"Lasciate che chi non ha voglia di combattere se ne vada. Dategli dei soldi perche' acceleri la sua partenza, dato che non intendiamo morire in compagnia di quell'uomo. Non vogliamo morire con nessuno ch'abbia paura di morir con NOi!"
Enrico V-William Shakespeare
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domenica 15 agosto 2010




Bossi lancia l'allarme sulle infiltrazioni mafiose in Brianza. «Dalla Lega Nord li tengo fuori io»



Umberto Bossi lancia l'allarme sulle infiltrazioni mafiosi al Nord e nella politica
. «S'infiltrano da tutte le parti», ha detto il leader leghista, «pure in Brianza», perché, ha aggiunto, «c'è la possibilità di costruire». Da Ponte di Legno, a Brescia, dove è in corso la festa della Lega Nord, il ministro delle Riforme ha ricordato le difficoltà di andare al Sud, raccontando un episodio legato al proprio partit

«Ho dato la concessione - ha detto - per aprire una sede della Lega in Calabria e due giorni dopo c'era uno della 'ndrangheta». Tuttavia, ha rilanciato Bossi, queste cose accadono anche al Settentrione ed è opportuno, ha sottolineato, che «la lotta alla criminalità organizzata non deve essere concentrata solo nel Mezzogiorno».

Secondo il numero uno della Lega, esisterebbero infiltrazioni mafiose anche in politica. Ma, ha subito chiarito, «non nella Lega Nord. Io li tengo fuori dalla porta». Sul consigliere regionale della Lombardia, Angelo Ciocca il cui nome è apparso nella maxi inchiesta sulla 'ndrangheta che ha portato all'arresto di oltre 300 persone, buona parte al Nord, il ministro delle Riforme ha gettato acqua sul fuoco e ha sottolineato che buttare fuori qualcuno che non è nemmeno indagato sarebbe come «una condanna a morte». Del resto, ha concluso, «Non fa l'assessore. È li bloccato. Aspettiamo che la magistratura segua il suo corso»

Non sono mancate le reazioni politiche. «La denuncia del ministro Bossi sulla 'ndrangheta che si è presentata per aiutare a costituire una sede della Lega al sud è particolarmente grave: lo è ancora di più se il ministro non ha presentato una denuncia precisa su chi ha tentato di infiltrarsi». Lo afferma Laura Garavini, capogruppo del Pd nella commissione parlamentare Antimafia commentando le dichiarazioni rilasciate dal leader leghista: «Non si può chiedere ai semplici cittadini di denunciare chi chiede il racket e poi non dare il buon esempio facendo nomi e cognomi degli 'ndranghetisti che si sarebbero presentati alla Lega. A meno questa non sia una sparata per coprire il maldestro tentativo di minimizzare il ruolo del consigliere regionale lombardo Coccia ed il grave imbarazzo di Bossi per i suoi rapporti con personaggi che rappresentano la 'ndrangheta al nord.(Cl.T.)

Sole 24 ore