di Eugenio Scalfari
Silvio dice di lavorare dalle 7 della mattina alle due di notte (poi si svaga...). Ma si occupa solo dei problemi suoi e delle sue aziende e di tenere compatta la cricca degli amici
(19 novembre 2010)
Il ribaltone non si può fare. Se una delle Camere vota una mozione di sfiducia venga sciolta e l'altra se invece voterà in favore del governo resti in carica. Un governo diverso dall'attuale che porti avanti la legislatura sarebbe un tradimento. Tali questioni sono comunque astruse, la gente non le capisce e dietro a esse c'è un gioco di palazzo per far fuori Berlusconi senza andare alla via maestra che è quella delle elezioni".
Queste affermazioni non le fanno soltanto il Presidente del Consiglio e i suoi ministri attaccati al potere come l'ostrica allo scoglio, ma le scrivono anche giornali e giornalisti cosiddetti imparziali e cosiddetti al di sopra delle parti. Sono questioni alle quali la gente (ma meglio sarebbe dire il popolo sovrano) non si appassiona, sono effettivamente astruse e di tecnica costituzionale.
La gente vorrebbe che si parlasse di altro e cioè di quelli che vengono definiti i veri problemi del paese: la disoccupazione, il costo della vita, il precariato, l'avvenire dei giovani, i consumi, le imprese in difficoltà, le tasse che aumentano invece di diminuire. Debbo dire: la gente ha perfettamente ragione ma non mi sembra che dei problemi che più le stanno a cuore non si parli. Se ne parla, eccome. Se ne parla tutti i giorni sui giornali, nelle trasmissioni televisive (quelle non asservite al potere), ne parla di continuo l'opposizione. Ma è anche vero (e questo molti tendono a dimenticarlo) che se questi problemi sono tuttora drammaticamente aperti la responsabilità incombe sul governo che nulla ha fatto per affrontarli e risolverli.
Il problema del governo è dunque preliminare rispetto agli altri. La macchina propagandistica guidata da Berlusconi lo definisce (e lui così si autodefinisce) "l'uomo del fare". Lavora dalle sette della mattina alle due di notte. Qualche volta sente il bisogno di rilassarsi (è lui che lo dice) e invita a cena una camionata di belle ragazze, racconta barzellette, ci fa un paio di balli e le rimanda a casa con qualche regalino di cortesia.
Bene. Lui lo dice e noi gli crediamo, sebbene qualche prova del contrario non manchi. Noi gli crediamo ma, domando io: che lavoro fa dalle sette del mattino alle due di notte se quei famosi problemi che interessano la gente sono ancora tutti lì, aperti, irrisolti e semmai aggravati?
Nel 1994 - ve lo ricordate? - fece un contratto con gli italiani. Nel salotto televisivo di Bruno Vespa, che aveva fornito scrivania, lavagna e gesso affinché il contratto fosse stipulato sotto gli occhi di milioni di spettatori, Berlusconi fece appunto l'elenco di quei problemi e soprattuto l'elenco delle opere pubbliche necessarie per modernizzare il paese. Poi aggiunse: se questo contratto non sarà adempiuto io darò le dimissioni, lo giuro sui miei figli.
Governò per pochi mesi perché la Lega fece un gigantesco ribaltone (adesso ha cambiato idea ma allora lo fece). Nel 2001 tornò al potere con una formidabile maggioranza e governò per cinque anni. Poi fu per la seconda volta battuto da Prodi, ma tornò di nuovo in sella nel 2008 e governa da due anni e mezzo. Però quei famosi problemi sono ancora tutti lì. Come mai? Sicché ripeto la domanda: che lavoro fa il nostro beneamato capo del governo dalle sette della mattina alle due della notte?
Io credo di sapere che cosa fa (barzellette e cene rilassanti a parte). Si occupa dei suoi problemi personali e di quelli delle sue aziende e si occupa di blindare il suo potere ed anzi rafforzarlo in tutti i campi, da quello della sua influenza sulle banche, sul sistema finanziario ma soprattutto sui "media" con speciale attenzione alla televisione. Deve inoltre tener compatta la cricca dei suoi più stretti amici, cosa nient'affatto semplice perché si tratta di voraci ed ambiziosissimi compagni di merende.
Quindi lavora molto. Naturalmente per sé. Per la gente e per i problemi della gente c'è poco spazio ma lui sa come tener la gente contenta, non ci vuole molto, gli italiani sono assai adattabili ed anche molto ingenui. Se trovano uno che ci sa fare gli vanno appresso. Se qualcuno scaltro di lingua gli propone di vendergli il Colosseo, la gente si lascia infinocchiare.
(19 novembre 2010)
Il ribaltone non si può fare. Se una delle Camere vota una mozione di sfiducia venga sciolta e l'altra se invece voterà in favore del governo resti in carica. Un governo diverso dall'attuale che porti avanti la legislatura sarebbe un tradimento. Tali questioni sono comunque astruse, la gente non le capisce e dietro a esse c'è un gioco di palazzo per far fuori Berlusconi senza andare alla via maestra che è quella delle elezioni".
Queste affermazioni non le fanno soltanto il Presidente del Consiglio e i suoi ministri attaccati al potere come l'ostrica allo scoglio, ma le scrivono anche giornali e giornalisti cosiddetti imparziali e cosiddetti al di sopra delle parti. Sono questioni alle quali la gente (ma meglio sarebbe dire il popolo sovrano) non si appassiona, sono effettivamente astruse e di tecnica costituzionale.
La gente vorrebbe che si parlasse di altro e cioè di quelli che vengono definiti i veri problemi del paese: la disoccupazione, il costo della vita, il precariato, l'avvenire dei giovani, i consumi, le imprese in difficoltà, le tasse che aumentano invece di diminuire. Debbo dire: la gente ha perfettamente ragione ma non mi sembra che dei problemi che più le stanno a cuore non si parli. Se ne parla, eccome. Se ne parla tutti i giorni sui giornali, nelle trasmissioni televisive (quelle non asservite al potere), ne parla di continuo l'opposizione. Ma è anche vero (e questo molti tendono a dimenticarlo) che se questi problemi sono tuttora drammaticamente aperti la responsabilità incombe sul governo che nulla ha fatto per affrontarli e risolverli.
Il problema del governo è dunque preliminare rispetto agli altri. La macchina propagandistica guidata da Berlusconi lo definisce (e lui così si autodefinisce) "l'uomo del fare". Lavora dalle sette della mattina alle due di notte. Qualche volta sente il bisogno di rilassarsi (è lui che lo dice) e invita a cena una camionata di belle ragazze, racconta barzellette, ci fa un paio di balli e le rimanda a casa con qualche regalino di cortesia.
Bene. Lui lo dice e noi gli crediamo, sebbene qualche prova del contrario non manchi. Noi gli crediamo ma, domando io: che lavoro fa dalle sette del mattino alle due di notte se quei famosi problemi che interessano la gente sono ancora tutti lì, aperti, irrisolti e semmai aggravati?
Nel 1994 - ve lo ricordate? - fece un contratto con gli italiani. Nel salotto televisivo di Bruno Vespa, che aveva fornito scrivania, lavagna e gesso affinché il contratto fosse stipulato sotto gli occhi di milioni di spettatori, Berlusconi fece appunto l'elenco di quei problemi e soprattuto l'elenco delle opere pubbliche necessarie per modernizzare il paese. Poi aggiunse: se questo contratto non sarà adempiuto io darò le dimissioni, lo giuro sui miei figli.
Governò per pochi mesi perché la Lega fece un gigantesco ribaltone (adesso ha cambiato idea ma allora lo fece). Nel 2001 tornò al potere con una formidabile maggioranza e governò per cinque anni. Poi fu per la seconda volta battuto da Prodi, ma tornò di nuovo in sella nel 2008 e governa da due anni e mezzo. Però quei famosi problemi sono ancora tutti lì. Come mai? Sicché ripeto la domanda: che lavoro fa il nostro beneamato capo del governo dalle sette della mattina alle due della notte?
Io credo di sapere che cosa fa (barzellette e cene rilassanti a parte). Si occupa dei suoi problemi personali e di quelli delle sue aziende e si occupa di blindare il suo potere ed anzi rafforzarlo in tutti i campi, da quello della sua influenza sulle banche, sul sistema finanziario ma soprattutto sui "media" con speciale attenzione alla televisione. Deve inoltre tener compatta la cricca dei suoi più stretti amici, cosa nient'affatto semplice perché si tratta di voraci ed ambiziosissimi compagni di merende.
Quindi lavora molto. Naturalmente per sé. Per la gente e per i problemi della gente c'è poco spazio ma lui sa come tener la gente contenta, non ci vuole molto, gli italiani sono assai adattabili ed anche molto ingenui. Se trovano uno che ci sa fare gli vanno appresso. Se qualcuno scaltro di lingua gli propone di vendergli il Colosseo, la gente si lascia infinocchiare.
La gente imita chi la guida, vi ricordate Pinocchio alle prese con il gatto e la volpe? È un gran libro il Pinocchio di Collodi. È la metafora di una triste realtà. Il burattino di legno è la metafora della gente. Il gatto e la volpe sono la metafora del potere. Voi mi direte: i politici sono tutti eguali, non è solo Berlusconi ad infinocchiarci, i suoi avversari sono come lui. Personalmente non penso che siano come lui. Certo però come infinocchiatore e pifferaio lui è il più bravo di tutti perciò lui è il più pericoloso di tutti.
Secondo me è venuto il momento di mandarlo a casa. Lui ne ha venti di case. Come avrà fatto ad averne tante? Anche questa è una domanda che dovrebbe essergli fatta. La magistratura gliel'ha fatta molte volte ma lui non ha mai risposto perché - dalle sette della mattina alle due di notte - lavora anche per impedire che i processi a suo carico si svolgano e col passar del tempo cadano in prescrizione.
Secondo me è venuto il momento di mandarlo a casa. Lui ne ha venti di case. Come avrà fatto ad averne tante? Anche questa è una domanda che dovrebbe essergli fatta. La magistratura gliel'ha fatta molte volte ma lui non ha mai risposto perché - dalle sette della mattina alle due di notte - lavora anche per impedire che i processi a suo carico si svolgano e col passar del tempo cadano in prescrizione.
Anche questo post lo riconosco.
RispondiElimina