"Lasciate che chi non ha voglia di combattere se ne vada. Dategli dei soldi perche' acceleri la sua partenza, dato che non intendiamo morire in compagnia di quell'uomo. Non vogliamo morire con nessuno ch'abbia paura di morir con NOi!"
Enrico V-William Shakespeare

domenica 23 maggio 2010

A 18 anni dalla strage di Capaci...Non ci fermeranno



PALERMO - "Difenderemo il valore dell'indipendenza e dell'autonomia della magistratura dal potere esecutivo", ha detto, suscitando l'applauso dei giovani presenti nell'aula bunker dell'Ucciardone, il procuratore nazionale antimafia Pietro Grasso, intervenuto al convegno organizzato per il 18/o anniversario della strage di Capaci. "L'indipendenza della magistratura - ha aggiunto - non è un privilegio di casta. Crediamo ancora che in Italia si possano riuscire a processare anche i 'colletti bianchi' e i corruttori di chi ricopre pubbliche funzioni".


ALFANO: LEGGE GARANTISCE INDAGINI ANTIMAFIA "La legge in discussione sulle intercettazioni lascia tutto inalterato per quel che riguarda i reati di mafia e terrorismo, anzi risparmiando sulle intercettazioni inutili ci saranno più fondi per quelle necessarie. Nei prossimi giorni lavoreremo per rendere il testo più equilibrato, garantendo i tre principi fondamentali: diritto alla riservatezza, diritto di cronaca e diritto di indagine". Lo ha detto il ministro della Giustizia, Angelino Alfano nell'aula bunker del carcere Ucciardone. Alfano non condivide le perplessità espresse da alcuni magistrati: "Non condivido questi dubbi, rispetto ai reati di mafia questa legge non modifica nulla". Il ministro ha assicurato "tutto il sostegno ai magistrati per l'accertamento della verità sulle stragi del '92. Non so se siamo vicini o lontani alla verita' perché non conosco gli atti riservati, ma solo quello che viene pubblicato in violazione del segreto istruttorio e che, a volte, può aiutare la mafia".


NAPOLITANO: SOSTEGNO ALLE INDAGINI SULLE STRAGI - "Diamo il massimo sostegno alle indagini che cercano di chiarire gli aspetti ancora oscuri delle stragi. E' necessario sgomberare il campo da ogni equivoco rimasto in quegli eventi". E' quanto afferma il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, in una lettera inviata a Maria Falcone, sorella del giudice assassinato 18 anni fa dalla mafia, letta al convegno organizzato nell'aula bunker del carcere Ucciardone per l'anniversario dell'eccidio del magistrato. "Questa iniziativa - aggiunge - prosegue la stagione dell'impegno civile germogliata dopo la morte di Falcone, di sua moglie e degli agenti della scorta. Una stagione che ha come protagonisti i giovani attivi nell'affermare una cultura ispirata alla legalità". "L'appassionato eroico impegno di Falcone resta indelebile in tutti noi. L'impegno di Falcone e' prezioso stimolo per la creecita delle coscienze".
Intanto un esercito di 2.500 ambasciatori della legalità provenienti da tutta Italia è sbarcato al molo di Palermo. I ragazzi, studenti di 250 scuole selezionate dal ministero dell'Istruzione e dalla Fondazione Falcone, erano partiti ieri sera a bordo di due navi della legalità da Napoli e Civitavecchia per partecipare alle cerimonie in occasione del 18/o anniversario dalla strage di Capaci.
Ad accoglierli sul molo molti loro coetanei palermitani, che li hanno salutati con canti in onore di Falcone e Borsellino e contro la mafia. Nel cielo sono volati centinaia di palloncini tricolore, mentre i "giovani della legalità" indossavano magliette bianche con la scritta "gli uomini passano, le idee restano, restano le loro tensioni morali e continueranno a camminare sulle gambe di altri uomini" firmata dal giudice Falcone.


SCHIFANI, SUO ESEMPIO DEVE ESSERE SEGUITO DA TUTTI"L'esempio di rettitudine di Giovanni Falcone resti un punto di riferimento da seguire per noi tutti", lo sottolinea il Presidente del Senato Renato Schifani nel messaggio inviato a Maria e Anna Falcone, le sorelle del magistrato. "Giovanni Falcone - aggiunge il Presidente del Senato - ha donato la sua intelligenza e la sua vita per difendere i nostri valori più importanti, mosso dalla volontà di preservare dall'oppressione criminale il nostro futuro, il futuro dei nostri figli.Il suo sacrificio - prosegue il Presidente del Senato - ha cambiato molte cose: ha arricchito le nostre coscienze e ha contribuito in maniera decisiva alla diffusione della cultura della legalità e della lotta al fenomeno mafioso, soprattutto tra i giovani".


FINI, INVESTIRE SU GIOVANI PER LEGALITA' Il presidente della Camera, Gianfranco Fini, in un messaggio inviato alla fondazione Falcone invita i giovani a "costruire una società in cui il principio della legalità non sia un valore astratto ma un dato più profondamente acquisito". Per Fini è necessario costruire una società dove non ci siano cittadini "più furbi della legge o che la subiscano come sudditi". Bisogna costruire "una società libera fatta da cittadini consapevoli e per questo bisogna investire sui giovani".


SEMPRE LE SOLITE CHIACCHIERE!
Nel mentre si sta approvando una legge sulle intercettazioni che blocca le indagini e mette il bavaglio alla stampa.
BRAVI! E' così che vogliono combattere la mafia.
Loro, quelli che si apprestano ad approvare l'ennesima legge vergogna, la MAFIA NON LA VOGLIONO COMBATTERE,FORSE NON POSSONO PERCHE' .....(immaginate il perchè)
Sono queste dichiarazioni che danno la forza ai magistrati e alla gente di andare avanti, di non arrendersi.
Grazie... grazie semplicemente per aver compiuto il tuo lavoro con onestà, correttezza, determinazione e coraggio... se tutti lavorassero come te a quest'ora nn ci sarebbe tutto questo skifo... il tuo sacrifico cmq nn è stato vano... sono orgoglioso di essere siciliano perkè sono esistite ed esistono persone come te!!! grazie...
Un giovane siciliano






“Se ci volete silenti dovete spararci” - LETTERA APERTA A SILVIO BERLUSCONI

Gentilissimo Presidente

Le scrivo in rappresentanza delle centinaia di testate locali che ogni giorno, nel nostro paese, si battono per la libertà d’espressione. Piccoli “nidi di ragno” innestati in territori spesso difficili o come, nel nostro caso, in terra di mafia, clientelismo e corruzione. Gentilissimo Presidente, ogni giorno “giornalisti per amore” vengono pestati, minacciati, intimiditi per l’unica colpa di volere raccontare la verità, di tentare di rendere onore ai padri costituenti che ci regalarono l’Articolo 21 della Costituzione ed, insieme ad esso, la democrazia e la libertà col costo di migliaia di vite umane.
Siamo carne da macello, signor Presidente, alla mercé di mafiosi, politici corrotti e scagnozzi che vogliono rendersi belli agli occhi dei capi. Spesso soli nelle nostre battaglie, nelle denunce da Trento a Trapani. Siamo anche quelli che conoscono meglio il territorio, perché lo viviamo ogni giorno. Perché col mafioso o col politico corrotto che denunciamo spesso ci tocca dividere il bancone dello stesso bar. Siamo anticorpi democratici di un paese che, anche grazie al suo governo, sta andando in cancrena.
Abbiamo mille volti e mille mezzi. Siamo blogger, speaker, redattori, scriviamo via web, parliamo via etere, raccontiamo su carta. Non siamo giornalisti ma veniamo perseguitati come tali. Abbiamo i nostri eroi, alcuni scolpiti nella storia come Peppino Impastato, altri fortunatamente ancora liberi di esprimere il loro pensiero come Carlo Ruta o Pino Maniaci. Ma soprattutto gentilissimo Presidente abbiamo fatto la nostra scelta: la nostra libertà vale molto di più delle nostra vita.
Dove non hanno potuto i bossoli, le lettere intimidatorie, le minacce, le denuncie, le querele mirate, dove non ha potuto la più potente ed influente famiglia politico/mafiosa della Sicilia, non potrà una legge canaglia come quella sulle intercettazioni.
Lei e il suo fido Alfano v’illudete che una norma moralmente illegale possa diventare prassi solo perché vergata su crismi di burocratica legalità.
Signor Presidente noi continueremo a fare il nostro lavoro, raccontando quello che avviene, anticipando la notizia, veicolando le news e se il caso, scrivendo quello che (secondo voi) non si deve raccontare.
“Disonorare i mascalzoni è cosa giusta, perché, a ben vedere, è onorare gli onesti”.
Sa perché gentilissimo Presidente non potrà mai batterci? Perché giochiamo su un terreno a Lei sconosciuto. Quello della libertà individuale che diventa patrimonio collettivo. Non siamo in vendita e sappiamo “resistere” a tutto.
Siamo liberi e quello che facciamo lo facciamo di tasca nostra, rischiando di nostro. Perché è facile dire per una grande testata “noi resisteremo” dall’alto d’avvocati ben pagati e gruppi editoriali forti ma è ben più difficile farlo quando quel poco che hai in soldi di carta e rabbia ti serve anche per mangiare ogni giorno.
Ma lo facciamo in tutta Italia, da classici signor nessuno, senza enfasi o protagonismi. Perché amiamo il bello del nostro paese e ogni muro amico che ci ha visto piangere o sognare. Perché diciamo ogni giorno di voler mollare ed ogni giorno troviamo la forza di andare avanti. Perché amiamo le nostre donne e ci perdiamo negli occhi dei nostri figli a cui vorremmo consegnare qualcosa di più bello del paese attuale.
Ed abbiamo riferimenti etici alti: Pietro Ingrao, Vittoria Giunti, Luigi Ciotti, Paolo Borsellino, Giovanni Falcone e quel Piero Calamandrei che dei partigiani italiani diceva così:” Essi sono morti senza retorica, senza grandi frasi, con semplicità, come se si trattasse di un lavoro quotidiano da compiere: il grande lavoro che occorreva per restituire all’Italia libertà e dignità. Di questo lavoro si sono riservata la parte più dura e più difficile: quella di morire, di testimoniare con la fede e la morte la fede nella giustizia. A noi è rimasto un compito cento volte più agevole: quello di tradurre in leggi chiare, stabili ed oneste il loro sogno di una società più giusta e più umana, di una solidarietà di tutti gli uomini alleati a debellare il dolore. Assai poco, in verità, chiedono a noi i nostri morti. Non dobbiamo tradirli”.
Non li tradiremo signor Presidente.
“Se ci volete silenti dovete spararci” dicemmo da ragazzini, di un piccolo giornale locale (Ad Est) di un piccolo paese dell’entroterra agrigentino, ad uno scagnozzo mafioso che ci intimava di tacere.
Lo ripetiamo a Lei che con l’aureola della legalità vuole imporci lo stesso mafioso silenzio.
Non taceremo e non molleremo neppure un centimetro. Quindi signor Presidente non ha altra scelta: ritiri la legge o prepari tanti proiettili, perché siamo in molti. Indietro non torniamo…neanche per prendere la rincorsa.


http://gaetanoalessi.blogspot.com/

2 commenti:

  1. Ho preferito sorvolare nel leggere le parole dei soliti e pessimi razzolatori, non voglio neanche più sentirle le loro bagianate di circostanza, hanno già fatto la loro epoca, sono finiti per quanto mi riguarda, ed è ora che ne prendano seriamente atto!

    Mi ha fatto piacere leggere che molti giovani si sono recati in Sicilia per sostenere i loro coraggiosi coetanei in questa triste ricorrenza, e sono altresì contenta che proprio i Giovani non dimenticano un Uomo che forse molti di loro non hanno nemmeno conosciuto,
    Ho riletto per ben due volte la lettera dei ragazzi ad-EST.. ecco il NUOVO FUTURO dell'Italia, sono loro, i Nostri Giovani che mai come di questi tempi hanno bisogno del Nostro sostegno e della Nostra complicità!

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  2. Concordo pienamente da palermitano da siciliano da italiano.
    Maurizio

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