"Lasciate che chi non ha voglia di combattere se ne vada. Dategli dei soldi perche' acceleri la sua partenza, dato che non intendiamo morire in compagnia di quell'uomo. Non vogliamo morire con nessuno ch'abbia paura di morir con NOi!"
Enrico V-William Shakespeare

mercoledì 29 dicembre 2010

Un pò di poesia ...bellissimi versi,ironici, sarcastici, azzeccatissimi...di GIORGIO



pensierini natalizi

Regali di Natale un par di balle!
Io quei parlamentari li ho comprati,
col pero che me li hanno regalati!
Tutto per colpa di quel rompipalle,
fortuna che possiedo larghe spalle
e un mare di quattrini riciclati…

Ma pensa un po’ ‘sti quattro ammutinati…

con gli euro ho già tappato un po’ di falle
ma non potrò sborsare all’infinito,
c’è gente che paventa le elezioni
e devo cambiar faccia al mio partito…

io rischio di cantar “Le mie prigioni”
oppur di far la fine di Benito:
mi lasceranno appeso a penzoloni,
con solo i pantaloni!
Qui si prospettan situazioni grigie…

è meglio se preparo le valigie!


Natale con i soliti quattro stronzi...

germoglia un terzo polo
che, ancora prima di essere creato,
è stato già trombato
da un piccolo e astutissimo brianzolo
(stempiato donnaiolo)
c’è poi lo sgangherato residuato
di quel che fu un partito
e adesso è in tasca a un baffo mariuolo;
le situazioni (pare) che ben sposino:
una accozzaglia subdola
che spera di irretire qualche asino
per non restare più senza la seggiola.

Stavolta non li biasimo,
non dico nulla…
vado a votar Vendola


Dal blog di GIORGIO
POESIE DEL KAZ

DDD

lunedì 27 dicembre 2010

Un" sogno"...

Ahi serva Italia, di dolore ostello,/ nave sanza nocchiere in gran tempesta,/ non donna di provincie, ma bordello!” Dante Alighieri, Purgatorio, Canto VI, 76-78



Ho fatto un sogno
Gasparri ,non più strabico , partiva per una missione in Africa..........ad attenderlo sul molo c'era Veltroni.

La Russa entrava in un centro estetico- gestito da extracomunitari- per cercare di perdere il suo ghigno e sguardo luciferino essendo perfettamente a conoscenza che ci sarebbero voluti anni.

Berlusconi si infuriava con due giudici della corte d'appello che, offertisi volontari, non riuscivano a togliergli gli strati di stucco dal viso e la catramina dai capelli , urlando” sbrigatevi perditempo, mi aspettano all'Inferno Gheddafi e Putin “

La Prestigiacomo, la Mussolini, la Carfagna e la Gelmini , finalmente serene, in una
trasmissione televisiva a far quello per cui si sentono portate : le vallette.

Fini in giro per negozi a tentare di ritrovare la cucina che aveva comperato per la casa di Montecarlo.
Bersani sui tetti che minacciava di buttarsi se non lo riconfermavano segretario del PD.

Vendola che rinunciava all'orecchino visto che con quello gli italiani,ignoranti come sono, non gli riconosceranno mai la statura di leader.

Giorgio Napolitano, Dario Fò, Margherita Hack,e altri illustri “vecchi” attorniati da studenti, ricercatori, uomini e donne di buona volontà e dalla pelle di vario colore, che chiedevano loro di instradarli sulla via della vera Democrazia
.........................................................peccato fosse un sogno................................

Il sogno non è mio, mi è stato inviato dalla mia amica Marcella, pugliese di origine e piemontese d'adozione.
Ma, anche se non ho fatto io questo sogno...posso sempre sognare ad occhi aperti.

domenica 26 dicembre 2010

Invito a commentare



Questo post è un invito a tutti i lettori, commentatori o solo blogger che passano di qui. E' un favore che gentilmente vi chiedo ma penso che serva a tutti noi.
L'antefatto:
Dal blog di Amaranta questo tizio ha copiato un suo racconto facendolo passare per proprio. Cosa non rara in blogosphere, ma quando ci tocca da vicino fa incazzare.

Ora io chiedo a tutti di postare un commento su quel post, dicendo quello che possa passare per la mente ma che sia attinente al fatto che lui ha sfacciatamente copiato e non si degna di rispondere.
Il link di quel post è:

http://idlos.bloog.it/frammenti-un-dolore-da-uomo.html

Ma è possibile commentare anche su questo link

Riempiamo quel post di commenti, grazie.

Lorenzo

mercoledì 22 dicembre 2010

Come l'Aglio per Vampiri


di

Marco Travaglio



Massima gratitudine ai noti statisti Alfano, Maroni, La Russa, Mantovano e Gasparri per avere spiegato agli studenti anti-Gelmini che cosa il governo si aspetta dalla loro manifestazione di martedì: il sangue. Il regime ha bisogno di violenze e feriti (e se ci scappa il morto, pazienza), per portare a termine il suo disegno incostituzionale sull’Italia. Il mercato dei deputati è bastato per la striminzita fiducia del 14 dicembre, ma per conservare le poltrone e approvare le leggi vergogna ancora in cantiere (tra cui la Gelmini) ci vuol altro. Bisogna costringere l’Udc a rimpiazzare Fli, restituendo al governo quella maggioranza di 50-60 deputati necessaria a rimetterlo in sicurezza a Montecitorio.

Il Vaticano si sta molto prodigando in tal senso, ma occorre un 11 settembre all’italiana per simulare un clima da emergenza democratica che aiuti B. a gabellare per interessi nazionali i suoi affaracci penali, a farsi scudo delle istituzioni in pericolo per perpetuare la sua voglia d’impunità. Il nemico è alle porte, stringiamoci a coorte. Per questo la banda soffia sul fuoco con proposte impraticabili: vietare le piazze a persone incensurate con provvedimenti da stadio, minacciare i tribunali per cambiare le sentenze a proprio uso e consumo, arrestare preventivamente qualcuno perché Gasparri pensa che potrebbe commettere reati, cazzate così. Roba che una persona normale si vergognerebbe non dico di enunciarla, ma pure di pensarla. Però utilissima a soffiare sul fuoco, nella speranza che domani si scateni il caos, magari con l’aiuto di qualche reduce di quella manovalanza della violenza da sempre pronta a “destabilizzare per stabilizzare”.

Ora, grazie a Gasparri & C., chi domani sarà in piazza (speriamo tanti) sa cosa si attende da lui il regime: che sfasci tutto, crani, ossa, bancomat, automobili. La violenza è l’ultima speranza di un governo disperato. Chi gli farà questo regalo sa fin d’ora che non solo la porcata Gelmini, ma altre e ancor peggiori porcate verranno grazie a quella violenza. Chi invece vuole contrastare il regime sa quel che deve fare: il contrario di quel che si aspetta il regime. Una manifestazione oceanica e pacifica, addirittura beffarda nella sua imperturbabile legalità. Un corteo dove non solo non si lancia nulla, ma magari si raccattano cicche e cartacce per gettarle nel più vicino cassonetto. L’ideale sono migliaia di giovani che sventolano la Costituzione in faccia a chi la calpesta.

Per questo domani Il Fatto sarà avvolto da un inserto con i principi fondamentali della nostra democrazia. Pensate che smacco, per i tifosi della guerra, vedere gli studenti sbandierare non il libretto rosso di Mao, ma la Carta costituzionale: come l’aglio per i vampiri, la corda per l’impiccato. “L’Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro”. “La sovranità appartiene al popolo che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione”. “Tutti i cittadini… sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, razza, lingua, di religione, opinioni politiche, condizioni personali o sociali”. “La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca”. “L’Italia ripudia la guerra…”. “Ogni cittadino può circolare… liberamente in qualsiasi parte del territorio nazionale” senza “nessuna restrizione per ragioni politiche”. “I cittadini hanno diritto di riunirsi pacificamente…” e “di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione…”. “La responsabilità penale è personale…”. “L’arte e la scienza sono libere e libero ne è l’insegnamento”, sì alle scuole private ma “senza oneri per lo Stato”. “Il lavoratore ha diritto a una retribuzione… sufficiente ad assicurare un’esistenza libera e dignitosa”. “L’iniziativa economica privata è libera. Non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale… e la dignità umana”. “I cittadini cui sono affidate funzioni pubbliche hanno il dovere di adempierle con disciplina e onore”. “Vietata… la riorganizzazione del disciolto partito fascista”. Questa è la vera rivoluzione.

Da Il Fatto Quotidiano del 21 dicembre 2010

Incrociamo le dita e speriamo che a nessun ragazzo capiti nulla!

martedì 21 dicembre 2010

Aiutiamo quest'Uomo


Foto LaPresse

Il regista iraniano Jafar Panahi al Festival del Cinema di Berlino nel 2006 -

di : Gianluca Arcopinto


La notizia è di quelle che veramente fanno male. Un po’ come quando ti dicono che un amico sta morendo e tu non sai più dove mettere le mani e indirizzare lo sguardo.
La ventiseiesima sezione del Tribunale Islamico di Teheran ha condannato il cineasta Jafar Panahi, sostenitore di Mir Hossein Moussavi nella campagna presidenziale dell’anno scorso, a cinque anni di prigione, per aver fatto parte di un’organizzazione illegale “a scopo di sovvertire lo Stato”, a cui va aggiunto un altro anno di reclusione per “attività di propaganda lesive dell’immagine della Repubblica Islamica”. Inoltre la condanna prevede l’interdizione a “dirigere film di ogni tipo, di scrivere sceneggiature, di concedere interviste alla stampa nazionale e internazionale e di recarsi all’estero se non per motivi di salute o pellegrinaggio alla Mecca dietro una cauzione da stabilire”. Considerando che Panahi ha 49 anni, significa decretare in maniera definitiva la fine della sua attività di regista.
Un regista, vale la pena ricordarlo, che ha vinto la Camera d’Or a Cannes, il Leone d’Oro a Venezia, il Pardo d’Oro a Locarno, “Un certain regard” ancora a Cannes, partecipando con tutti i suoi film ai maggiori festival del mondo.
Quando Panahi, lo scorso anno, venne arrestato per aver partecipato alla commemorazione di una giovane donna uccisa durante la contestazione delle elezioni di giugno, che avevano decretato il secondo mandato presidenziale di Ahmadinejad, i cineasti europei, anche quelli italiani, si mobilitarono, soprattutto attraverso la rete. Poi, come spesso accade, è subentrato il silenzio, figlio della dimenticanza. Panahi quest’anno non arriva a Cannes, dove è invitato in giuria, ma ormai non fa più notizia.
Ecco, mi piacerebbe che tutti i miei colleghi che per una notte si sono sentiti rivoluzionari, occupando la Casa del Cinema, o per un pomeriggio barricaderi, invadendo il tappeto rosso del festival con la effe minuscola del cinema di Roma, trovassero il tempo, l’energia e la voglia di gridare forte il loro sdegno.
Panahi è un uomo, come tanti, vittima di un potere violento, che non vuole garantire in maniera egualitaria i diritti dei propri sudditi. Ma è anche un regista, che è riuscito a emozionare gli spettatori di tutto il mondo: rispetto ai tanti, ha il vantaggio che è conosciuto da molte più persone. Anche se è Natale, e siamo distratti dalle luci, dai regali, dai decreti salvacinema, dai cinepanettoni, dai pranzi, dalle chiacchiere, dalla baldoria, da Muccino junior paragonato a Frank Capra (!), facciamo qualcosa per lui.

O meglio, almeno proviamoci.

In fondo, domani potrebbe toccare a noi, vero Gasparri?


Non so quanto possa valere il mio pensiero, ma non si potrebbe fare in modo che a Panahi venga riconosciuta la cittadinanza di qualche Paese influente che ne possa richiedere la scarcerazione e l’estradizione ? Ci sarà pure un cavillo legale a livello internazionale che possa essere usato per aiutare quest’uomo, perchè cittadino del mondo. So che Panahi ha condotto la resistena contro i regimi dittatoriali e per i diritti dell’uomo a livello internazionale.
Quando un uomo è in pericolo di vita è giusto che lo si aiuti, al di là della miriade di problemi importanti che ci sono da affrontare.
Panahi non è un assassino o un terrorista ma un Uomo degno di essere tale.
La cultura è in pericolo in ogni dove, non può essere una questione di nazionalità o colore di pelle. Se riuscissimo a liberare Panahi da un regime come quello iraniano sarebbe la Nostra grande vittoria, il simbolo che nessun uomo di cultura può essere messo a tacere.
Aiutiamo Noi stessi, facendo girare questo articolo sui Nostri blog e su Facebook fino a quando il tam-tam non arrivi a chi di dovere. Grazie a tutti.

Un pò di riposo



E' talmente stanco poverinoooo lavora troppo.

lunedì 20 dicembre 2010

Una giovane santa nel PDL


«Io, la più piccola del Pdl, in politica
per missione »

Annagrazia Calabria, 28 anni, coordinatrice dei giovani Pdl. «Conosco Berlusconi da bambina: mai delusa»
IL PERSONAGGIO

«Io, la più piccola del Pdl, in politica
per missione »



Annagrazia Calabria, 28 anni, coordinatrice dei giovani Pdl. «Conosco Berlusconi da bambina: mai delusa»

ROMA - «Per la verità, non sono molto bella...».

In Parlamento la sua bellezza è nota, onorevole Annagrazia Calabria.
«Sono schiva, riservata e determinata. Non faccio salotto e parlo poco con i giornalisti. Ha presente quando uno si sveglia e sa che deve fare qualcosa di buono, sennò si sente male?».


Annagrazia Calabria, 28 anni, parlamentare del Pdl
Per questo Berlusconi l'ha scelta come coordinatore della Giovane Italia?
«Ho 28 anni, sono la deputata più giovane. Il movimento giovanile va rilanciato, è il motore del Pdl e io ne faccio parte da quando avevo 18 anni».

Sogni? Ambizioni?
«Non mi muovo in una logica di potere, posti, poltrone. Io sono cristiana fino in fondo, il peggior peccato è sprecare i propri talenti. Ognuno sa da dove viene e dove vuole arrivare».

E lei?
«La mia passione politica è suffragata da un'educazione molto forte, che mi ha impresso il valore del lavoro come unica via per affrancare l'uomo dal bisogno. Mi sento dentro una missione grande. Il mio sogno è tornare alla politica come servizio, il gesto più alto di carità».

Il suo modello politico?
«Conosco Berlusconi da quando ero bambina, è un punto di riferimento fondamentale per me. Non mi ha mai dato una delusione».

Nemmeno con la «compravendita» dei deputati?
«Non c'è stata nessuna compravendita. Il governo è uscito rafforzato dal voto di fiducia, la volontà popolare è la cosa che conta di più».

Cosa pensa del terzo polo?
«Chi pensa di fare manovre di palazzo avrà vita breve».

La prima scelta da coordinatore?
«Una grande manifestazione nazionale a sostegno del governo. E dobbiamo arrivare prestissimo a un congresso».

Giorgia Meloni è d'accordo? La leader dei giovani del Pdl viene da An, lei invece da Forza Italia...
«Io e Giorgia andiamo molto d'accordo, è forte e sicura, ci somigliamo».

Le piace ancora Obama?
«Sono nata a New York, ho la doppia cittadinanza. Obama si presentò con un messaggio di modernità e cambiamento, ma ha fatto provvedimenti impopolari».

Cosa pensa degli arresti preventivi?
«I giovani hanno il diritto di manifestare, ma la gestione dell'ordine pubblico non può prescindere dall'identificazione preventiva dei violenti "di professione"».

Cosa fa nel tempo libero?
«Il mio tempo libero è la politica».


Monica Guerzoni
20 dicembre 2010
http://www.corriere.it/

Ogni tanto una notizia strappalacrime... dal ridere!!
Non ho capito se è nata così o lo è diventata strada facendo. Nel primo caso mi rassegno all'evidenza, nel secondo mi si spalancano gli occhi... per la disgustante meraviglia!

MI suona strano!!!

ESCLUSIVo

Scontri di Roma:
«Sono io ad aver
colpito con il casco il 15enne»

ROMA - Ha un nome e un cognome il ragazzo che con un casco ha mandato all'ospedale Cristiano, il quindicenne colpito durante la manifestazione del 14 dicembre a Roma. La famiglia di Manuel De Santis ha diffuso, tramite i suoi avvocati, un comunicato stampa: «Adempiendo ad un dovere morale ed al fine di appagare le giuste richieste della famiglia di Cristiano, ferito durante la manifestazione del 14 dicembre, il ventenne Manuel De Santis ha presentato sabato scorso alla Procura della Repubblica di Roma a mezzo dei suoi avvocati, una dichiarazione nella quale si assumeva la responsabilità dell’accaduto. I genitori di Manuel e lo stesso ragazzo, partecipi della preoccupazione della famiglia di Cristiano, chiedono di potersi incontrare privatamente con gli stessi». Sembra dunque svelato il giallo. Il ragazzo con giubbotto nero e cappello che si vede nella sequenza in cui Cristiano, il quindicenne del liceo Mamiani di Roma, viene colpito con un casco, sarebbe il ventenne Manuel De Santis. Manuel si è autodenunciato e adesso chiede di incontrare privatamente i genitori di Cristiano. Tutto questo mentre il quindicenne con il naso rotto attende di essere operato al San Giovanni di Roma.

LA PROCURA - De Santis, che apparterrebbe a un'area di sinistra, spiegherà a chi indaga le ragioni del suo gesto. Sulla vicenda i magistrati hanno aperto un fascicolo ipotizzando il reato di volontarie gravi e il ragazzo è in attesa di essere convocato dagli inquirenti. Il procuratore aggiunto Pietro Saviotti, coordinatore dell'inchiesta insieme al procuratore capo Giovanni Ferrara, fa sapere che De Santis non risulta ancora formalmente indagato: «Anche se c'è un comunicato della famiglia, devo verificare se è lui».

Roma, l'aggressione a Cristiano

LA VICENDA - La vicenda è emersa grazie a un filmato su cui sta indagando la procura, insieme agli investigatori della Digos della polizia, che in nell'inchiesta ha visionato tutto il materiale filmato della giornata. Anche il video che riguarda l'aggressione al 15enne, diffuso su internet in diversi siti, è stato acquisito. Una storia quella di Cristiano che è emersa grazie al tam tam, iniziato su Facebook e a un video di Youreporter che mostra l'accaduto.

IL RACCONTO - Sono le 12.30 di martedì e il corteo sta sfilando per le vie della città. Tre ragazzi cercano di fermare l'assalto dei manifestanti a un blindato dei carabinieri tra via delle Botteghe Oscure e piazza Venezia. Cristiano lancia un oggetto verso il cordone di polizia. Dopo un breve conciliabolo, uno dei tre ragazzi a guardia dei blindati dei militari si stacca dal gruppo e colpisce il 15enne in pieno volto con un casco integrale. L'aggressore si allontana uscendo dall'inquadratura e un altro dei tre si avvicina alla vittima; quindi si copre il volto con una sciarpa e fa il presunto saluto romano, poi si allontana. Cristiano è crollato a terra: il volto insanguinato, il leader dei no global Francesco Caruso che lo soccorre e lo protegge. Poi la corsa al Fatebenefratelli, il trasferimento al San Giovanni.

IN OSPEDALE - «Cristiano ha riportato un ematoma cerebrale di otto millimetri, ha una frattura scomposta al setto nasale, una lieve frattura al lobo temporale, un occhio visibilmente pesto» ha detto il padre al Fatto Quotidiano. Il ragazzo ha poi spiegato di aver lanciato ai poliziotti una mela, perché con i compagni di scuola aveva deciso di dare un segnale a un «governo ormai alla frutta». Alcuni manifestanti che hanno visto la scena riferiscono che gli amici dell'aggressore hanno cominciato a urlare contro Cristiano, a terra con il volto tumefatto e ricoperto di sangue, con «frasi fasciste».

CRISTIANO - «Quel tipo - racconta ancora Cristiano - non l' avevo mai visto, nemmeno alla partenza della manifestazione. È comparso così, senza che me ne accorgessi, non mi sono reso conto che mi aveva preso di mira. Non ricordo nulla di quel momento, mi sono risvegliato poco dopo in una via vicino piazza Venezia dove mi hanno portato alcuni studenti che mi hanno soccorso», ha raccontato Cristiano nei giorni scorsi ai giornalisti. «Chi se lo immaginava che lanciando un po' di frutta mi sarebbe arrivato un casco in testa. Eravamo andati lì per manifestare con il motto "Lotta dura con la verdura" e poi sono stato aggredito». Poi deciso: «No, non ci andrò più in piazza. Con i cortei ho chiuso»

Nino Luca
20 dicembre 2010
Fonte :http://www.corriere.it/cronache/10_dicembre_20/cristiano-casco-manuel_d111296e-0c1f-11e0-939a-00144f02aabc.shtml


Mi suona strano, c'è qualcosa che non mi convince. La notizia è data dal Corriere della Sera, troppa fretta nel dire che l'aggressore è di sinistra. Perchè poi uno di sinistra attaccava un manifestante? Considerando che a gran voce politici e media marchiano di sinistra tutti i dissidenti del potere. Perchè il De Santis e famiglia vogliono incontrare in privato Cristiano e famiglia?

sabato 18 dicembre 2010

Auguri

NATALE FEDERALE

Ministeri sparsi e Italia sottosopra
Il biglietto di auguri di Calderoli

Il «Buone feste» del ministro. E parte la polemica

NATALE FEDERALE
Ministeri sparsi e Italia sottosopra
Il biglietto di auguri di Calderoli
Il «Buone feste» del ministro. E parte la polemica
Roberto Calderoli (Ansa)
Roberto Calderoli (Ansa)
MILANO - Una cartina stilizzata dell'Italia rovesciata, con il Mezzogiorno in alto e il Settentrione in basso. Sulle singole regioni, una palla natalizia con la scritta dei vari ministeri: Difesa in Sicilia, Interno in Calabria, Turismo in Sardegna, Ambiente in Campania. I dicasteri del Centro-Nord, invece, sono indicati dal Sole delle Alpi , il simbolo della Lega (anche qui a forma di palla di Natale): Istruzione, Sviluppo, Economia e Consob. E' il biglietto di auguri mandato in giro dal ministro per la Semplificazione Roberto Calderoli, reso polemicamente noto dal deputato del Pd Jean Leonard Touadì. Il biglietto, spiega l'esponente del Partito Democratico, è corredato dalla scritta "Via da Roma i ministeri. Stiamo ribaltando il Paese" e dall'invocazione a Gesù Bambino: "Per Natale vorrei in regalo l'approvazione del federalismo fiscale e per l'anno nuovo vorrei vedere tanti ministeri in Padania. Grazie".
 «CHE VERGOGNA» - «Chissà - sottolinea Touadì - se questo biglietto di augurio-auspicio per il 2011, per cui si chiama in causa addirittura Gesù Bambino, spedito dal ministro della Repubblica che risponde al nome di Roberto Calderoli, è arrivato anche a Gianni Alemanno e Renata Polverini. Magari comincerebbero a preparare un nuovo banchetto di pace in piazza Montecitorio sotto le feste. Che vergogna!»
POLVERINI - «Io non l'ho avuto, mi auguro che non sia vero. Abbiamo sempre difeso le istituzioni presenti nella Capitale e continueremo a farlo, Consob compresa». Lo ha detto il presidente della Regione Lazio Renata Polverini, a margine dell'iniziativa «È Natale per tutti» al Policlinico Gemelli, commentando il biglietto di auguri che auspica lo spostamento di ministeri ed enti al Nord che il ministro per la Semplificazione normativa Roberto Calderoli avrebbe inviato.
Corriere della sera 18/12/2010

Chi ha colpito Cristiano ??

Chi ha spaccato la testa al ragazzino di Roma che era voltato e non poteva proteggersi? Come si può definire chi compie un gesto del genere? Il video dovrebbe consentirne l'identificazione alle autorità. Chi sa denunci l'aggressore."Video shock di un grave fatto nella manifestazione di Roma. Un ragazzino di 15 anni raccatta una mela da terra e la butta contro i poliziotti. Un ragazzo più grande confabula brevemente coi suoi amici poi gli piomba addosso e lo colpisce con tutte le forze col casco integrale sulla faccia spaccandogli il naso e un occhio (ora è grave all’ospedale), gli amici inveiscono contro il ragazzino a terra con frasi fasciste. E allora, signor Alemanno, chi erano i facinorosi e i violenti della piazza?"
viviana v., Bologna
Blog : Beppe Grillo

Aggressione Verbale





'no stronzo.... 180 grammi di fascismo ... in olio di ricino !!!
da
Facebook

giovedì 16 dicembre 2010

Prima rata

Politica & Palazzo
16 Dicembre 2010
La Svp presenta il conto
La Südtiroler Volkspartei ha mantenuto la promessa: non ha votato la sfiducia al governo Berlusconi E i deputati Karl Zeller e Siegfried Brugger sono già passati all'incasso dal ministro Raffaele Fitto
La gestione del Parco dello Stelvio è l'impegno più gravoso preso dal premier con il partito altoatesino. Ma nell'accordo ci sono anche altre richieste: abolizione del controllo preventivo da parte della Corte dei conti, la stabilizzazione del personale di polizia (secondo la Svp chi viene assunto nel contingente bilingue non deve più essere trasferito), l'introduzione dell'obbligo di un esame di terminologia giuridica tedesca da parte degli uditori giudiziari e la possibilità per chi si iscrive a un concorso di presentare la dichiarazione etnica anche se si tratta di cittadini italiani non residenti o comunitari. Insomma, richieste pesanti. Berlusconi alla vigilia della votazione alla Camera non ha avuto difficoltà ad assumersi l’impegno di esaudire le pretese della Svp, come anticipato dal Fatto Quotidiano (leggi l’articolo). Per rendere più credibile la sua disponibilità il premier ha inviato come garante il ministro degli esteri Franco Frattini, maestro di sci già eletto in Alto Adige nel 1996 nel collegio Bolzano-Laives, e abile negoziatore, nonché uomo di cui Luis Durnwalder, presidente della provincia di Bolzano da 22 anni e capo indiscusso della Svp, si fida di Emiliano Liuzzi
Il Fatto Quotidiano 16/12/2010

mercoledì 15 dicembre 2010

MOLLA L' OSSO !!


di : Giuseppe Giulietti

"Corrotti per il bene comune, i corrotti restituiscano ciò che hanno rubato", questo il motivo conduttore della grande campagna di raccolta di firme avviata da Libera, l'associazione contro le mafie presieduta da Don Luigi Ciotti, e da Avviso pubblico. L'iniziativa è dedicata alle ragazze e ai ragazzi morti nel crollo della casa dello studente dell'Aquila, simbolo della corruzione più nera, degli affari realizzati nel modo più cinico e spregiudicato.

L'obiettivo è quello di raccogliere oltre un milione di firme sotto le cartoline che saranno spedite al presidente Napolitano per chiedere che l'Italia recepisca integralmente le norme della convenzione di Strasburgo in materia di confisca e di riutilizzo dei beni confiscati ai corrotti e che il governo si decida ad applicare le medesime norme già votate nella finanziaria del 2007.

Utopia? Lo stesso giudizio sprezzante fu usato da molti commentatori quando 15 anni fa Don Ciotti e Libera decisero di promuovere una raccolta di firme per chiedere il riutilizzo dei beni sequestrati ai mafiosi. Certo le difficoltà non sono mancate e non mancano, ma oggi non pochi edifici e beni sequestrati sono gestiti da associazioni e da cooperative che hanno fatto rifiorire la legalità, laddove trionfava l'illecito, la violenza, il disprezzo più assoluto per la legge.

Adesso Libera e Avviso pubblico hanno deciso di chiedere che lo stesso principio sia applicato anche ai corrotti, a colore che usano il bene pubblico a fini personali, a quelli che raccattano mazzette, a quelli che depredano il patrimonio pubblico e truffano il prossimo.

Perché non riutilizzare il maltolto? Perché non restituire alla comunità i beni truffati? Pensate quante attività di pubblico interesse sarebbe stato possibile promuovere con i beni del signor Callisto Tanzi che ha ridotto alla fame migliaia di piccoli risparmiatori.

Le cifre della corruzione e della concussione sono spaventose. Per ogni euro recuperato dallo stato, si calcola che ce ne siano 5 sottratti alla comunità. Il 17% degli italiani, secondo una recente statistica, si sarebbe sentita chiedere una qualche forma di tangente o di mazzetta. Come se non bastasse l'Italia berlusconiana e dell'indifferentismo etico ha ormai abbassato la guardia. Negli anno 1992-93, nel solo distretto giudiziario di Milano, vi furono 2000 denunce per corruzione e concussione, l'anno scorso siamo scesi sino a quota 120. E' del tutto evidente che il cittadino non se la sente più di denunciare gli estorsori e i corrotti, preferisce tacere, avverte un clima di impunità e di omertà incoraggiati e protetti dall'alto, respira consenso ai comportamenti illeciti, al disprezzo delle norme.

Per queste ragioni ci sembra giusto appoggiare l'iniziativa promossa da Libera e da Avviso pubblico e sostenuto da decine di associazioni che raccoglieranno le firme in 3000 punti in tutta Italia. Chi avesse problemi a rintracciare i banchetti potrà dare la sua adesione anche on line sul sito di Libera.

Mercoledì prossimo alle ore 18, nelle sale della provincia di Roma, a Palazzo Valentini, sarà consegnato anche a Libera e a Don Ciotti, il tradizionale riconoscimento che articolo 21 dedica a coloro che si battono per la libertà di informazione in Italia e nel mondo. Ci è sembrato giusto consegnare un riconoscimento a chi da anni si batte per la libertà, per la legalità e per la dignità individuale e collettiva, valori senza i quali non può esistere neppure una libera informazione.

Fonte: MicroMega

martedì 14 dicembre 2010

Fiducia

Camera, il governo ce la fa per tre voti: 314 a 311, due astenuti Berlusconi: sereno come sempre, dicevo che Fli si spaccava

Silvio Berlusconi Silvio Berlusconi
-- Politica --
Fini: è una vittoria numerica, vedremo se anche politica. Silvano Moffa (Fli) e Antonio Gaglione (Noi sud) non hanno risposto alla seconda chiama alla Camera. A favore dell'esecutivo hanno votato Polidori, Siliquini e Razzi. Contro Guzzanti. Chiusa la votazione Berlusconi invita i suoi a fare i complimenti a Verdini per il risultato raggiunto.  Governo aveva ottenuto la fiducia al Senato, 162 sì. Al Senato sono risultati assenti 11 senatori. D'Alema: "Un episodio abbastanza vergognoso nella storia parlamentare. In sostanza il Governo vince per 3-4 voti comprati, alcuni in modo palese altri meno. 314 voti raccattati in questo modo - sostiene D'Alema - non sono la base per governare il paese. Temo che il voto sia più vicino". Cicchitto: "E' fallito il disegno del ribaltone nei confronti di Berlusconi. Il presidente Fini deve riflettere su quello che  gli abbiamo detto in aula
Fonte Ansa

Che si avveri,fra poche ore,la "profezia" di Francy?

" NON PUO' PIOVERE PER SEMPRE"

E ALLORA ...

E' PASSATA A NUTTATA???

INCROCIAMO LE DITA

CHE POSSA SORGERE UN BELLISSIMO SOLE DI DICEMBRE
SUL NOSTRO BEL PAESE




E' SOLO UN AUSPICIO...
un oracolo dall'antro della Sibilla Cumana?:)))))
A' altare sgarrupato nun s'appicciano cannele.
W L' ITALIA

lunedì 13 dicembre 2010

Fiducia?

Apertura su possibili rimpasti: "Dopo questa verifica lavoreremo per allargare la maggioranza"
Nel discorso esplicito riferimento all'indeciso Guzzanti: "Sì alle privatizzazioni chieste dai liberali"

"L'unità dei moderati italiani è un patrimonio inestimabile. Prima viene il popolo dei moderati e solo dopo vengono i partiti". Il premier Silvio Berlusconi ha appena concluso il suo intervento a palazzo Madama prima del voto di fiducia al suo governo. Il Cavaliere ha esordito agitando lo spettro della "crisi al buio", definita "inutile" in questo momento politico: "Il Paese ha bisogno di tutto, tranne che di personalismi, di spirito di fazione. Dobbiamo essere tutti uniti. Abbiamo bisogno di capacità di decisione. La crisi la decide il popolo e prima di aprirla bisogna dire che un altro premier e un'altra maggioranza sono possibili". Appello quindi ai deputati passati a Fli, "eletti nel 2008 con il Pdl e che hanno sempre votato la fiducia a questo esecutivo", anche l'ultima volta, il 29 settembre: "Qualunque critica è possibile, ma la sfiducia e la divisione del campo dei moderati no. Tutto si può fare, ma non progettare un'alleanza con la sinistra in questa legislatura". Un passaggio anche sulle ragioni economiche per cui, secondo il premier, si deve evitare l'instabilità: "Debito pubblico ereditato dai partiti del compromesso storico". Sul fronte sociale dal premier attachi "alla demagogia di chi sale sui tetti"
Il Fatto Quotidiano 13/12/2010

Ho sentito il discorso non ha detto niente pur leggendo il discorso

domenica 12 dicembre 2010

Ci Avrei Scommesso


di
Giampiero Gramaglia

Bruxelles
Una macchinazione gravissima”: il ministro degli Esteri Frattiniè in prima fila a denunciare l'ennesima beffa del regime iraniano.
L'illusione è stata certo voluta: un esercizio di disinformazione instile sovietico, o forse un gioco crudele tra illusione e realtà. La speranza della liberazione della donna condannata per complicitànell'omicidio del marito e adulterio e che rischia l'esecuzione è durata poche ore. Poi, la smentita ufficiale: Sakineh era stata portata a casa sua solo per riproporre in un programma tv la sua confessione.
MA FRATTINI ERA stato in prima linea, primissima, anche giovedì,quando s'era affrettato a dire la sua gioia per l'avvenuta (falsa) liberazione: un modo per vantare il successo della mediazione dell'Italia, che (il messaggio sottinteso) non sta nel 5+1 che negozia con l'Iran sul nucleare, ma sa come farsi ascoltare da Teheran.
Deluso, e pure scornato, il ministro ora proclama: “Vogliamo vedere Sakineh”; e poi dice: “Conoscendo l'Iran, non mi stupisco”. Ma se davvero lo conosce così bene, poteva essere più cauto nel reagire all'annuncio, anche se ora sostiene d'avere agito con prudenza.
Certo, la beffa è stata generale: ci sono cascati i media di mezzo mondo. Frattini ricostruisce i passaggi: “L'ambasciatore mi ha comunicato che i rappresentanti del comitato contro la lapidazione avevano visto Sakineh a casa sua e che erano stati diffusi foto e filmati di lei nella sua abitazione”. E allora “si è pensato che fosse stata liberata”. Al ministro, resta una speranza : “Dobbiamo capire se davvero era solo una ricognizione sulla scena del delitto o se si è trattato di una preparazione della liberazione, come auspichiamo. Chiediamo un gesto di clemenza, un gesto unilaterale delle autorità iraniane, che diano un segnale che il dialogo sui diritti umani è possibile”. In realtà, lapreoccupazione di Teheran non sembra proprio essere il dialogo sui diritti umani, quanto magari i negoziati nucleari, ripresi lunedì a Ginevra e destinati a proseguire ad Ankara a gennaio.
È STATO il procuratore di Tabriz, la città nel nord-ovest dell’Iran epicentro della vicenda, a fare sapere che la notizia della liberazione di Sakineh Mohammdi-Ashtiani, di suo figlio Sajjad Qaderzadeh e dell’avvocato Javid Hutan Kian, era “un’assoluta menzogna”, diffusa dai mezzi di stampa stranieri con “finalità politiche”. Ma gli attivisti anti lapidazione sostengono che “Sakineh era libera da 3 giorni” e parlano di “gioco sporco delle autorità iraniane”: “La Repubblica islamica, con questi trucchi, ha cercato d’ingraziarsi le potenze internazionali” con cui negozia sul nucleare, dice alle agenzie di stampa Taher Djafarizad, attivista del Comitato. Sakineh sarebbe stata condotta fuori dal carcere proprio per dare l'illusione della liberazione. È una tesi; ma, se fosse vera, l'inganno potrebbe tra-mutarsi in boomerang, togliendo ogni residua affidabilità al regime iraniano, anche agli occhi dei 5+1 (Usa, Russia, Cina, Gran Bretagna, Francia e Germania).
Certo, neppure la versione ufficiale convince molto: Sakineh riportata a casa sua per 3 giorni, dal 6 all'8, proprio in coincidenza coi negoziati di Ginevra, per una ricostruzione tv del suo delitto: un Porta a Porta in salsa islamica. Frattini spera sia il preludio della liberazione, una sorta di prova generale. Ma l'intento pare, piuttosto, quello di ribadire la colpevolezza di Sakineh: magari non la lapidiamo, e forse neppure l'impicchiamo, ma il carcere le spetta. Sakineh con il figlio nel giardino di casa a Tabriz.


I politici italiani sono talmente abituati a non rispondere alle domande che ormai nemmeno se ne pongono, tanto sono allergici. Neanche nella Nostra sciacquata e illegale Italia una donna che uccide un uomo, per di più rea-confessa davanti alle telecamere, eviterebbe il carcere. Possibile che il dubbio all'intenditore dell'Iran non gli è sorto neanche per un attimo? Visto che afferma di conoscere l'Iran avrebbe dovuto verificare la veridicità della notizia, prima di allargare la ruota del pavone.

sabato 11 dicembre 2010

Mercato delle vacche


RAZZI: IDV MI ODIAVA «Mia moglie si è ammalata per i problemi che avevo nell'Idv». Antonio Razzi, ex deputato dell'Idv, passato al gruppo Noi Sud, in un'intervista al Corriere della Sera racconta la sua insofferenza all'interno del partito di Di Pietro. «Come mai, tu, Di Pietro non mi hai mai calcolato? - si domanda - Perchè ho aspettato mesi negli uffici dell'Idv per far passare le mie proposte sul bollino di qualità per i prodotti italiani o per il bollino sul passaporto?». Razzi non nega che voterà la fiducia al governo e si definisce «uno che va d'accordo con tutti, destra o sinistra». «Se una cosa è a favore della gente e degli emigrati - dice - io l'appoggio». L'ex esponente dell'Idv afferma di essere sempre stato leale nei confronti del partito «e mia moglie lo sa, che ci è finita due volte in ospedale perchè lui mi odiava». Il presunto astio, secondo Razzi, sarebbe nato nel 2008, quando è stato rieletto, passando da 27mila voti a 42mila. Quanto alle trattative che sarebbero in corso in Parlamento, in vista della fiducia al governo, il deputato smentisce di aver ricevuto offerte. «Non ho ricevuto e non voglio niente - conclude - perchè non mi voglio legare».
RAGAZZI, SE NON FOSSE CHE LA FACCENDA E' SERIA ,GIURO CHE QUESTE DICHIARAZIONI SOMIGLIANO AD UNA TRAGICA COMMEDIA DI BASSA LEGA CHE FAREBBE SOLO SCOMPISCIARE DAL RIDERE.
ASSURDO!
.. E CHE A CHISTU PAGLIACCIO CE VEN AMMENT 4 JUORN PRIMM CHE NON è NISCIUNN DINT A NU PARTITO....
GESU' GESU' ...CHISTO SO PAZZ....


Eletto all'estero nella circoscrizione Europa con l'Idv, Razzi ringrazia Antonio Di Pietro per averlo candidato e l'ex Ministro Mirko Tremaglia, autore della legge che dà il voto agli italiani residenti all'estero: "Grazie a loro due, la mia vita è cambiata - racconta - da operaio in Svizzera sono diventato deputato". Ma ora, spiega, "venuto meno il rapporto di fiducia sul quale avevo basato tutta la mia attività politica di questi anni, si rende indispensabile la separazione".

AVIT LETT??? A VITA SOIA E' CAGNATA ...INSOMMA CHIST STA O PARLAMENTO SOLO PA VITA SOIA.
COSE E PAZZ!!!!

Ascoltate questa intervista e capirete tutto.
Che 71... mamma do Carminnn...però Di Pietro ... ma a chi puort o parlament....



Tra lo stupore del conduttore, il deputato racconta di promesse e rassicurazioni circa una certa rielezione alle politiche successive, nonchè addirittura riguardo ad una elargizione in denaro per estinguere il mutuo della sua casa in Abruzzo. Insomma, un retroscena inquietante che vi invitiamo ad ascoltare fino in fondo, magari in modo da avere un’idea più chiara delle motivazioni che sono alla base di un passaggio che invece il deputato motiva con un più caustico: “venuto meno il rapporto di fiducia sul quale avevo basato tutta la mia attività politica di questi anni, si rende indispensabile la separazione”. A voi le conclusioni, dunque, anche se è facile immaginare che una simile “coincidenza” non passerà certamente inosservata e darà vita a polemiche roventi e clamorosi colpi di scena.

CHE FACCIA DI TOLLA!

mercoledì 8 dicembre 2010

Urgente ...un lavoro per Bruna


Ciao amiche e amici, oggi vorrei sottoporvi un caso molto importante,un appello molto urgente per fare in modo di dare una mano a una nostra amica, il suo nome è Bruna Cavasin,in questo momento si trova senza un lavoro,bisogna fare in modo che tutto questo sia fatto girare sui vostri blog.
Bruna è una brava persona, seria e leale e lavoratrice,vi prego anche di pubblicizzare al massimo qwuesto appello così ci saranno più occasioni per aiutarla,confido nel vostro aiuto.
Grazie.
La promotrice di questo tam tam è Carla Colombo a cui va un grazie particolare,questo è il link del suo blog,per altre informazioni.
Http://artecarlacolombo.blogspot.com/
E questo è il link del blog di Bruna Cavasin.
Http://lookuppainting.blogspot.com/

domenica 5 dicembre 2010

Licenza di Uccidere



Sette ciclisti sono stati travolti e uccisi da un’autovettura, una Mercedes, a Lamezia Terme nel catanzarese. L’incidente è avvenuto sulla strada statale 18 in località Marinella di Lamezia Terme dove i sette, assieme ad altre persone, si stavano allenando. Sul posto i carabinieri e le ambulanze del 118.
Alla guida della Mercedes c’era un cittadino marocchino, rimasto ferito. Con lui viaggiava anche un bambino, rimasto ferito a sua volta.
Secondo una prima ricostruzione dell’incidente, effettuata dai carabineri della Compagnia di Lamezia Terme, il marocchino viaggiava in direzione Gizzeria sulla strada statale 18 e potrebbe aver perso il controllo del mezzo in fase di sorpasso al chilometro 372 dove, dalla direzione opposta, arrivavano in fila i ciclisti del gruppo amatoriale «Atlas» di Lamezia Terme.
L’impatto è stato violento, i sette ciclisti sono morti sul colpo mentre altri due sono rimasti gravemente feriti e ricoverati, con l’elisoccorso, in gravi condizioni all’ospedale lametino. Tra le vittime c’è anche lo zio del calciatore dell’Inter Felice Natalino, Fortunato Bernardi, che era il proprietario della palestra Atlas.
L’uomo, di cittadinanza marocchina, che ha investito e ucciso i sette ciclisti è stato arrestato con l’accusa di omicidio colposo plurimo aggravato dalla guida in stato di alterazione da sostanze stupefacenti. L’investitore è infatti risultato positivo al test della cannabis. L’arresto è stato eseguito dai vigili urbani, insieme ai Carabinieri, dopo che l’uomo è stato sottoposto alle cure nell’ospedale di Lamezia Terme per le ferite riportate nell’incidente.
L’uomo era anche senza patente: gli era stata ritirata sette mesi fa a causa di un sorpasso azzardato.
Le persone travolte facevano parte di un gruppo amatoriale di Sambiase di Lamezia Terme, legato alla palestra "Atlas". I nomi delle vittime sono; Rosario Vinicio Poppin, Fortunato Bernardi, Pasqualino De Luca, Domenico Palazzo,ario Perri, Giovanni Cannizzaro e Franco Strangis. Tre di loro erano avvocati; uno era il proprietario del centro sportivo Atlas. Non è ancora noto il nome dell'ottava persona morta.
Lutto cittadino. Il Comune di Lamezia Terme proclamerà il lutto cittadino in occasione dei funerali dei ciclisti. Il sindaco di Lamezia Terme, Gianni Speranza, si è recato sul luogo dell'incidente ed ha incontrato alcuni dei familiari dei ciclisti morti. «La città è sgomenta - ha detto Speranza - e si stringe intorno alle famiglie delle persone scomparse. Il lutto è di tutti. Da oggi la città è in lutto anche se formalmente il sarà proclamato per il giorno dei funerali».
Fonte: vari giornali locali della Calabria



Da poco è stato reso noto il nome del marocchino alla guida della Mercedes, si tratta di un immigrato regolare - Chafik Elketani, 31 anni.
Mi domando : che lavoro svolge Chafik, come mai possiede una mercedes? Come mai era alla guida dell'auto nonostante il ritiro della patente ?
Morte otto persone e verrà accusato di omicidio colposo. Con un buon avvocato non farà neanche un giorno di carcere. Personalmente chiedo ed esiggo che venga processato per pluri omicidio aggravato e preterintenzione come da articolo 43, comma 2, del Codice Penale.
Per giustizia meriterebbe l'accusa di strage.
I nostri politici sono impegnati a curare i loro interessi, a varare leggi che assicurano loro le comode poltrone. La gente muore per la mancanza di sicurezza e leggi in ogni dove e a questi poco gliene frega!!!

sabato 4 dicembre 2010

A Roma la costituzione non si applica ai disabili






"Sul sito del Comune di Roma sono state pubblicate frasi contro i disabili". A denunciare l'episodio di razzismo sono i deputati del Pd Ileana Argentin, Walter Verini e Maria Coscia, che hanno presentato un'interrogazione al governo. Secondo i tre parlamentari, sulle dispense messe online sul sito Formez Italia e destinate alla formazione dei funzionari pubblici del Comune di Roma sarebbero presenti "frase discriminatorie nei confronti dei portatori di handicap".

A finire sotto accusa sono, in particolare, le dispense di diritto costituzionale presenti sul sito nella sezione "Roma Capitale - Corso per funzionario amministrativo". "Chiunque può leggere le dispense di diritto costituzionale piene di strafalcioni giuridici - dicono Argentin, Verini e Coscia - e, cosa ancora più grave, di affermazioni discriminatorie come la seguente: "L'articolo 3 della Costituzione nella prima parte enuncia il principio di uguaglianza, formale in quanto esseri umani (assenza di norme discriminatorie). Non bisogna però considerare uguali a noi persone in condizioni inferiori alle nostre (handicappati)"". Parole che i deputati del Pd considerano "di estrema gravità. È una indecenza senza pari - dicono - che queste cose siano scritte sul sito del Comune di Roma".

In serata, il Campidoglio è corso ai ripari. "Il dipartimento Risorse umane - si legge in una nota ufficiale - ha chiesto a Formez Italia di rettificare il passaggio assai sconcertante contenuto in una delle dispense e di riformularlo in termini aderenti a quelli che sono i principi ispiratori della nostra carta costituzionale. Il contenuto - conclude la nota - sarà immediatamente rimosso dalle pagine del portale".
(04 dicembre 2010)

La Repubblica

A Alemà, quanno ce mettemo i leoni ar Colosseo??

Chiara

Senza Vergogna

Governo, Verdini: “Delle prerogative del Capo dello Stato ce ne freghiamo”

Bocchino: "Confermato disprezzo del Pdl di ogni regola". Poi il coordinatore smentisce: "Intendevo politicamente, non volevo mancare di rispetto"

L’ex repubblicano Denis Verdini per rispondere al Capo dello Stato rispolvera il fascistissimo motto “Me ne frego”. Il coordinatore del Pdl, infatti, ha così ribattuto a Giorgio Napolitano che, dopo una giornata trascorsa ad assistere dal Colle a un botta e riposta a distanza tra Fini e Berlusconi sugli scenari del dopo 14 dicembre, si è visto costretto a intervenire: “La polemica non oscuri le prerogative del capo dello Stato”. E Verdini ha commentato: “Noi sappiamo che le ha ma ce ne freghiamo”. Mai prima d’ora la maggioranza aveva ribattutto con toni così duri al Quirinale. La settimana di sospensione dei lavori del Parlamento si annuncia carica di nervosismo e scontri frontali. Contro tutto e tutti, Napolitano compreso.

Verdini dunque ha solo aperto le danze. Dal palco di un comizio a favore del Governo a Prato è sbottato, fra gli applausi dei presenti: “Noi sappiamo che in caso di caduta del Governo il Capo dello Stato ha le sue prerogative”, ha detto. “Lo sappiamo benissimo che funziona così. Ciò che non sappiamo e non vogliamo capire, e che non ci piace per niente, è che il Capo dello Stato, nelle sue prerogative, possa pensare che per risolvere i problemi di questo Paese si mandi a casa chi ha vinto le elezioni, Berlusconi e Bossi, e si mandi al governo chi le ha perse, Casini e Bersani. E su questo si innesca una polemica perché noi andiamo a toccare le prerogative del capo dello Stato. Noi sappiamo che le ha ma ce ne freghiamo, cioè politicamente riteniamo che non possa accadere questo. Anche i partiti hanno le loro prerogative. Ricordate che dal 1994 da quando c’è questo sistema, nessun Capo dello Stato si è mai sognato di affidare il Governo a qualcuno di diverso da chi aveva vinto le elezioni, fosse questi Prodi o Berlusconi. L’incarico lo ha dato a chi le elezioni le ha vinte. Voglio vedere: come fa se cade il Governo a dare l’incarico a chi le elezioni le ha perse?”.

Napolitano si era visto costretto ad intervenire a seguito di alcune dichiarazioni di Gianfranco Fini. Il presidente della Camera, nel pomeriggio, ribattendo a Berlusconi che aveva detto che il terzo Polo non esiste, ha sottolineato che “governare non vuol dire comandare”, concludendo con una frase sibillina: “Il Capo dello Stato sa cosa fare”. Napolitano si è limitato a ricordare il rispetto per le prerogative che la Costituzione attribuisce al Colle, quindi rivolgendosi al leader di Fli più che al Governo. Ma Verdini è partito all’attacco. “Noi ce ne freghiamo”.

Immediate le reazioni. Per Italo Bocchino, capogruppo alla Camera di Fli, “la dichiarazione di Verdini conferma l’assoluto disprezzo del Pdl per ogni regola, ed è ancor più grave perchè è relativa alle prerogative che la Costituzione attribuisce al Capo dello Stato”. Aggiunge Silvano Moffa di Fli: “In un momento così delicato della vita politica del Paese, è assurdo che esponenti politici perdano il senso delle istituzioni dimenticando il ruolo fondamentale rappresentato dal Capo dello Stato, il quale non può essere esposto a offese gratuite, nè condizionato da interessi di parte”. Per Leoluca Orlando, portavoce dell’Italia dei Valori, “da Verdini arriva uno schiaffo alla Carta e un vocabolario nonché un atteggiamento di stampo fascista. Verdini – aggiunge – è l’emblema di questa classe politica arrogante e indegna: se ne vadano tutti a casa”.

Dal Partito Democratico arriva la nota del segretario, Pierluigi Bersani. “Le parole di Verdini sono vergognose e di una gravità inaudita. La smentita è peggio delle affermazioni precedenti. La squadra di Berlusconi sta perdendo la testa. L’Italia deve uscire al più presto da questa situazione”. Ed Enrico Letta ha aggiunto: “Il Pdl smentisca senza se e senza ma le parole di Verdini, che costituiscono una grave rottura dell’equilibrio istituzionale in un momento così delicato, e tenga presente che la situazione è ancora nei binari istituzionali solo grazie all’azione del presidente Napolitano. E che questa azione, sempre svolta nell’interesse del Paese, sarà determinante per la gestione della crisi che la testardaggine di Berlusconi renderà inevitabile dopo il 14 dicembre”. E la smentita è arrivata direttamente da Verdini.

La nota arriva dopo le 22. “Poiché assistiamo al solito gioco di strumentalizzare e sintetizzare fino all’estremo parole pronunciate all’interno di un lungo e articolato discorso, estrapolandone solo alcune fino al punto da distorcerne il senso, intendo chiarire quanto segue a beneficio dei giornalisti e di chi, come il solerte Bocchino, ha già cominciato a stracciarsi le vesti: non ho mai né pensato, né a maggior ragione detto che noi ce ne freghiamo delle prerogative del capo dello Stato”, scrive Denis Verdini. “Ho spiegato che ce ne ‘freghiamo politicamentè, nel senso che se la Costituzione riconosce al Presidente della Repubblica il diritto di seguire il percorso che ritiene più giusto, altrettanto la Carta suprema riconosce ai partiti, che nello specifico hanno il diritto di chiedere, anche a gran voce, di non escludere da un eventuale governo chi ha stravinto le elezioni. Ciò ho detto e ribadisco – conclude – senza mai aver avuto l’intenzione di mancare di rispetto al capo dello Stato nè di disconoscerne le sue prerogative”.
Fonte il Fatto 4/12/2010

giovedì 2 dicembre 2010

Il Comunismo dei Debiti




Se tutti i paesi del mondo dalla Cina al Brasile al Canada al Sudafrica all'Ukraina all'Egitto all'Irlanda alla Colombia emettessero un unico bond "mondiale" garantito da tutti i paesi sarebbe blindato e sicuro, sarebbbe il bond più solido del mondo....
Seguendo questa logica ogni volta che un paese ovunque nel mondo ha un problema di debito allora l'ONU si impegna a nome di tutti i paesi del mondo garantendo che verrà pagato
Qual'è il segreto di questo sistema, che è quello della UE, G20, FMI, Federal Reserve, BCE e altre banche centrali, del governo mondiale e globale attuale delle multinazionali e delle grandi banche ?

In questo modo il debito aumenta sempre in modo esponenziale perchè non ci sono mai default, i creditori vengono sempre rimborsati costi quello che costi, prendendo dentro sempre più gente in altri paesi per "aiutare" a pagare le rate. Fino a quando la maggioranza dell'umanità si ritrova incastrata indirettamente e direttamente tramite questi mega "fondi di salvataggio" o "meccanismi di garanzia" che inevitabilmente poi comportano tasse, riduzioni di spesa, austerità e sacrifici "per tutti" (i lavoratori e risparmiatori medi) in ogni nazione
Alla fine avrai che la maggioranza dei lavoratori, pensionati e lavoratori autonomi di quasi tutti i paesi spenderà tutto il reddito disponibile al di sopra della pura sussistenza per pagare rate di debiti di cui non capisce neanche la provenienza (nella UE alla fine gli italiani pagheranno per greci, portoghersi, irlandesi e spagnoli e viceversa senza che nessuno capisca bene come, cosa e quanto e perchè)
Il meccanismo micidiale che vediamo in opera funziona così: incoraggi sempre ad assumere più debito famiglie e stati e banche (con tassi di interesse bassi, unioni monetarie, ingegneria finanziaria...).... quando diventa talmente eccessivo che gli stati, le banche e i mercati fanno crac lo garantisci chiedendo l'"aiuto" di sempre più nazioni.
E incastri i contribuenti e lavoratori di dette nazioni per cui gradualmente e senza che se ne accorgano porti piano piano alla schiavitù del debito per l'80 o 90% dell'umanità

Per farlo capire anche a Pigreco: supponi che tra i tuoi parenti anche lontani ce ne siano alcuni che si sono indebitati e stanno fallendo o gli portano via la casa. Arriva qualcuno che decide che tutti i cugini, zii e partenti fino al terzo grado devono garantire i debiti di questi. Una volta che però sai che funziona così anche altri che stavano attenti si mettono ad indebitarsi man mano... perchè se ad essere scialacquatori o a esagerare si viene sempre garantiti allora rotta per rotta tanto vale buttarsi tutti... no ?
Alla fine piano piano l'intera famiglia e parentela finirà sommersa da una montagna di debiti dove tutti garantiscono per tutti e nessuno più capisce la provenienza di tutto questo debito (il comunismo dei debiti) e passerà il resto della vita a pagare le rate e gli interessi.

Fonte: Blog Cobraf.com - 20:47 30/11/10
Dove scappare per sfuggire a questo flagello? Ogni isola, ogni atollo è già occupato dai global, vi hanno costruito le loro banche!

mercoledì 1 dicembre 2010