"Lasciate che chi non ha voglia di combattere se ne vada. Dategli dei soldi perche' acceleri la sua partenza, dato che non intendiamo morire in compagnia di quell'uomo. Non vogliamo morire con nessuno ch'abbia paura di morir con NOi!"
Enrico V-William Shakespeare

domenica 9 agosto 2009

Che cosa è un lettore


Ho seguito con molto interesse il dibattito sul lettore.
In poche parole se bisogna preparargli ogni volta la pappa pronta oppure se fosse meglio che impari almeno ad accendersi il fuoco.
Nei commenti sul mio post si evince che io sono per la seconda ipotesi. Si, il lettore deve faticare.
Se vuole capire, o meglio, approfondire. Ed è anche vero che ci sono lettori "minorenni" e "maggiorenni", verissimo e lo voglio spiegare con la famosa lettera di Kant su "che cosa è l'Illuminismo":
"L'illuminismo è l'uscita dell'uomo da uno stato di minorità il quale è da imputare a lui stesso. Minorità è l'incapacità di servirsi del proprio intelletto senza la guida di un altro. Imputabile a se stessi è questa minorità se la causa di essa non dipende da difetto di intelligenza, ma dalla mancanza di decisione e del coraggio di servirsi del proprio intelletto senza esser guidati da un altro. Sapere aude! Abbi il coraggio di servirti della tua propria intelligenza - è dunque il motto dell'illuminismo. La pigrizia e la viltà sono le cause per cui tanta parte degli uomini, dopo che la natura li ha da lungo tempo affrancati dall'eterodirezione (naturaliter maiorennes), tuttavia rimangono volentieri minorenni per l'intera vita e per cui riesce tanto facile agli altri erigersi a loro tutori. E' tanto comodo essere minorenni! Se ho un libro che pensa per me, un direttore spirituale che ha coscienza per me, un medico che decide per me sulla dieta che mi conviene, ecc., io non ho più bisogno di darmi pensiero per me. Purché io sia in grado di pagare, non ho bisogno dì pensare: altri si assumeranno per me questa noiosa occupazione. A far si che la stragrande maggioranza degli uomini (e con essi tutto il bel sesso) ritenga il passaggio allo stato di maggiorità, oltreché difficile, anche molto pericoloso, provvedono già quei tutori che si sono assunti con tanta benevolenza l'alta sorveglianza sopra costoro. Dopo averli in un primo tempo instupiditi come fossero animali domestici e aver accuratamente impedito che queste pacifiche creature osassero muovere un passo fuori dei girello da bambini in cui le hanno imprigionate, in un secondo tempo mostrano ad esse il pericolo che le minaccia qualora tentassero di camminare da sole. Ora questo pericolo non è poi così grande come loro si fa credere, poiché a prezzo di qualche caduta essi alla fine imparerebbero a camminare: ma un esempio di questo genere rende comunque paurosi e di solito distoglie la gente da ogni ulteriore tentativo. È dunque difficile per ogni singolo uomo districarsi dalla minorità che per lui è diventata pressoché una seconda natura. E' giunto perfino ad amarla, e attualmente è davvero incapace di servirsi del suo proprio intelletto, non essendogli mai stato consentito di metterlo alla prova. Regole e formule, questi strumenti meccanici di un uso razionale o piuttosto di un abuso delle sue disposizioni naturali, sono ceppi di una eterna minorità. Anche chi da essi riuscisse a sciogliersi, non farebbe che un salto malsicuro sia pure sopra i più angusti fossati, poichè non sarebbe allenato a siffatti liberi movimenti. Quindi solo pochi sono riusciti, con l'educazione del proprio spirito, a districarsi dalla minorità e tuttavia a camminare con passo sicuro." I.Kant

8 commenti:

  1. La parentesi sul ( bel sesso)è ancora oggi oggetto di discussione fra i filosofi kantiani.
    La maggior parte ritiene che Kant abbia voluto puntare l'indice sulla situazione della donna nel 700.

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  2. Ho comunque postato, come hai visto le puntate precedenti, non pensavo di farlo.
    Dal mio punto di vista se una persona è curiosa vuole sapere informarsi, cercare.

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  4. Non capisco.
    Questo post non è una critica a nessuno dei presenti, nemmeno a te.
    Ma non è nemmeno una critica a chi ci legge. Ci mancherebbe.
    Posso magari peccare io di presunzione, questo è possibile.
    Il senso del post è che chiunque dovrebbe fare un minimo sforzo per cercare di capire il più possibile.
    Se io Scivo di politica, ad esempio e cito Berlusconi, Napolitano, Bondi, devo forse spiegare chi sono? io direi di no.
    Ma il mio esempio è semplicistico, aggiungo,parlo di ferrovia, viene da sè che non userò termini troppo semplici, ma non devo spiegare cosa è un macchinista o un capotreno, o cosa è una vettura ferroviaria, chi vuole saperlo se lo va a cercare, approfondisce.
    Il principio è : perchè uno deve approfondire solo quello che è già tracciato? Bisogna dare spazio affinchè uno sia libero di approfondire quello che ritiene utile.
    Se c'è scritto Aristotele disse, beh i llettore andrà a cercare chi era aristotele.
    Ovviamente io cerco sempre di mantenere un linguaggio semplice, non riuscirei fare di più:)).
    Il problema della semplicità del linguaggio è comunque oggetto di discussione in filosofia,ovviamente molto più articolato che non il mio semplice" il lettore deve faticare".
    Umberto Eco ha scritto molto sull'argomento, come pure Gadamer,Il filosofo dell'ermeneutica ( interpretazione dei testi). Convengono tutti che uno scrittore, un filosofo o altri non deve per forza scrivere in modo semplice, ne verrebbe a perdere lo scritto stesso ma si creerebbe un danno proprio alla curiosità che di natura un lettore deve avere.
    Questa è la mia tesi, ripeto, è una tesi, non un modo di vedere che si scontra con chi la pensa diversamente.
    Lorenzo

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  6. No, Luigi, non sono ondivaga...Mi accorgo ora che quel mio "appunto" possa suonare come un atto di suberbia da parte mia, non lo è.
    Lorenzo spiega passi filosofici davvero in modo molto semplice, parlo per me naturalmente. so bene che per chi si cimenta a leggere una pagina di ciò che i filosofi scrivono difficilmente ne viene a capo se non con l'aiuto di un esperto .
    La mia reazione è stata istintiva, un'approvare il concetto, anche se nell'applicarlo bisogna valutare tante cose, come giustamente fai notare Tu...ripeto era solo per me quella risposta sbagliata in questo luogo.
    Sai bene, Luigi, che io scrivo in modo molto semplice, non uso paroloni e quando lo faccio mi avvalgo degli asterischi per dare una spiegazione alla terminologia a cui ricorro quando non posso farne proprio a meno.
    Quindi, dico a Lorenzo che il suo post mi piace e a Te che hai argomentato bene dal punto di vista di chi la filosofia non l'ama o vorrebbe capirla meglio.
    Signori...ho detto! :)

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