"Lasciate che chi non ha voglia di combattere se ne vada. Dategli dei soldi perche' acceleri la sua partenza, dato che non intendiamo morire in compagnia di quell'uomo. Non vogliamo morire con nessuno ch'abbia paura di morir con NOi!"
Enrico V-William Shakespeare

martedì 23 marzo 2010

A pane e acqua


I genitori non pagano la mensa nove bambini a pane e acqua
Montecchio, una preside si ribella e invita tutti a condividere il pasto

Contro gli inadempienti le minacce sono state trasformate in precise disposizioni


MONTECCHIO MAGGIORE (Vicenza) — Pasta alla zucca, hamburger, insalata e frutta. Il menù delle mense delle scuole dell’infanzia, delle elementari e delle medie di Montecchio Maggiore ieri è stato assicurato a tutti (con le variazioni del caso per chi non può mangiare qualche pietanza), tranne ad alcuni alunni che si sono trovati sopra il tavolo una pagnotta e dell’acqua. Sono i figli di chi, pur sollecitato più volte, non ha pagato per un anno o più la retta per la refezione scolastica al Comune.
Così, per 9 bambini da ieri è scattata la sospensione dalla mensa, che verrà ripristinata non appena le famiglie avranno provveduto a versare il dovuto al Comune. Qualcuno, comunque, dovrebbe essere riuscito a mangiare qualcosa in più, grazie alla «collaborazione» dei compagni. «Abbiamo richiesto i pagamenti arretrati e la consegna dei moduli in molti modi - specifica l’assessore all’Istruzione di Montecchio Barbara Venturi - e abbiamo anche posticipato i tempi, da settembre al 15 marzo.
Prima abbiamo contattato gli inadempienti al telefono e poi sono andati direttamente i vigili a consegnare a mano una raccomandata di sollecito». Nonostante questo, ancora 28 persone ieri non avevano restituito il documento che serve per iscrivere l’alunno al servizio mensa e di questi 9, di cui 2 italiani e 7 stranieri, risultano in ritardo nel pagamento delle rette degli anni scorsi. «C’è una famiglia - precisa Venturi - che non paga la mensa dal 2002».
Il primo giorno di "dieta" per quei bambini, però, è stato un po’ alleviato dai compagni.
Almeno al comprensivo 1. «Ho invitato gli insegnanti - spiega la dirigente Anna Maria Lucantoni - a far condividere il pasto ai bambini che hanno solo pane, spesso c’è chi non mangia tutto ». La preside non sembra essere d’accordo con l’iniziativa del Comune: «E’ inutile che facciamo cittadinanza attiva, noi abbiamo un progetto di riciclo di pane e frutta già in atto per educare al consumo consapevole.
Trovo che dare un pezzo di pane sia dispregiativo, avrei preferito che venisse detto di arrangiarsi e avremmo raccolto noi qualcosa».
L’amministrazione, guidata da Lega e Pdl, tuttavia ha avvisato più volte del problema, appendendo anche cartelli in più lingue, visto l’alto tasso degli stranieri in Comune. E da fine febbraio a ieri è riuscita a recuperare buona parte dei 155mila euro mancanti dalla casse e dovuti da chi ha avuto accesso dal 2005 al 2009 alla mensa delle scuole castellane. Già a metà marzo il numero degli inadempienti era sceso a una cinquantina di persone, fino a rimanere ai 9 conteggiati ieri. «Rispetto ai numeri comunicati in precedenza dal Comune - commenta Sergio Cracco, dirigente del comprensivo 2 - mi sembra una gran risultato. Io sono favorevole a portare a conoscenza le famiglie della dovuta regolarizzazione, ma sul pane no: i ragazzini non hanno colpe».
L’assessore Venturi dichiara, tuttavia, che ieri non sono arrivate lamentele dalle scuole. «Non è giusto nel rispetto di chi ha problemi economici e ugualmente versa la cifra, non saldare il debito». In Comune, per chi non potesse permettersi di pagare i 3,95 euro del pasto, sono previste delle agevolazioni o riduzioni, e qualche settimana fa l’assessore Venturi aveva puntualizzato: «Le risorse del Comune sono di tutti e non possiamo tollerare il perdurare di questi comportamenti, peraltro non dettati da situazioni contingenti bensì espressione di un preciso atteggiamento di omissione». Critico è Davide Del Sale, genitore membro del consiglio d’istituto del comprensivo 2, nonché segretario locale del Pd: «Si potrebbe risalire a chi non paga senza dover infierire sui ragazzini, prima dei vigili si potrebbe mandare a casa l’assistente sociale. Il problema è capire perché non vengono dati i soldi, per esempio se è per motivi economici».

Elfrida Ragazzo23 marzo 2010



Se pensavamo d'avere toccato già il fondo c'eravamo illusi, ora l'Italia sappia che siamo proprio negli abissi, immaginare quei nove bambini a tavola con un pezzo di pane e un bicchiere d'acqua accanto ai compagni con i piatti ricchi di cibo... mi ha provocato il mal di stomaco e una rabbia sorda. Che schifo!! Hanno creato la povertà e ora le conseguenze ricadono sui bambini..
Vorrei aprire la porta di casa domani mattina e ritrovarmi negli anni '90, scoprendo che questi ultimi 16-anni sono stati solo un mio incubo personale!

3 commenti:

  1. La mia amarezza è stata questa sera, durante il tg regionale è intervistato un papà che ha avuto il coraggio di dire che è una cosa giusta.
    C'è da rabbrividire al solo pensiero che un genitore possa dire una cosa simile.

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  2. Oltre alle denunce qui riportate vorrei mettere in evidenza un fatto che a me sembra molto significativo e tipico di una mentalità tutta italiana.
    Si noti come le istituzioni, che sono o dovrebbero essere espressione della collettività e della politica, abbiano un atteggiamento freddo e puramente economico senza intervenire alla radice del problema su più fronti, ma solamente intervengono nella riscossione dei crediti, cosa peraltro giusta.
    Si lascia però alla carità dei singoli l'intervento sui bambini.
    Una società moderna, avanzata e soprattutto laica avrebbe dovuto comportarsi esattamente in modo contrario. Risolvere politicamente e socialmente il problema di chi la retta non la paga GARANTENDO sempre la mensa agli studenti, poi intervenire rivedendo il sistema tariffario e nel contempo recuperare eventuali crediti.

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  3. Mi chiedo a cosa serve andare a votare? Abbiamo perso il significato del voto e questo ci ha portato e ci porta a simili e vergognosi fatti!
    Perchè i giovani votano se i loro rappresentanti non si occupano di assicuare loro diritto al lavoro e al loro futuro?
    Li costringono ad essere "dipendenti" dai loro genitori.
    Perchè gli anziani votano con una legge messa da questi ignobili che se li vede in stato di indigenza a loro devono pensare i figli, dopo che gli stessi hanno lavorato una vita ??
    Perchè coloro che abbiamo ancora un lavoro votiamo se le leggi di questi eletti ci dicono che dobbiamo sostenere figli e genitori che non hanno reddito?
    Che senso ha?? Io non andrò a votare, perchè nessuno mi ha garantito e mi garantisce niente!!!
    Ci hanno tolto la dignità per farci elemosinare davanti ai Nostri familiari, ci hanno tolto l'identità per ridurci tutti a numeri e percentuali, ci dirottano nel recinto obbligato che assicura loro una vita sempre più sfarzosa...
    Non andrò a votare!!!!!! Questa è la mia inderogabile decisione!!!

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