venga diretta (nei ritagli di tempo) per 7 anni, da un uomo che oggi ne ha 85, anche se è il più bravo oncologo del pianeta.
Presiedere l’agenzia per il nucleare vuol dire affrontare problemi di carattere tecnico, elaborare i regolamenti insieme ai commissari, dare il parere sui progetti, verificare il rispetto delle regole e prescrizioni a cui sono sottomesse le installazioni. Un lavoro certamente a tempo pieno, meglio se subordinato a una competenza specifica, più che a una passione.
Siccome il Prof. Veronesi cita il modello francese, saprà che la loro agenzia (ASN) è diretta da Jean Christophe Niel, 49 anni (laureato in fisica teorica che ha ricoperto incarichi di vertice nel controllo sul ciclo del combustibile e dei rifiuti, ed è stato per anni capo del dipartimento per la sicurezza dei materiali radioattivi). Il presidente è Andrè-Claude Lacoste, 69 anni, ingegnere, da 17 anni con incarichi direttivi nel settore sicurezza nucleare.
Il Prof. Veronesi ha poi espresso un’opinione sul fattore rischio (oggi calcolato quasi vicino allo zero), che
sembra non tener conto dei cosiddetti piccoli incidenti quotidiani, riportati da tutte le Agenzie, che si verificano proprio in Francia; per non parlare delle basse emissioni permanenti degli impianti, come dimostra lo studio del Prof. Hoffman ordinato dalla Cancelliera Merkel.
Parlare invece di nucleare come l’alternativa più valida al petrolio è solo suggestivo, poiché il petrolio serve soprattutto a far muovere le macchine e solo in minima parte ad alimentare le centrali elettriche. Infatti in Francia, Paese più nuclearizzato d’Europa, il consumo procapite di petrolio è più alto rispetto a quello italiano. Succede di essere approssimativi quando ci si occupa di troppe cose.
Milena Gabanelli

Nelle mani dell'ennesimo zombie, quale italiano non si sente al sicuro???.. Combatte il cancro che ama alimentare. fra inceneritori e centrali nucleari "ecologiche", e poi è pure senatore. La sua giornata durerà senz'altro 48 ore.. che corazza!!!
Farebbe tutto per i suoi.. pazienti.. "per qualche dollaro in più"... (si dice euro).
Avanti tutta, che si affondi in fretta, l'agonia alla lunga annoia!!

8 commenti:

  1. Concordo in tutto tranne che per la critica alla professione, a questo punto primaria, del prof. Veronesi. Oltre che un valido oncologo è di una umanità encomiabile, qualità non secondaria per chi si occupa di questo tipo di malattie.
    Sul resto sono d'accordo in toto. Ma che ci sta a fare un 85enne alla presidenza di quella che sarà una delle agenzie più delicate della nazione, e per di più con poca competenza. Anche io ho la passione per la lettura ma non vado a dirigere una casa editrice :)))
    Mi ha colpita quando la Prestigiacomo dice che il PD ha fatto opposizione solo per una questione formale. Penso sia vero e se ne vedono i risultati, oltre che al fallimento della politica di sinistra. Uno di questi risultati è aoounto questa nomina.
    Bel post e argomento molto azzeccato.
    Doriana

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  2. Ovviamente io sono contro il nucleare per molte ragioni tutte di carattere politico. La principale è che c'è stato un referendum dove il popolo si è espresso contro e questo dovrebbe bastare.
    Non si fanno abbastanza analisi di carettere politico-ingegneristico, dove si guardi la sostanza e cosa la società ha bisogno in modo pragmatico, perchè altrimenti risulterebbe che è possibile diminuire il fabbisogno del petrolio senza costruire nuove centrali nucleari. Basterebbe incentivare e rendere efficace il trasporto pubblico e il bisogno di automobili diminuirebbe insieme a bisogno di petrolio. Ma qui si toccherebbero altri interessi...........
    Ecco perchè penso che sia tutto un bluf.
    Del resto in Finlandia le centrali nucleari stanno per essere totalmente smantellate a favore di energie più pulite. E non mi dicano che lì non c'è bisogno di energia e mobilità:)
    Lorenzo

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  3. Nel 1987 fu tenuto il referendum abrogativo, relativo a tre norme che afferivano alla costruzione di centrali nucleari.
    I quesiti referendari furono tre: 1) Abrogazione dell'intervento statale se il Comune non concede un sito per la costruzione di una centrale nucleare. 2) Abrogazione dei contributi di compensazione agli enti locali per la presenza sul proprio territorio di centrali nucleari o a carbone. 3) Esclusione della possibilità per l'Enel di partecipare alla costruzione di centrali nucleari all'estero.
    Tutti e tre furono accolti, con larghissima maggioranza, circa l’80% dei votanti.
    Il referendum abrogativo ha l’efficacia di norma di legge, è un atto di democrazia diretta avente valore di legge.
    La materia referendaria non è detto che non consenta una diversa disciplina della costruzione di centrali nucleari, ad esempio in territorio demaniale.
    Sono passati 23 anni da quei referendum. Una nuova disciplina, che non intacca la materia referendaria, non è sembrata proponibile perché l’ovvia reazione popolare (raccolta di 500.000 mila firme per un nuovo referendum abrogativo) avrebbe potuto vanificare una nuova disciplina legislativa.
    Premesso che il fabbisogno energetico di una nazione presuppone e comporta lo sfruttamento di tutte le c.d. energie rinnovabili, alla luce delle conoscenze scientifiche e tecnologiche, il ricorso al nucleare è strettamente legato alla possibilità di approvvigionamento del materiale fissile da usare come combustibile nucleare, l’uranio è destinato a cessare, come prima o poi si esauriranno le fonte di energie diverse (petrolio, gas naturale), il ricorso al nucleare fa parte della politica berlusconiana, degli annunci ad effetto privi poi di applicazione pratica, lascia un po’ perplessi la posizione del prof. Veronesi, la cui fama di scienziato non può essere messa in discussione. Fra l’altro Veronesi è un senatore della Repubblica, eletto nel PD, ma questo dettaglio non proibisce che di accetti di essere posto a capo di un ente creato dal governo di centro-destra, perché Veronesi è uno scienziato, non un politico. Proprio perché uomo di scienza, deve essere stata fortissima la tentazione, nobilissima, di guidare un organismo che si addentra nell’uso del nucleare a scopi pacifici. Ciò che stupisce è la circostanza che Veronesi è nato nel 1925, ha 85 anni, ma Rita Levi Montalcini di anni ne ha 102. Voglio dire che non è nuovo il fenomeno della longevità di uomini e donne di scienza.
    Molti auguri.

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  4. Perdonatemi se non mi associo al coro degli osanna riguardo a Veronesi.
    Essere uno scienziato non garantisce e non certifica l'assoluta buona fede di chi lo è.
    Non mi inoltro nelle mie considerazioni personali, discutibili per chi non le condividesse, ma che mi danno la netta percezione che quest'uomo è solo una macchina da soldi e nulla più.

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  5. Anni fa c'era in Lombardia un blog che si chiamava "OneMoreBlog', chiuso da qualche hanno, frequentatissimo dai politici locali, specie milanesi. Un motivo di discussioni infinite era proprio il sospetto che Veronesi fosse diventato una 'macchina da soldi', come dice Francy.
    Ma nel blog nessuno portò prove serie, solo sospetti e dietrologie.
    Mi è tornato in mente leggendo le tue parole, Francy. Sarebbe interessante capire come sei arrivata alla conclusione, che è poi solo una tua impressione, della 'macchina da soldi'.

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  6. Luigi,
    Ti pongo una domanda in base al Tuo c.v.:
    se Ti venisse offerto, dietro lauto compenso, di addestrare dei delinquenti assassini in un poligono di tiro, lo faresti? Se si, perchè? Diresti poi agli italiani, in piena coscienza, che quei delinquenti una volta addestrati saranno come degli agnellini di Pasqua?

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  7. Replica sibilina la tua! No, perchè non sono un maestro d'armi! Ti va bene così? Aggiungo che in quel blog si parlava di società specializzate in ... riconducibili al nostro...

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  8. benissimo Luigi, benissimo... grazie, ciò mi dice che sono nel giusto ;)

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