"Lasciate che chi non ha voglia di combattere se ne vada. Dategli dei soldi perche' acceleri la sua partenza, dato che non intendiamo morire in compagnia di quell'uomo. Non vogliamo morire con nessuno ch'abbia paura di morir con NOi!"
Enrico V-William Shakespeare

lunedì 28 settembre 2009

Alessandra Guerra

«Scelgo il Pd, la Lega ha tradito le riforme e preferito il potere»

di Federica Fantozzitutti gli articoli dell'autore

Alessandra Guerra è l’ex pasionaria leghista che guidò il Friuli e la Conferenza delle Regioni a metà Anni ‘90, nel 2003 fu sconfitta da Riccardo Illy e cinque anni dopo tralocò nella sua coalizione. Nel luglio scorso ha preso la tessera del Pd. Adesso esce il suo «Guerra & Pace. Donne e politica tra violenza e speranza» (Bonanno) in cui “esorcizza” l’esperienza nel Carroccio. Lei descrive questi 15 anni come un incubo tra mobbing e stalking. Silenzio, disprezzo, «omicidio psicologico» da parte dei dirigenti. Le rinfacciarono una gravidanza troppo impegnativa, la accusarono di essere una quinta colonna forzista, le controllavano il cellulare «in modo sovietico».

Come è potuto accadere?

«È la mia esperienza di donna, raccontata come terapia psicologica. Il mondo della politica per noi non è facile, ma io avevo una passione familiare di matrice centrista e autonomista. E nella Lega agli inizi c’era tanta passione, persone competenti, una parte autentica e rivoluzionaria che voleva davvero le riforme. Un bel clima».

Quando e perché è cambiato?

«Nel ‘95, con l’uscita dal governo Berlusconi. Fi avviò la compravendita di parlamentari, la Lega aveva paura di perdere numeri. È cominciata una fase di arroccamento finita con il ritorno a Canossa. Ha influito anche la malattia di Bossi: lui aveva spregiudicatezza, ma anche umanità, era un padre per il partito, finché governava da solo lo teneva unito».

Nel libro c’è un buon ricordo solo di Bossi e Berlusconi, che la candidò governatrice dopo che lei gli aveva ricordato la fiducia ben ripagata nella figlia Marina. I colonnellli come Maroni e Calderoli non escono bene. È il ritratto di due partiti che non sopravviveranno ai fondatori?
«Di certo sono partiti diventati altro. Nonsono riusciti a reggere l’urto spaventoso del successo. Non so cosa sia successo,maio sono entrata nella Lega per fare le riforme e non le crociate contro l’umanità mondiale. Le logiche del potere hanno fagocitato tutto sostituendo alla sostanza la rappresentazione ».

Lei descrive un senso di smarrimento, impotenza, umiliazione che ha coinvolto la sfera familiare e da cui si è disintossicata dedicandosi a se stessa. Perché, allora, ha deciso di tornare a «correre con i lupi»?

«La passione politica è più forte di tutto. Ha ricominciato a rodermi dentro. Sono tornata a parlare di riforme dal punto di vista universitario, tecnico. Come facciamo noi donne, disposta a ripartire da zero».

Perché nel Pd?

«Desideravo un’esperienza in un partito nazionale e non locale».

Ma perché non l’Udc o la sinistra radicale o altro?

«Con il Pd in Regione ho lavorato benissimo. Hanno conquistato credibilità ai miei occhi aprendo alle nostre proposte sulla lingua friulana e slovena. Abbiamo votato insieme sulle quote rosa. Ho visto dialogo confronto per arrivare a decisioni comuni. E dopo il mio vissuto mi serviva un partito con una storia di parità sulla questione femminile».

Però, pur ammirando Anna finocchiaro capogruppo al Senato, la descrive «brava e sola, costretta a nascondersi dietro un’ombra maschile, è violenza anche questa». Non c’è scampo?

«Anche lei come me è stata costretta a fare il maschio. Ma è una questione numerica: se il90%dei politici sono uomini, la cultura dominante è la loro. Per questo sostengo le quote rosa: non c’è alternativa».

Chi l’ha convinta ad aderire al Pd?

«Nessuno. Ho scelto da sola. È l’unico partito che ha lavorato sul serio sulle riforme che per me restano cruciali».

Quale mozione congressuale la convince di più?

«Bersani. Intanto per un motivo personale: ho lavorato sia con i bersaniani in consiglio che con Pier Luigi stesso. È stato il mio predecessore alla presidenza della Conferenza unificata, 15 anni fa. Ci siamo rivisti in occasione delle sue lenzuolate e abbiamo avviato una bella collaborazione. Ma c’è anche un motivo politico: Pierluigi e i dalemiani hanno una posizione federalista e vogliono un modello tedesco».

Torniamo alla drammatica campagna del 2003, quando fu sconfitta. Arrivarono i visitors: mani lunghe, scollature esibite, Viagra e «ossessioni sessuali». A chi si riferiva? Visto quello che è emerso in questi mesi, un virus allignava già nella politica?
«A destra, dove non hanno fatto il ‘68, c’è un problema nel rapporto tra uomini e donne. C’è quasi paura di confrontarsi e così si cerca di metterle in imbarazzo, di farle sentire inferiori».

28 settembre 2009
L'unità

Ma?????????? ho qualche dubbio dovevano accettare anche Grillo, se hanno accettato lei

7 commenti:

  1. Il terreno a destra si è fatto franabile e le prime a precipitare nel vuoto saranno le tanto decantate donne,
    quindi via libera alla "transumanza", e questa volta il grande PD non alza la voce nel dire che chi ha disprezzato prima questo partito ora non può farne parte...hanno spalancato le porte alle abbandonate dal sexy-simbol italiano.
    Dovrebbero cambiare di nuovo sigla al partito con un bel PRL ..Partito rifugiate dalla libertà...
    Grillo mica ha dormito nel letto di Putin.

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  2. Non sono convinto di questa scelta.
    Io userei le stesse regole che ha ventilato il suo ex partito riguardo alla concessione della cittadinanza italiana:
    un interrogatorio di un ora sui valori dell'Italia; cantare l'inno nazionale; due ore di domande sulla costituzione e dimostrare che non ha mai usato il dialetto nelle apparizioni pubbliche!
    Le regole valgono per tutti no?

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  3. Lorenzo,
    io trovo scorretto a priori questo volta-bandiera ormai tanto di moda in Italia. Chi ha militato in un partito dovrebbe avere preclusa la strada nell'entrare in un'altro. La regola "si può cambiare opinione" non vale nella politica, gl ideali non sono abiti da indossare in base alle occasione ed alle circostanze...questo si chiama opportunismo.
    La politica italiana è invasa dagli opportunisti privi di qualsiesi iedale, bisognerebbe che i simpatizzanti del PD cominciassero ad alzare la voce davanti a queste new-entry proveninti da fazioni diametralmente opposte...ma poi sono diametralmente opposte? Visto che intere famiglie hanno occupato poltrone del potere sia a destra che a sinistra.

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  4. Beh Francesca il mio era un commento ironico proprio perchè odio i voltabandiera, specialmente per le poltrone. In questo caso rincaro la dose, odio chi accetta i voltabandiera.

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  5. Dovevano lasciarla decantare, minimo 10 anni poi magari chissà, ho dei dubbi se uno è egoista lo rimane tutta la vita se è altruista pure quindi le sue idee non possono essere cambiate,

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  6. Oooh, non avevo colto l'ironia Lorenzo :))
    Vanda, confermo ed condivido...ma ormai a Roma fanno quello che vogliono fregandosene altamente della gente e di ciò che pensa.

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  7. heheheh grazie!!! certo che avevo capito che avevi colto l'ironia:DDD
    Ma era per puntualizzare e condividere qquello che avevi affermato pure tu. Il problema infatti c'è, non si possono accogliere certi personaggi sapendo che hanno condiviso, e molto, ideali nettamente contrari ai nostri.
    Vedi il mio ultimo post su :
    http://diversamenteintelligente.blogspot.com

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